Un gesuita nella città proibita
E se finalmente gli insegnanti italiani usufruissero dell'"anno sabbatico", sul modello anglosassone, con l'obbligo di un contributo scientifico? Questo è il frutto dell'anno sabbatico del prof. Ronnie, hongkonger ora in USA: è un ricerca su Matteo Ricci, il nostro grande sinologo. E con sgomento ricordo chi, ignorandone l'esistenza, mi disse "chissà cosa si era fumato Battiato". «Pareami che mi si facesse incontro un uomo sconosciuto, che mi diceva: “E tu vuoi pure andare innanzi in questa terra per distruggere la sua legge antica, e piantarvi la legge di Dio?”. Io, meravigliandomi come colui potesse penetrare nel mio cuore, gli risposi: “O voi siete il diavolo o Iddio”. Disse colui: “il diavolo no, sì bene Iddio”. Allora io, gittatomi a’ suoi piedi e piangendo dirottamente dissi: “Dunque, Signore, giacché sapete questo, perché fin ora non mi avete aiutato?”. Disse egli allora: “Andate pur in quella città”; e parea che mi mostrasse Pechino, “e quivi vi aiuterò”»
Matteo Ricci è a tutt’oggi una delle personalità occidentali più note in Cina. Arrivato nel 1582, vi rimase per quasi trent’anni svolgendovi un ruolo decisivo nella diffusione non solo del cristianesimo ma anche della cultura e della scienza europea. Prima biografia ad avvalersi delle fonti sia occidentali sia cinesi, il libro racconta l’appassionante vicenda di questo leggendario gesuita, seguendolo dall’infanzia nella nativa Macerata agli anni della formazione nella Roma dei papi, dal soggiorno nell’India portoghese fino all’approdo in Cina, dove grazie alle sue conoscenze di cartografia, matematica e astronomia, e al prestigio acquisito, fu ricevuto alla corte imperiale dei Ming e fu il primo occidentale a poter entrare nella Città Proibita. Ricci rimane il più illustre mediatore culturale fra l’Occidente e la Cina.
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A 16th century Italian Jesuit, Matteo Ricci was the founder of the Catholic Mission in China and one of the most famous missionaries of all time. A pioneer in bringing Christianity to China, Ricci spent twenty eight years in the country, in which time he crossed the cultural divides between China and the West by immersing himself in the language and culture of his hosts. Even 400 years later, he is still one of the best known westerners in China, celebrated for introducing western scientific and religious ideas to China and for explaining Chinese culture to Europe. |