Tutto l’incanto e il tragico destino del Tibet nell’autobiografia – toccante come un diario e avvincente come un romanzo d’avventura – di uno dei piu autorevoli rappresentanti della cultura e della civiltà tibetane: Chogyam Trungpa. Riconosciuto come l’undicesima reincarnazione di un importante lignaggio spirituale del Tibet, fin dalla sua nascita fu destinato a studiare, conoscere e praticare gli insegnamenti del buddismo per poi essere in grado, come i suoi predecessori, di trasmetterli ai suoi monaci e alla sua gente. Abate del monastero di Surmang e di altri minori, Chogyam Trungpa nacque e visse la prima parte della sua esistenza nel Tibet Orientale, una delle regioni che ha dato al buddismo tibetano alcuni dei suoi maestri più importanti, dai quali il giovane ricevette la sua iniziazione spirituale. Jamgon Kongtriil, Chentze Rinpoche, Gyalwa Karmapa sono solo alcuni dei grandi lama di cui si parla in questo libro straordinario che offre al lettore un incomparabile affresco di cosa erano il Tibet e la sua dimensione spirituale prima dell’invasione cinese. La seconda parte del volume, infatti, è dedicata a questa immane tempesta che si abbatte sul Paese delle Nevi a partire dalla fine degli anni Quaranta e iniziò proprio dalle regioni orientali dove viveva l’autore. Sotto l’incalzare degli eventi, un non ancora ventenne Chogyam Trungpa dovette interrompere la sua vita di studio e meditazione per mettersi a capo di un gruppo di monaci e laici e guidarlo verso la salvezza in India. Le pagine di questa tragica odissea sono altrettanto indimenticabili di quelle in cui si racconta il Tibet tradizionale. Come afferma Piero Verni nella sua Prefazione, nelle pagine di Nato in Tibet si possono trovare tutte le ragioni per cui un numero sempre crescente di persone ha cominciato ad amare la cultura tibetana e in qualche modo a sentirla come proprio patrimonio. E si comprende anche perchè molte di quelle persone siano impegnate in una battaglia civile per aiutare il martoriato popolo tibetano a ottenere la libertà perduta e il diritto all’autodeterminazione.
Chogyam Trungpa, nato nel 1939 nel Tibet Nord-Orientale, fu insediato, a due anni, abate supremo dei monasteri di Surmang. Pubblicò nel suo Paese diversi libri d’insegnamento spirituale e di poesia, che sono andati tutti distrutti. Fuggì avventurosamente dal Tibet nel 1959. Dopo un soggiorno in India, si trasferì in Scozia, dove fondò il centro tibetano Damye-Ling. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita negli Stati Uniti.
INDICE
Prefazione di Piero Verni
Introduzione di Sakyong Miphan Rinpoche
Come fui trovato e insediato sul trono La fondazione di Surmang Dudtsi-til e Namgyal-tse La mia infanzia a Dudtsi-til Sulle orme del decimo Trungpa Dal mio guru La morte, il dovere e un capolavoro Un'educazione poliedicra La visita del Dalai Lama La rivolta dei Khampa Vocazione solitaria Nascondersi Dobbiamo fuggire? Deve essere l'India Profughi in viaggio Un viaggio difficile Giorni di crisi Rischi Attraverso l'Himalaya Epilogo Canto dell'errante nella valle del Powo
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Chogyam Trongpa was identified at the age of thirteen months as an important tulka or reincarnation of an enlightened teacher. Born in Tibet offers a rare glimpse into the life of a Tibetan tulku -- his education and early life in a Tibetan monastery, his duties as the abbot and spiritual head of a great monastery, and his intimate and moving relationships with his teachers. The memoir concludes with Trungpa's daring escape from Tibet to India. In an epilogue he describes his emigration to the West, where he encountered many people who were eager to learn the ancient wisdom of Tibetan Buddhism. |