Cortile dei girasoli parlanti (Il)
"La bambina che giocava con il soldatino ussaro... Il prete che andava a dir messa in un eremo di monaci bizantini... Zia Anja e zia Nini, le migliori sferruzzatrici del paese... Gabriel Attarian, l'armeno che voleva imparare l'italiano...". I personaggi di questo viaggio palpitano di vitalità e di splendore. Si rimane intrappolati nelle loro storie sospese tra due mondi: quello onirico, che vive di sogni e di fiabe, e quello concreto, che narra di vita contadina, di terre lontane, di affetti familiari, di fede. Ogni storia quasi una spigolatura - contiene una folgorazione di saggezza, una scheggia di luce che viene a illuminare l'oscurità del quotidiano ridestandoci a un "senso" o, meglio, a un "frammento di senso": il valore delle nostre radici, la custodia della memoria, la consapevolezza del nostro stare e agire nel mondo. Sono ritagli autobiografici in cui la Arslan declina i temi che più le sono cari: la questione armena e l'insensatezza della guerra, ma anche la spontaneità dell'infanzia, la natura madre e matrigna, l'odio che contamina e deturpa, la forza invincibile dell'amore. Una galleria di voci e di volti, che parlano di una sapienza antica, che non c'è più.
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ANTONIA ARSLAN, laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'università di Padova. È autrice di saggi pionieristici sulla narrativa popolare e d'appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla "galassia sommersa" delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra '800 e '900). Attraverso l'opera del grande poeta Daniel Varujan — del quale ha tradotto (con Chiara Haiganush Megighian e Alfred Hemmat Siraky) le raccolte II Canto del Pane e Mari di grano — ha riscoperto la sua profonda e inespressa identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio (Metz Yeghèrn. Il genocidio degli Armeni, di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Infine, ha scritto il suo primo romanzo, La Masseria delle Allodole, perché non ha potuto farne a meno. Quei personaggi, quelle persone dal destino incompiuto, erano lì, e l'hanno chiamata. Hanno voluto essere ascoltati. |