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letteratura di viaggio

22/11/2024 11:26:33

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Il più personale dei piaceri

Diari di viaggio (Persia, 1926-1927)

Sackville West Vita


Editeur - Casa editrice

Garzanti Libri

Asia
Medio Oriente
Iran
Persia

Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

1992

Pagine - Pages

248

Titolo originale

Passenger to Teheran (1926) e Twelve Days (1928)

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

le mosche bianche

Traduttore

Marina Premoli

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Il piu personale dei piaceri

Il più personale dei piaceri Il più personale dei piaceri  

«Viaggiare e il più personale dei piaceri»: è questa la frase che Vita Sackville-West premette ai suoi ricordi di viaggio in Persia. Ma la scrittrice inglese ha un semplice segreto, con cui riesce a trasformare questo «piacere privato» in una lettura godibile, che trasmette tutta la curiosità, la capacità d’osservazione e l’ironia di una nomade d’eccezione: «È importante non dare nulla per scontato. Il viaggiatore saggio è costantemente sorpreso. Un sedentario sa che in India i pavoni volano liberi come gli storni in Inghilterra, e non vi trova motivo di meraviglia. Ma la verità è che vedere i pavoni selvatici che dispiegano la coda contro la luce di un tramonto orientale è una scena davvero meravigliosa».
Così, quando nel 1926 la trentaquattrenne Vita Sackville-West si imbarca per raggiungere il marito Harold Nicolson, nominato dal Foreign Office consigliere a Teheran, è in grado di apprezzare – e restituire nella sua scrittura – gli spazi immensi e gli orizzonti sconfinati, i giardini naturali, oasi di verde e di pace per il solitario pastore e i suoi animali, il mistero dei bazar, le bellezze naturali.
L’impatto con quel mondo selvaggio e primitivo sarà tale che pochi mesi dopo la scrittrice deciderà di intraprendere un nuovo viaggio, in regioni ancora più impervie: seguendo le tracce di Alessandro Magno, si spingerà fin sulle montagne abitate dalle fiere tribù dei pastori Bakhtiyari. Per dodici giorni di cammino su sentieri rocciosi e dodici notti in tenda, condividerà la loro esistenza nomade e avventurosa finché la carovana non scenderà a valle, tra le rovine di Persepoli, «mai dissacrate dalla mano dell’uomo», mentre in lontananza s’intravedono i fumi dei campi petroliferi della Anglo-Persian Oil Company, quasi a suggellare in un’immagine il significato di una esperienza sospesa tra passato e presente.
Vita Sackville-West (1892-1962) è una delle protagoniste della vita letteraria inglese del nostro secolo; di estrazione aristocratica, legata al circolo di Bloomsbury, coltivò raffinate relazioni sociali e inquiete esperienze erotiche. Tra i suoi libri tradotti in italiano, gli autobiografici La signora scostumata (1930) e Ogni passione spenta (1931), il poemetto Del giardino (1946) e la corrispondenza con la Woolf (Cara Virginia); di questa amicizia, la Woolf ha dato un memorabile ritratto in Orlando (1928).
Il più personale dei piaceri raccoglie i due volumi che Vita Sackville-West dedicò ai suoi viaggi in Persia, Passenger to Teheran (1926) e Twelve Days (1928)

 



Biografia

Sackville West Vita

Vita Victoria Mary Sackville-West (Knole House, 9 marzo 1892 – Castello di Sissinghurst, 2 giugno 1962) è stata una poetessa e scrittrice inglese, famosa per la sua relazione tempestosa con Virginia Woolf, per i suoi scritti sul giardinaggio e per la realizzazione del giardino del castello di Sissinghurst nel Kent.
Nacque presso la Knole House nel Kent, figlia di Lionel Edward Sackville-West, terzo Barone Sackville e Victoria Sackville-West, cugina del marito e figlia di una relazione extraconiugale con una ballerina spagnola. Nel 1913, sposò Harold Nicolson, diplomatico, giornalista, membro del Parlamento e autore di biografie e racconti.
Il suo poema The Land, vinse l'Hawthornden prize nel 1927.
Sia Vita che il marito ebbero varie e consecutive relazioni omosessuali extra matrimoniali. La relazione che ebbe gli effetti più profondi e duraturi nella storia personale di Vita fu quella con Violet Trefusis.
Appena i figli crebbero, Vita e Violet ebbero spesso occasione di realizzare piccole "fughe" (a partire dal 1918, in particolare in Francia, dove Vita usava vestirsi in abiti maschili in pubblico). Vita raccontò di questo periodo in un resoconto autobiografico che fu in seguito pubblicato dal figlio Nigel col titolo Portrait of a Marriage (il titolo fu deciso da Nigel, in quanto era sua intenzione distrarre l'attenzione dal fatto che si trattava del ritratto di una relazione extra coniugale). Il racconto da lei pubblicato Challenge fornisce una ulteriore testimonianza della relazione: Vita e Violet avevano cominciato a scrivere il testo come opera a quattro mani. Un'altra storia, meno coinvolgente, l'ebbe con Virginia Woolf alla fine degli anni venti. Anche di questa relazione rimangono echi in un libro (di cui la maggior parte era comunque già stata scritta prima della relazione) scritto dalla Woolf: Orlando.
La frequenza di tali relazioni (non le elenchiamo tutte in questa sede) non impedì comunque una stretta relazione con il marito, come si può verificare dallo scambio di lettere quotidiano (il carteggio fu pubblicato anch'esso dal figlio Nigel), e da un'interevista che la coppia rilasciò alla BBC radio poco dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La passione di Vita per le piante e l'architettura dei giardini la rese molto più famosa delle sue opere letterarie. Nel 1946 divenne collaboratrice per il giornale 'Observer' curando una rubrica di giardinaggio che, oltre a renderla famosa al suo tempo, ha influenzato la pratica dell'arte inglese nella cura dei giardini in maniera profonda. Dopo aver sviluppato e messo in pratica le sue idee nel giardino della prima casa con cui visse assieme al marito (suo collaboratore nella progettazione e nella cura), Long Barn, assieme crearono da zero il giardino del Castello di Sissinghurst. Il Castello di Sissinghurst è oggi proprietà del National Trust. È il giardino più visitato d'Inghilterra, con cira 200.000 visitatori all'anno nonostante la chiusura invernale.