ROAD TO FREEDOM (DVD)
Il 10 marzo 2008, indetta da cinque organizzazioni non governative di esuli tibetani, partiva dalla cittadina indiana di Dharamsala una “Marcia Verso il Tibet” che, nelle intenzioni dei suoi promotori, avrebbe dovuto entrare sul Tetto del Mondo alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino.
Si è trattato di un lungo e difficile cammino, più volte interrotto dalla polizia indiana, che si è drammaticamente concluso nell’agosto 2008 al confine con il Tibet che le autorità di Nuova Delhi non hanno consentito ai profughi di varcare. Ma anche se la “Marcia” non ha raggiunto il suo scopo finale, è riuscita però a suscitare tra i tibetani, dentro e fuori il Tibet, un entusiasmo senza precedenti. Ed è stata una delle cause della rivolta contro il dominio cinese che, tra il marzo e l’aprile 2008, è esplosa a Lhasa e nella quasi totalità delle aree tibetane controllate da Pechino dove ancora oggi, dopo oltre un anno, la situazione non è normalizzata. Per molti tibetani questa “Marcia verso il Tibet” è un evento paragonabile alla “Marcia del Sale” con cui all’inizio degli anni ’30 il mahatma Gandhi lanciò il movimento di liberazione indiano. E diversi analisti politici sono concordi nel ritenere che la “Marcia” abbia segnato una sorta di spartiacque per molti di coloro che lottano perché il Tibet possa riacquistare la sua perduta libertà e il suo popolo godere del più importante di tutti i diritti umani, quello all’autodeterminazione.
Karma Chukey, la video maker tibetana che insieme al giornalista Piero Verni e Mario Cuccodoro firma il documentario che presentiamo, ha partecipato sin dall’inizio a questa epica “Marcia” e ne ha ripreso tutte le fasi salienti. Il film è quindi sia la cronaca fedele di quello che può essere considerato il più importante avvenimento politico nella storia della diaspora tibetana sia lo spunto per una approfondita riflessione sulla condizione storica e politica del Tibet. Infatti, il film non si limita ad essere unicamente il diario della “Marcia Verso il Tibet”. Piuttosto questa viene usata come un filo conduttore che consente agli autori di fare il punto sull'intera vicenda tibetana. Così il reportage si sposta anche sul Tetto del Mondo utilizzando inediti e inusuali filmati (sia della stessa Chukey sia di Piero Verni) del Tibet odierno, interviste al Dalai Lama, immagini di coloro che ancora oggi fuggono dal Tibet e molto altro ancora. Una parte del lavoro è inoltre dedicata all'impegno internazionale a favore del Tibet e alle manifestazioni di protesta che hanno accompagnato l’accidentato percorso della Torcia olimpica nel suo viaggio verso Pechino.
In sintesi un documento di grande interesse, estremamente attuale e indispensabile per comprendere la condizione politica del Tibet a 50 anni dall’invasione cinese del Tetto del Mondo.
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