Thanka dell'Himalaya
Grazie a questo prestigioso volume è possibile ammirare l'intera collezione di thangka conservati presso il Museo di Etnografia di Ginevra. Le 80 tavole a colori riprodotte a piena pagina sono accompagnate da un commento dettagliato dell'immagine alla quale si affiancano talvolta anche vari oggetti rituali significativi per la pratica del buddismo tibetano.
L'arte dei thangka
La pratica del buddismo tibetano, che ricorre in gran parte all'immaginazione per evocare nei fedeli le realtà della vita spirituale, ha dato vita all'arte dei thangka. La parola tibetana thangka significa semplicemente immagine. Attualmente, il termine è utilizzato in modo più specifico per designare le insegne dipinte che ornano i templi e servono al culto. Solitamente un thangka si presenta come una tela di cotone di dimensioni più o meno grandi. Quelli conservati nei monaseri raggiungono dimensioni considerevoli, mentre altri, principalmente destinati all'uso domestico, possono essere molto piccoli. Le tele sono più o meno fini. Si trovano dipinti eseguiti su seta e altri carta o anche su pelle. Alcuni thangka non sono dipinti: sono costituiti da pezzi di stoffa di colori diversi cuciti insieme e ricamati in modo da creare un motivo.
L'arte dei thangka è essenzialmente religiosa. Il suo obiettivo non è esprimere i sentimenti dell'artista o la sua particolare visione del mondo, ma di evocare, per mezzo dei simboli e delle immagini, i principi immutabili della Legge buddista.
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