Quel pianeta di sabbia e rocce vulcaniche che si estende per otto milioni di chilometri quadrati, dall'Oceano Atlantico al Mar Rosso, un tempo fu verde e ricco di acque. Le genti che, nel corso dei millenni, lo popolarono, hanno lasciato innumerevoli tracce del loro passaggio: pietre incise, utensili, ma, soprattutto, dipinti rupestri. Opere di una tale raffinatezza stilistica da poter essere annoverate tra i maggiori capolavori dell'arte di tutti i tempi. Ce ne sono a migliaia che punteggiano, con la loro presenza solenne, l'assoluta bellezza di un paesaggio unico al mondo. Questo libro, frutto di lunghi anni di studio e di esplorazioni, si propone come uno strumento di lettura dell'arte rupestre sahariana ed è un contributo alla conoscenza di una splendida cultura che le avverse condizioni di vita nell'immensa "regione della grande sete" non sono riuscite a cancellare.
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"Il deserto... si apre rossiccio sotto di noi, dopo che le nuvole che coprivano la costa di Tripoli si sono disciolte (...), colori che vanno dal rosso mattone all'ocra si susseguono formando strane composizioni astratte e fantasiose. Qua e là - distanziate tra loro - macchie più scure, verdastre, di oasi. Più lontano si scopre una macchia purpurea (...) sulla epidermide accidentata del terreno, solcata da una striscia chiara: è una pista che si addentra (...) e che conduce chissà dove..."
Questo lavoro agile è considerato da qualcuno un classico. Opera improntata a quella divulgazione che, pur se priva di rigore scientifico, non manca di suscitare ancor oggi interesse. Dopo aver profilato le vicende storiche, considera i movimenti migratori. |