Ellora
Ellora sorge nell’India centro-occidentale, nello Stato del Maharashtra; appare un’isola felice nella natura a pochi chilometri da un altro luogo di grande interesse, quello delle grotte di Ajanta. Parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1983, Ellora è un complesso rupestre di grande importanza, tanto da esser divenuto luogo di pellegrinaggio delle tre grandi religioni che lì si trovano rappresentate: buddhismo, brahmanesimo e giainismo. Tra V e X secolo furono scavati nella roccia 34 luoghi di culto (templi, monasteri e talvolta cappelle) su una superficie di circa due chilometri quadrati. Il tutto si affastella, incastra, mostrando un’abilità artigianale e, anche, un’armonia religiosa non scontate. Le strutture presentano dettagli architettonici e decorativi differenti che ne sottolineano ricchezza e inventiva: colonnati, scalinate, rilievi scultorei, stucchi e lacerti pittorici. L’eccezionalità del sito è stata purtroppo adombrata dal carattere rupestre dell’architettura e dei rilievi scultorei: l’oscurità che li avvolge, più o meno densa, non ha consentito fino ad oggi campagne fotografiche che ne portassero alla luce la straordinarietà. Iago Corazza, con la sua apparecchiatura molto sensibile, dona finalmente ad appassionati e semplici curiosi la possibilità di addentrarsi in questo contesto unico. La spiegazione di ciò che si vede e che emerge dalle pareti rocciose è invece affidata alla voce esperta di Gilles Béguin. Dopo la pubblicazione di Khajurāho, gli appassionati di arte indiana hanno l’opportunità di addentrarsi ancora una volta, accompagnati da guide d’eccezione, all’interno di un sito di straordinaria bellezza, le cui splendide fotografie daranno finalmente adito a coglierne particolari inediti.
Gilles Béguin, conservatore generale onorario del patrimonio, è stato responsabile delle collezioni del Nepal e del buddismo lamaico presso il Musée national des arts asiatiques - Guimet dal 1971 al 1994. È diventato in seguito direttore del Musée Cernuschi - musée des Arts de l’Asie de la Ville de Paris, dove tra il 2001 e il 2005 ha organizzato numerose mostre e ne ha diretto la ristrutturazione. È autore di diversi articoli scientifici, cataloghi e libri d’arte, quali Les Cimes de l’éveil: monastères bouddhiques du Ladakh (1990); Polonnaruva: renaissance à Ceylan (1991); Les peintures du bouddhisme tibétain (1995); Népal, vision d’un art sacré (1996); L’Arte buddista. Un atlante storico (2009).
Iago Corazza, fotografo, è autore di reportage in particolare per il «National Geographic», per le edizioni White Star e per la rivista «Oasis». Ha inoltre realizzato documentari per importanti reti televisive in Italia e nel mondo. Collabora con l’Unicef.
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Thirty-four places of worship (temples, monasteries, and shrines) were carved out of the rock between the fifth and tenth centuries over an area of around two square kilometres. All the sculpture at the site is testimony to the superb skill and sheer determination of the workforce involved, as well as being evidence of the religious harmony of the time. The monuments include all sorts of architectural and decorative features that display the utmost splendour and inventiveness: columns, staircases, reliefs, stuccos, and even surviving patches of painted decoration. In the past, the extraordinary work at the site has unfortunately been eclipsed by the exceptional nature of its surroundings. The architecture and sculpture are often immersed in darkness and this has made it impossible to create the kind of photographic record that would give their stunning quality the visibility it deserves. But now Iago Corazza, with his ultra-sensitive photographic equipment, is able at last to give lovers of Indian art and enthusiasts the chance to fully appreciate this wonderful, indeed unique, group of rock-cut temples. The task of explaining the meaning and significance of these works as they emerge from the dark is entrusted to the expertise of Gilles Béguin. Following the success of Khajuraho, readers have the chance to explore another treasure of Indian art accompanied by a distinguished guide, with the benefit of photos that at last do their marvellous subjects full justice. |