Yogin del Ladakh (Gli)
A sedici anni dalla pubblicazione in lingua inglese, esce tradotto nei tipi di Astrolabio/Ubaldini il frutto delle esperienze dei due autori che avevano partecipato alla stesura di Himalayan buddhist village, fondamentale per conoscere la cultura materiale dei villaggi ladakhi ma anche tibetani.
Il libro di John Crook e James Low mi ha intrigato da quando l'acquistai in una libreria di Leh. Nel 2001 cercai di incontrare l'ultimo yoghi di Shila, vicino a Padum, ma era ammalato. Nell'estate del 2003 giunsi troppo tardi, potei assistere solo alla puja in suo onore celebrata per nove giorni in una casa del villaggio alla presenza dell'ultimo re di Padum, Puntchok Dawa, mio vicino di casa. Del libro, per interesse personale, non posso che rammentare il manoscritto dovuto a Tipun Padma Chogyal eremita di Urgyen dZong. Ma consiglio anche di leggere l'esperienza nel luogo di cremazione di Stok dove l'autore rischiò di essere linciato dagli abitanti, irritati dalla presenza di uno sconosciuto nel loro luogo sacro... Questo libro esplora il buddhismo tibetano da un punto di vista insolito e piuttosto impegnativo: l'osservazione diretta, sul campo, delle sue manifestazioni e pratiche da parte degli eremiti dell'Himalaya. I due autori, etologo-antropologo il primo e tibetologo-psicoterapeuta il secondo, entrambi con una solida esperienza di meditazione buddhista, hanno visitato remoti monasteri e grotte per incontrare gli yogin e i lama del Ladakh, eredi di una tradizione di cui sono ormai gli unici portatori viventi. Seguaci della scuola Kargyupa, che conta tra i suoi santi figure eminenti quali Marpa e Milarepa, questi yogin, più che alla filosofia e all'etica buddhista sono dediti a uno stile di vita arduo e a pratiche meditative complesse, trasmesse in grande segretezza solo a chi si è consacrato al loro stesso sentiero. La disciplina interiore ha donato loro un senso di onestà, disponibilità, cordialità, abnegazione, accettazione dell'altro, una saggezza che non è mera conoscenza e che non si manifesta tanto nelle loro parole, quanto nel loro intero modo di essere e di agire. Il volume comprende la traduzione di un manoscritto inedito di Tipun Padma Chogyal, affidato a James Low perché fosse reso noto in Occidente: "Il quaderno di appunti sulla meditazione", un testo che illustra i vari stadi di sviluppo della pratica della Mahamudra.
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