Dieci lezioni sul buddhismo
In Marsilio Editori per la collana "I Nodi", Dieci lezioni sul buddhismo di Giangiorgio Pasqualotto. Il libro contiene - aggiornati e leggermente rivisti - i testi di dieci conferenze tenute, nel corso di vent'anni ed in varie sedi, dal professor Pasqualotto, docente di Estetica alla Università di Padova e di Filosofia delle culture al Master di Studi Interculturali della medesima Università, uno dei fondatori della Associazione Maitreya di Venezia per lo studio della cultura buddhista. L'agile scritto fornisce le basi per capire il Buddhismo, unendo ricchezza di contenuti a una fondamentale organicità e chiarezza, per chiunque voglia avvicinarsi alla comprensione del pensiero orientale. Le dieci lezioni sono chiosate, nella parte finale, da ampie note bibliografiche ed esplicative, un glossario dei termini buddhisti in lingua pali o sanscrito, la simbologia e i mudra, ovvero i gesti delle mani o delle dita usati nella meditazione.
Le Dieci lezioni sono dedicate ai temi centrali del Buddhismo antico e del Buddhismo zen, come dieci brevi riflessioni prive di presunzioni eurocentriche ma anche di intenzioni apologetiche. Per far emergere e mostrare, anche ad un pubblico non specializzato, l'ampiezza e la profondità del pensiero buddhista, nonché la sua attitudine per una ricerca della verità dotata di metodi rigorosi ma esente da tentazioni dogmatiche. Questi caratteri moderni del pensiero buddhista si dispiegano, con incredibili ampiezze e profondità, già nei testi del Buddhismo antico, ma si ritrovano, distillati con particolare intensità ed eleganza, nelle frasi fulminanti e nei concetti condensati del Budhhismo zen che, più di tutte le Scuole buddhiste, ha influito sulle arti della tradizione culturale giapponese, dal Tetro N-o alla cerimonia del té, dal bonsai all'architettura, dalla pittura alla poesia. Buddhismo è una trasposizione del termine Buddhadharmi, che indica gli "Insegnamenti del Buddha" e che comprende un amplissimo ambito di pensieri e esperienze meditative, di testi e commenti accumulati nei secoli. Buddha: non è nome proprio, ma parola che designa un attributo, una qualità. Significa infatti "illuminato", o, meglio, "risvegliato". Nel Buddhismo infatti non è presupposta l'esistenza di una potenza infinita e trascendente alla quale l'uomo tenta di congiungersi. Da ciò deriva una conseguenza fondamentale: l'assenza dell'idea di inizio e di creazione e, quindi, anche l'assenza dell'idea di fine ultimo e di giudizio finale.
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Il Buddhismo non è una religione come le altre, non prevede un Dio creatore né un Dio persona, perché il Buddha è un uomo. E non esiste un testo sacro perché gli scritti sono la registrazione dei discorsi che il Buddha ha tenuto nel corso di quarantacinque anni. Inoltre non c’è un clero che interpreta la parola di Dio, non c’è una casta di sacerdoti. Già queste sono tre cose di notevole differenza dalle altre religioni, ma comunque è considerato una religione, perché prevede una salvezza dal dolore. Questo è il punto centrale del Buddhismo. E prevede una serie di espedienti per prevenire il dolore, ovviamente non quello fisico, ma quello derivante da atteggiamenti sbagliati. È ritenuto una religione universale, come il Cristianesimo e l’Islam, perché non prevede una restrizione di casta e genere, chiunque può seguirlo. il Buddhismo ripone molta fiducia nei mezzi umani visto che ritiene la Buddhità, il raggiungimento dell’illuminazione, possibile dall’uomo in vita. Per questo è stato valorizzato da psicologi e psicoanalisti, perché c’è questa possibilità di redimersi da soli. Poi ci sono anche forme di Buddhismo provvidenziali, in cui ci si salva grazie al Buddha. |