Avrei capovolto le montagne
Questa biografia è il prodotto del lavoro sulla memoria di due donne che, appartenenti a generazioni diverse, si sono incontrate grazie al comune interesse per l'ebraismo e la storia della soggettività femminile. Sollecitata da Marcella Filippa, Giorgina Levi narra un periodo della propria vita - gli anni 1939-46, in cui fu costretta a emigrare in Bolivia con il marito, a causa delle persecuzioni razziali fasciste -che, se fu certo il più difficle, rappresentò tuttavia un passaggio decisivo per la sua maturazione di donna e di militante. Rievocare gli anni dell'esilio significa per Giorgina ridestare emozioni intense e talora dolorose: la nostalgia per la famiglia e per l'Italia, la fatica per le durissime condizioni di vita sulle Ande boliviane, la sofferenza di fronte alla miseria e allo sfruttamento degli indios nelle miniere,la passione dell'impegno politico antifascista nel mondo dell'emigrazione, la preoccupazione costante per i parenti rimasti nell'Europa sconvolta dalla guerra, la difficile solidarietà con gli indios. Ma rievocare significa anche ritrovare in sé la forza con cui seppe affrontare lo sdradicamento dell'esilio, quella forza con cui avrebbe potuto 'capovolgere le montagne'. La complicità consapevole con cui Giorgina e Marcella affrontano la ricostruzione di questa vicenda trascende i ruoli dell'intervistata e dell'intervistatrice, perchè entrambe si pongono domande sul passato e su di sé, creando insieme un testo che sta a metà fra storia e letteratura, una formula nuova e feconda per la storia delle donne.
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In una collana (Astrea) di libri sulle donne esce questa lunga intervista a Giorgina Levi, ex deputato del Pci. Il volume si legge come un romanzo. Dal contatto con la miseria e lo sfruttamento degli Indios nacque e si sviluppò la militanza socialista. Ma il libro assume un rilievo tutto particolare proprio per il vistoso contrasto che individua tra la realtà ebraico-piemontese d'origine e un universo in tutto e per tutto straniero. È come se uno dei personaggi di "Argon* di Primo Levi d'un tratto si risvegliasse ai piedi delle Ande e cercasse di tradurre in dialetto 'quechua' le saporite massime giudaico-subalpine. Marcella Filippa ha raggiunto nel suo testo un ammirevole equilibrio metodologico, intrecciando con abilità brani di un'intervista a diversi documenti inediti (carteggi, articoli). S'aggiunga che la Levi, prima di partire, si era unita in matrimonio a un medico ebreo tedesco che, per ironia della sorte, pur non essendo ariano, si chiamava Arian. Heinz Arian portò con se una cultura abbondantemente letteraria, e persino un po' decadente, nonostante la sua formazione medico-scientifica (assai gustosa è la scelta di dediche e di lettere d'amore qui riportate). Un ruolo tutto particolare occupa infine Augusto Monti, che seppe instillare in questa sua giovane allieva il tarlo della classicità come garanzia di antifascismo. scheda di Cavaglion, A., L'Indice 1990, n. 6 ============== Avrei capovolto le montagne : Giorgina Levi in Bolivia, 1939-1946 / Marcella Filippa ; presentazione di Guido Fubini. - Firenze : Giunti, 1990. - XXIV, 252 p. ; ill. cm. - (Astrea ; 32). - ISBN 88-09-20174-4
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