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22/11/2024 05:39:37

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My diary of India - Il Mio Diario Indiano

Cardelli Claudio


Editeur - Casa editrice

Mediane Edizioni

  Asia
India



Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2009

Pagine - Pages

356

Titolo originale

My diary of India - Il Mio Diario Indiano

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Prefazione

Piero Verni


My diary of India - Il Mio Diario Indiano My diary of India - Il Mio Diario Indiano  

Il libro inizia con i coloriti racconti delle prime migrazioni ad oriente con pullmini, Citroen 2CV o, come nel caso dell’autore, una scalcinata R4 con cui nel 1970 Cardelli affronta il suo primo viaggio “far away”. Rock’n’roll, figli dei fiori e il viaggio all’Eden..Da allora, attraverso la Turchia, l’Iran l’Afghanistan il Pakistan e l’India la frequentazione con quel mondo diviene assidua e pressoché annuale. Attraversare per quasi quarant’ anni le strade, i deserti e le montagne di un paese gigantesco e composito come l’India non è cosa da tutti. Casi della vita, correnti di pensiero, flussi migratori di scalcinati minibus tra le steppe dell’Iran e dell’Afghanistan hanno portato Claudio Cardelli a fare del subcontinente indiano la sua seconda patria e a considerare tutto quel territorio il suo “Cuore del Mondo”- La gran mole di materiale che Cardelli ha raccolto viene d ivisa in racconti e cronache su varie esperienze, territori, eventi che colorano da sempre la magica India e che hanno segnato la parte più emotiva della memoria dell’autore. Dallo Zangskar al Kutch, dall’Orissa al Kashmir, dal Sikkim al Ladakh “My Diary of India” racconta la fedele relazione amorosa con quel paese di un “vecchio” viaggiatore.
Ci sono mille modi per affrontare l’India. Probabilmente tutti sensati, logici e tutti altrettanto parziali. Anche perché ci sono mille Indie, mille lingue, razze, architetture, religioni e tradizioni. Esiste un paese al mondo dove in piena era HI-TEC ci si imbatte lungo le strade in rituali e liturgie che datano 2-3000 anni? E’l’India, che cambia alla velocità delle luce e che rimane profondamente legata a se stessa e alla sua storia millenaria. La più grande democrazia del mondo dove caste e barriere sociali sembrano non poter essere scalfite da nessuna riforma e rivoluzione. Il paese della itezza della “rassegnazione” al karma.. ma capace di esprimere fanatismi e violenze inaudite. Il paese dove tutti i climi e tutte le morfologie terrestri si dischiudono al viaggiatore nelle loro espressioni più ammatiche ed imponenti. Grandi montagne, intricate foreste, desolate steppe. Il diario dell’autore parte da molto lontano per testimoniare i corto circuiti mentali di quelli della sua generazione “contaminati” dai Beatles, da Kerouac o dalla semplice sete di avventura. Quella piccole e grande avventura che ancora negli anni ’70 era data di vivere appunto ai “temerari” delle 2CV o dei pulmini Volkswagen in rotta nel Centrasia verso Benares o Kathmandu.
Dal suo monumentale archivio fotografico l’autore sceglie e ci regala non l’India un po’ scontata e già troppo vista dei Taj Mahal o del Palazzo dei Venti assieme all’iconografia un po’ retorica, pur vera, dei sahari e dei turbanti. Con una grande varietà di straordinarie immagini prive di retorica ma molto eloquenti, assieme ad efficaci descrizioni ” il lettore “ viene trasportato tra la gente, le feste, le carraie di montagna su autobus, i trenini giocattolo, a piedi o in sella alle mitiche Royal Enfield Bullet con le quali ormai da alcuni anni Cardelli solca le strade di montagna dell’India del nord e alle quali è dedicato l’ultimo capitolo.
L’India su due ruote.Per chi già ama l’India e per chi ha la curiosità di “iniziarsi” al più caleidoscopico paese del mondo “My Diary of India” ci accompagna in un viaggio colorato e struggente assieme al miliardo di abitanti del subcontinente indiano.

 



Biografia

Claudio Cardelli vive e lavora a Rimini, Italia. Nel 1970 compie il suo primo viaggio verso la Turchia. Da allora si sono susseguiti innumerevoli spedizioni e viaggi di ricerca in tutta l'Asia e in particolare sulle zone himalayane, Tibet, India. Da questi viaggi Cardelli ha tratto una gran mole di materiale che mette a frutto prima come fotografo e reporter per le più importanti riviste italiane del settore, quindi, verso la fine degli anni '80, come documentarista e regista. Inizia una lunga collaborazione con la Rai per la quale realizza tutta una serie di lavori legati alla tradizione e alla cultura del mondo tibetano. Nel 2004 torna dopo 18 anni in Tibet con Elio Marini per realizzare il calco della campana cristiana di Grazio Olivieri da Pennabilli nunzio apostolico a Lhasa agli inizi del 1700. Pubblica anche due volumi "Verso // Cuore del Mondo" e "Tra valli e picchi" e realizza il primo CD rom sul Tibet in Italia per conto del Touring Club e la Repubblica. Vede la nascita dell'Associazione Italia Tibet nel 1988. Da anni dirigente dell'associazione, Cardelli ha curato personalmente e partecipato all'organizzazione in Italia di svariate mostre ed eventi a favore dei rifugiati tibetani così come a numerose visite in Italia del Dalai Lama. "Tibetan Shadows" è il racconto tra parole e immagini dei suoi viaggi più significativi nei territori himalayani e nel Tetto del Mondo, il vecchio e amato Tibet, invaso e occupato dalla Cina nel 1950.