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Cosma Manera e la Legione Redenta

La storia e l'archivio

Guarasci Roberto


Editeur - Casa editrice

Aracne

Asia Centrale
Estremo Oriente
Siberia
Russia

Città - Town - Ville

Roma

Anno - Date de Parution

2018

Pagine - Pages

152

Titolo originale

Cosma Manera e la Legione Redenta. La storia e l'archivio

Lingua originale

Lingua - language - langue

Italiano

Edizione - Collana

Enumera

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Cosma Manera e la Legione Redenta. La storia e l'archivio

Cosma Manera e la Legione Redenta Cosma Manera e la Legione Redenta  

Tra il 1916 e il 1920 il maggiore dei carabinieri Cosma Manera riuscì a portare a termine una delle prime missioni di recupero di prigionieri dell'epoca moderna. Dalla Russia, infatti, prelevò oltre diecimila ex soldati italiani arruolati nell'esercito austro-ungarico - poiché appartenenti alle Terre Irredente - e compì, in condizioni climatiche estreme, un lungo tragitto dalla Siberia fino alla Concessione italiana di Tien-Tsin e da lì, via mare, fino in Italia.

Per cercare di raccogliere quanti più prigionieri possibile fu creata e inviata a Pietrogrado nell'Agosto 1916 una speciale Commissione, con lo scopo di organizzare capillarmente la ricerca di questi militari. Già il 21 Settembre di quello stesso anno un primo contingente composto da 33 ufficiali e 1665 uomini di truppa lasciava la Russia da Arcangelo (Mar Bianco) sul piroscafo inglese Huntspeal.
Il 1° Novembre partì un secondo scaglione da Kirsanoff che prese imbarco sullo stesso piroscafo con una forza di circa 1.660 uomini. Poco dopo partiva un terzo contingente di 665 uomini imbarcati sul trasporto francese Medie. Circa 4.000 erano già sfuggiti con questo sistema alla "palude" Russa percorrendo l'unica via (il Polo Nord)che collegava questo paese al resto d'occidente .

"Con la partenza del magg. Squillero e del cap. Moda per Arcangelo, onde proseguire per l'Inghilterra e per l'Italia, io rimango l'unico ufficiale dell'Arma distaccato in Russia... Finora abbiamo raccolto e spedito per l'Italia circa 1700 prigionieri al comando dei predetti due Ufficiali; un altro scaglione altrettanto forte partirà il mese venturo... Io sono destinato al comando di un terzo scaglione di eventuale formazione e d'incerta partenza, per la probabile chiusura dei mari polari”.
Scrisse il Maggiore dei Carabinieri Marco Cosma Manera, responsabile poi dell'organizzazione da marzo.

Sloveni e Croati (di lingua) d'Istria s'erano messi in fila con gli Italiani della Missione e molti furono "de facto" naturalizzati, nonostante emissari serbi promettessero a fine guerra uno stato slavo a spese di tutti i vincitori. Il caos sociale e la rivolta ormai covavano da mesi e nel marzo esplosero con la deposizione dello Zar da parte di Kerenski, rivoluzionario moderato.
Una piccola pausa estiva poi nel campo di Kirsanoff e Volodga l'inverno arriva. Preceduto da un crescendo di avvenimenti importanti quali la presa del palazzo d'inverno, scioperi di intere armate etc, il giorno 8 Novembre 1917 (Rivoluzione d'Ottobre secondo il loro calendario) veniva destituito il Governo provvisorio di Kerenski. Il subentrante Comitato Rivoluzionario, presieduto da Lenin, decretava un armistizio per la cessazione delle ostilità al fronte. Con la chiusura del porto di Arcangelo (e l'inagibilità di quello di Murmansk) e la nuova situazione politica si decise di dirigere verso Vladivostok, all'estremo est asiatico, alla spicciolata e in piccoli gruppi i restanti prigionieri riscattati.
Le partenze da Kirsanoff cominciarono il 28 Dicembre 1917 con ogni treno in partenza per la Siberia nella speranza che in quel porto vi fosse qualche probabilità d'imbarco e di rimpatrio nonostante il caos. Manera non si perse d'animo: l'unico lembo di terra amica era la concessione italiana a Tien-Tsin in Cina. La raggiunsero nel marzo del 1918 a dispetto delle pessime ed insidiose strade della Manciuria, tra le località di Nikolsk-Ussuiski, Harbin e Laosciaogao, dopo aver attraversato quasi 17 paralleli!
A Tien-Tsin il neobattezzato battaglione Irredenti fu raggiunto dal corpo di spedizione italiano, comandato dal Colonnello barone Edoardo Fassini-Camossi, per essere impiegato in Siberia accanto agli altri contingenti alleati nella lotta antibolscevica. Di quel gruppo di 2650 prigionieri ex austriaci partito da Kirsanoff, circa 850 vennero arruolati successivamente tra gli effettivi del Corpo di Spedizione italiano.
I rimanenti uomini che non chiesero l'arruolamento furono avviati al centro di raccolta dei prigionieri di guerra dove svolsero servizi di guardia in attesa del rimpatrio. Nonostante queste difficoltà piccoli gruppi di irredenti continua a giungere ad Arcangelo.

 

Consulta anche: Presentazione su YouTube

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