«Mi hanno detto che lei scrive per un giornale americano. Forse la mia storia potrebbe interessarle.» Un giornalista che si aggira per l’Iran chiedendo ad autorità e gente comune come vivono, di cosa hanno paura e in cosa sperano non passa inosservato. A ogni fermata del viaggio è preso d’assalto da una folla di voci ansiose di raccontare storie diversissime, specchio di un paese in cui, oltre il velo della retorica ufficiale, si agitano mille fermenti. È come se studenti progressisti e conservatori, esponenti religiosi, giornalisti, politici, adolescenti fanatici di tutto ciò che arriva dall’Occidente aspettassero solo l’occasione per parlare di matrimonio e censura, del rapporto tra politica e religione, di movimento democratico e di eredità della rivoluzione islamica. Ad Afshin Molavi, loro connazionale alla scoperta della terra che per lui è solo un ricordo di infanzia, raccontano un paese lacerato tra l’aspirazione alla libertà che accomuna tutti i ceti e l’oscurantismo degli ayatollah che hanno tutti i poteri. E lui tocca con mano quel contrasto: nelle biblioteche finanziate dal regime in cui i libri che tramandano il verbo di Khomeini si coprono di polvere, mentre in libreria le biografie delle star di Hollywood vanno a ruba; nella risolutezza con cui i tassisti rifiutano la corsa ai religiosi; nei fogli filodemocratici infilati furtivamente nei quotidiani conservatori da giornalai che si improvvisano campioni della libertà di stampa. Poi c’è la Storia, che in Iran è materia incandescente e condiziona politica e società: solo i custodi più fedeli della tradizione, dallo scià ai leader religiosi, possono comandare il paese. Per raccontarla, Molavi ha scelto luoghi simbolici come la tomba di Ciro il Grande sull’altopiano di Pasargade e quella dedicata al poeta del Trecento Hafiz, il sacrario che celebra i trecentomila caduti della guerra contro l’Iraq, il mausoleo di Khomeini a Teheran. Ogni tappa di questo pellegrinaggio nel passato mette di fronte a una civiltà raffinata che ha assorbito conflitti e scontri feroci, lasciando il presagio che l’integralismo religioso non scriverà l’ultima parola nella storia millenaria della Persia. `Questo libro parla dell’Iran e degli iraniani. Per oltre un anno, ho viaggiato attraverso questa terra antica, sofisticata e tormentata per osservare, ascoltare, discutere, pensare e scrivere. Ho percorso migliaia di chilometri e visitato più di venti città e villaggi. A tutte le persone che ho incontrato ho rivolto una semplice richiesta: ‘Raccontami la tua storia’.`
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Molavi, a rising young writer born in Iran and fluent in Farsi, traveled his homeland for over a year. Throughout his journey, Molavi weaves the tale of nearly 3,000 years of Iranian history through pilgrimages to important historical sites and monuments. |