La bella prefazione di Malatesta presenta l'autore, uno dei primi europei (per precisione il terzo) che abbia attraversato il deserto più grande del mondo, l'Empty Quarter, quel mitico "Quarto Vuoto" in cui il fascino del deserto si coniuga col pericolo di minacce sempre incombenti e con la messa in discussione quotidiana del senso della vita. La splendida fotografia di copertina immette il lettore nell'atmosfera del libro, che le poche immagini poste a metà volume contribuiscono a consolidare: l'avventura del viaggio è anche conoscenza di popoli e di culture, di civiltà lontane e diverse, è confronto e scontro, è solidarietà e diffidenza, è quell'insieme contraddittorio che contraddistingue la conoscenza, il desiderio di sapere. Sabbie arabe è un diario che indica non solo i percorsi compiuti dal narratore e i vari incontri con uomini e donne che vivono in condizioni al limite della sopravvivenza, ma anche un itinerario interiore che mette in luce i solchi che il deserto traccia inevitabilmente nell'animo di chi lo attraversa, lo sfida e nello stesso tempo lo rispetta. Ma la fatica quotidiana è largamente compensata dalla serenità che quella sconfinata distesa, sempre uguale e sempre diversa, sa regalare (... mi ha donato i cinque anni più felici della mia vita) e il marchio del nomade che si stampa nella mente e nel cuore del viaggiatore è indelebile e lo costringe prima o poi a tornare.
Wilfred Thesiger nacque ad Addis Abeba nel 1910 e studiò a Eton e Oxford. Nel 1935 fece parte del Sudan Political Service e quando scoppiò la guerra venne distaccato alla Sudan Defence Force. Dopo la guerra viaggiò nel Kurdistan, nel sud dell'Iraq, in Marocco, in Africa Centrale e Orientale. Tra le sue opere ricordiamo: The Marsh Arabs, Desert, Marsh and Mountain: The World of a Nomad, The life of my Choice e Vision of a Nomad.
Introduzione
Mai durante gli anni passati in Arabia mi sfiorò il pensiero che avrei finito per scrivere un libro sui miei viaggi. Se ne avessi avuto l'intenzione, avrei preso appunti molto più copiosi, che oggi sarebbero stati per me tanto un aiuto quanto un ostacolo. In Arabia avevo scattato delle fotografie e, sette anni dopo aver lasciato quel paese, ne mostrai alcune a Graham Watson che mi incitò energicamente a scrivere un libro sul deserto. Rifiutai. Mi rendevo conto che un simile compito sarebbe stato molto duro, e non desideravo fermarmi in Europa per un paio di anni, mentre avrei potuto trascorrerli viaggiando in paesi che mi interessavano. Il giorno seguente Graham Watson mi venne a trovare di nuovo, e questa volta si fece accompagnare da Mark Longman. Dopo lunghe argomentazioni, i due finirono per persuadermi a tentare di scrivere questo libro. E adesso che l'ho finito sono loro grato, perché lo sforzo di ricordare ogni dettaglio mi ha riportato alla memoria i beduini tra cui ho viaggiato e le vaste estensioni che ho attraversato a dorso di cammello per più di quindicimila chilometri.
Sono stato nell'Arabia meridionale appena in tempo. Altri vi si recheranno a studiare geologia e archeologia, gli uccelli, le piante e gli animali, e anche gli stessi arabi, ma andranno in giro in automobile e si terranno in contatto col mondo esterno via radio. Riporteranno a casa risultati di gran lunga più interessanti dei miei, ma non conosceranno mai l'anima di quella terra né la grandezza degli arabi. Se qualcuno si recasse oggi nella regione in cerca della vita che io vi ho condotto non ne troverebbe traccia, perché nel frattempo vi sono passate orde di tecnici addetti alle esplorazioni petrolifere. Oggi il deserto dove ho viaggiato è sfregiato dalle impronte dei camion e disseminato dai rifiuti di ogni genere di prodotti importati dall'Europa e dall'America.
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Wilfred Thesiger was born in more fortunate circumstances for an exploring life. His father was not a small businessman in New England, but the British ambassador to Ethiopia in the days when all parts of that country had not been visited by Westerners. The first part of ARABIAN SANDS describes the author's adventures travelling in wilder parts of Ethiopia. After Middle Eastern service in Sudan and elsewhere during WW II, Thesiger signed on as a locust hunter in the Arabian Peninsula, trying to locate the then unknown breeding grounds for the dreaded insect. He did it purely to be able to travel through the most unknown parts of the region, the Rub al-Khali or "the Sands"; Oman, the Hadhramaut, and the southern reaches of Saudi Arabia. He travelled with small groups of Bedu (Bedouin) on camelback, always barefoot and dressed in Arab clothing. He faced thirst, hunger, cold, the risk of serious accident, arrest by Saudi and Omani authorities, and death at the hands of raiding tribesmen. With no available maps, Thesiger relied completely on the guiding skills of various Bedu whom he hired. He had no radio, no global positioning whatevers, and no chance of a helicopter rescue.
ARABIAN SANDS tells the story of Thesiger's travels in the Arabian deserts in the years 1945-1950, before Big Oil changed the lives of everybody there. An interesting pair of books to read to get an idea of the old world and how it changed would be this one plus Abdelrahman Munif's novel "Cities of Salt". Thesiger hated modernization and cities and would have preferred that the Bedu remain in their poverty, but in a state of desert purity. I feel that he romanticized the Bedu and the desert environment to an extreme because of his own character. Nevertheless his descriptions of Bedu life, their culture, and behavior are fascinating, as are many of the events that took place over the course of his long travels. If you are at all interested in that part of the world or in adventurous travels before the world became entrapped in visas and metal detectors, you must read this one! |