Uno scrittore professionista e un donatore di sangue professionista pranzano insieme. Sono due persone molto diverse e hanno filosofie e stili di vita opposti, ma vivono nella medesima realtà, la Cina post-Tienanmen, quella delle grandi opportunità, delle libertà ritrovate e dei facili guadagni. Mentre mangiano, lo scrittore racconta che il Partito gli ha commissionato un romanzo propagandistico incentrato su Lei Feng, una sorta di Stakanov cinese. Questo lavoro gli avrebbe assicurato un posto nella storia: sarebbe entrato finalmente nel Grande dizionario degli scrittori cinesi. Il problema è che sono altri i personaggi che popolano l'immaginario dello scrittore professionista.
La recensione de L'Indice Nel 1990, all'indomani del programma di Riforme e Apertura varato da Deng Xiaoping, uno scrittore professionista e un donatore di sangue a capo di una fiorente impresa di donatori in subappalto hanno l'abitudine di incontrarsi ogni giovedì per pranzare insieme e discutere. Lo scrittore è stato incaricato dal Partito di scrivere un romanzo ispirato alle gesta di Li Feng, eroe dell'Esercito Popolare di Liberazione, ma ben altri sono i personaggi che gli frullano in testa e prendono vita di capitolo in capitolo. C'è l'attrice delusa per amore che si suicida in scena facendosi sbranare da una tigre, l'imprenditore che ha fatto fortuna con un crematorio privato e convince la propria madre a farsi bruciare viva, il direttore di una rivista letteraria vittima della moglie ricca e dell'amante povera ma testarda, lo scrivano pubblico che si innamora di una ragazza che non ha mai visto e finisce a letto con una vecchia, la donna distrutta dal proprio seno troppo fiorente, il padre che vuole abbandonare la figlia handicappata per poter generare un maschio, il cane parlante dotato di capacità profetiche, le cui vicende man mano si intrecciano tra loro e con quelle dello scrittore che li immagina. La critica corrosiva non colpisce solo le gerarchie del potere politico, corruzione e ottusa avidità pervadono ogni strato sociale. Spingendo a fondo il pedale del grottesco e della sgradevolezza in una girandola di storie estreme, più desolata che divertente, l'autore dipinge il panorama di una Cina sconcertata, in bilico tra un liberismo senza scrupoli e l'opprimente controllo del Partito. Ma Jian, nato nel 1953, è espatriato nel 1987, prima a Hong Kong poi a Londra, dove vive tuttora. Consolata Lanza
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Ma Jian è nato a Qingdao nel 1953. Ha lasciato Pechino per Hong Kong nel 1987, poco prima che le sue opere fossero bandite in Cina. Dopo la restituzione dell'isola alla Repubblica Popolare Cinese, l'autore si è trasferito in Europa, prima in Germania e poi a Londra dove vive tuttora. In Italia, Neri Pozza ha pubblicato Polvere rossa nel 2002.
Ma Jian (traditional Chinese: ñR½¨; simplified Chinese: Âí½¨; pinyin: M¨£ Ji¨¤n; Wade-Giles: Ma Chien, b. August 18, 1953) is a Chinese writer. He was born in Qingdao on the August 18, 1953. In 1986, he moved to Hong Kong after a clampdown in which some his works were banned. In 1997, he moved to Germany, and in 1999 he again moved to England. He now lives in London with his partner and translator, Flora Drew.
Ma has most recently come to the attention of the English-speaking world with his story collection Stick Out Your Tongue, translated into English in 2006. The stories are set in Tibet. Their most remarked-upon feature is that traditional Tibetan culture is not idealised, but rather depicted as harsh and often inhuman; one reviewer noted that the "stories sketch multi-generational incest, routine sexual abuse and ritual rape". The book was banned in China as a "vulgar and obscene book that defames the image of our Tibetan compatriots."
Stick Out Your Tongue (1987) with 2006 English translation. Banned in China. Red Dust (红尘) - Polvere Rossa The Noodle Maker (拉面者) (2004) - Spaghetti cinesi Beijing Coma (2008) |