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Rabban Sauma "The chinese Marco Polo"

The astonishing travels of a Nestorian Monk from China to Europe

Ernest Alfred Wallis Budge


Editeur - Casa editrice

Communio Sanctorum

Asia
Asia Centrale
Cina


Anno - Date de Parution

2010

Lingua - language - langue

eng


Rabban Sauma Rabban Sauma "The chinese Marco Polo"  

Il 23 giugno 1287, i cittadini di Napoli furono sorpresi dall'arrivo di una nave che trasportava un religioso asiatico che aveva viaggiato da Tai-tu, la favolosa capitale del sovrano mongolo Khubilai Khan, ora città di Pechino. Non fu il primo viaggiatore dal mondo mongolo ad entrare in Europa, ma tutti i suoi predecessori provenivano dal Medio Oriente; è stato il primo in assoluto ad arrivare da così lontano come la Cina.
In effetti, è conosciuto come "il primo cinese identificato a raggiungere l'Europa". Questo chierico avventuroso si chiamava Rabban Bar Sauma (siriaco: Rɑbbɑn bɑrsˤɑuma), noto anche come Rabban Ṣawma o Rabban Çauma, (拉賓掃務瑪) (Pechino, 1220 circa – Baghdad, 1294).
Originario di Pechino, nato forse da famiglia uighura, era monaco nestoriano e guidò una missione diplomatica in Europa per conto di un sovrano mongolo di Persia, lo il-khan mongolo Hulago. Ha lasciato ai posteri la descrizione dei suoi viaggi. È stato il primo autore di una relazione ufficiale su un viaggio in direzione est-ovest (da Pechino a Roma) nello stesso periodo in cui Marco Polo effettuò lo stesso viaggio in direzione contraria.
Molto pio, partì da Pechino per un pellegrinaggio a Gerusalemme con uno dei suoi discepoli, Rabban Marcos. Essi non raggiunsero mai la città santa a causa del fatto che l'itinerario prestabilito attraversava territori interessati da conflitti militari. Si fermarono nella Baghdad controllata dai mongoli, dove trascorsero molti anni.
Nel 1287 l'anziano Bar Sauma intraprese il viaggio in Europa, portando doni e lettere del sovrano Arghun all'imperatore bizantino, al papa ed ai re europei. Seguì l'ambasciata di un altro nestoriano, Isa Kelemechi, mandato da Arghun presso papa Onorio IV nel 1285 del quale però non abbiamo alcun scritto.
Rabban Bar Sauma viaggiò con numerosi assistenti e trenta animali. Tra i compagni di viaggio c'erano il cristiano nestoriano (archaon) Sabadinus, Tommaso d'Anfossi (genovese, membro di un'importante compagnia bancaria genovese che funse da interprete) ed un secondo interprete italiano di nome Uguetus o Ughetto. Bar Sauma, nonostante parlasse correntemente cinese, turco e persiano, non conosceva nessuna lingua europea. Suo successore nel ruolo di ambasciatore presso Arghun fu il nobile genovese Buscarello Ghisolfi.
Viaggiò attraverso l'Armenia fino al bizantino impero di Trebisonda sul Mar Nero, poi via nave fino a Costantinopoli dove ottenne un'udienza con l'imperatore Andronico II Paleologo. Gli scritti di Bar Sauma forniscono una descrizione entusiastica della sontuosa basilica di Santa Sofia. Il monaco raggiunse poi, sempre via nave, l'Italia. Quando costeggiò la Sicilia fu testimone della grande eruzione dell'Etna del 18 giugno 1287.
Pochi giorni dopo il suo arrivo assistette ad una battaglia navale nel golfo di Napoli il giorno di San Giovanni, 24 giugno 1287, durante il conflitto dei Vespri siciliani. La battaglia fu combattuta tra la flotta di Carlo II (che lui chiama "Irid Shardalo", ovvero "Il re Carlo Due") che lo aveva accolto nel suo regno e Giacomo II di Aragona, re di Sicilia (che chiama Irid Arkon, ovvero "Il re di Aragona"). Bar Sauma scrisse che Giacomo II vinse uccidendo 12.000 uomini. Si trasferì poi a Roma, troppo tardi per poter incontrare papa Onorio IV morto poco tempo prima. Bar Sauma avviò quindi negoziati con i cardinali della curia e visitò la basilica di San Pietro.
La seconda parte del viaggio di Bar Sauma riguardò la visita dei principali monarchi cristiani. Durante il viaggio verso Parigi si fermò prima in Toscana (Thuzkan) e poi nella Repubblica di Genova. Passò l'inverno del 1287/88 a Genova, all'epoca uno dei principali centri finanziari europei. Filippo il Bello re di Francia (Frangestan) rispose positivamente all'arrivo dell'ambasciata mongola. Bau Sauma fu ospitato per un mese dal monarca e ricevette molti regali. In Guascogna (Francia meridionale), allora in mano agli inglesi, Bar Sauma incontrò re Edoardo I d'Inghilterra, probabilmente nella capitale Bordeaux. Edoardo fu entusiasta dell'ambasciata, ma non fu in grado di fornire un'alleanza militare a causa del conflitto in corso con gallesi e scozzesi.
Re Filippo aveva incaricato uno dei suoi nobili, Gobert de Helleville di riaccompagnare Bar Sauma in Mongolia. Gobert de Helleville partì il 2 febbraio 1288 con due chierici francesi, Robert de Senlis e Guillaume de Bruyères, oltre al balestriere Audin de Bourges. Raggiunsero Roma ed attesero l'arrivo di Bar Sauma dalla Guascogna per poi accompagnarlo fino in Persia.
Al ritorno a Roma Bar Sauma fu ricevuto cordialmente dal neoeletto papa Niccolò IV, il quale gli diede la comunione la Domenica delle palme del 1288, permettendogli di celebrare l'eucaristia nella capitale della cristianità. Niccolò affidò a Bar Sauma una preziosa tiara da consegnare al patriarca della chiesa d'Oriente Mar Yaballaha (il suo ex discepolo Marcos). Bar Sauma fece ritorno a Bagdad nel 1288, portando messaggi e doni dai vari monarchi europei.
Alle lettere ricevute, Arghun rispose nel 1289. Il re persiano consegnò le sue missive al mercante genovese Buscarello Ghisolfi, agente diplomatico dell'khanato. Nella lettera indirizzata a re Filippo IV di Francia, Arghun citò Bar Sauma.