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letteratura di viaggio

22/11/2024 11:57:01

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Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta

Pirsig Robert


Editeur - Casa editrice

Adelphi

America del Nord
USA
zen


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

1981

Pagine - Pages

402

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Gli Adelphi

Ristampa - Réédition - Reprint

1990

Traduttore

Delfina Vezzoli


Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta  

"Questo romanzo è una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente, è una visione variegata dell'America 'on the road', dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio iniziatico. Una mattina d'estate, il protagonista sale sulla sua vecchia, amata motocicletta, con il figlio undicenne sul sellino e accanto a lui un'altra moto con due amici. Parte per una vacanza con ""più voglia di viaggiare che non di arrivare in un posto prestabilito"". Ma fin dall'inizio tutto si mescola: il paesaggio, che muta di continuo dagli acquitrini alle praterie, ai boschi, ai canyons, i ricordi che dilagano nella mente, la rete tenace dei pensieri divenuti stantii"". E altri pensieri crescono come erbe dalla cronaca del viaggio: l'amico si ferma, ha un guasto, impreca, non sa cosa fare. E il narratore si chiede: qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta? Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, gli si formula già una risposta: ""Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore"". Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos'è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa? Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate, seguito dal fantasma di Platone e Aristotele, e soprattutto dal ""fantasma della razionalità"", invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro mondo. Ma nella sua ricerca una voce si incrocia con la sua, quella del suo Doppio, Fedro, che anni prima aveva pensato quelle [...]"