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25/11/2024 05:11:23

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Viaggio in Portogallo

Saramago José


Editeur - Casa editrice

Einaudi

Europa
Portogallo
Portogallo


Città - Town - Ville

Torino

Anno - Date de Parution

1999

Pagine - Pages

516

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Einaudi tascabili


Viaggio in Portogallo Viaggio in Portogallo  

Dal Premio Nobel per la Letteratura 1998, la storia di un viaggio nell`affascinante terra portoghese si trasforma nello spunto per una riflessione sul viaggiare come esperienza fondamentale, e sull`uomo-viaggiatore che registra dentro di sé impressioni e frammenti di esistenze, in un percorso conoscitivo e sentimentale che appare inesauribile.

Una `sfida` e un `invito`. È cosí che Saramago presenta al lettore le pagine di Viaggio in Portogallo. Un invito a lasciare la propria dimora per mettersi in strada, perché viaggiare è una delle molte facce della felicità. Una sfida a costruire il proprio itinerario, a fare delle luci, delle voci e dei sapori un`esperienza interiore, un`occasione di conoscenza spirituale. Proprio per questo nonostante Saramago descriva luoghi, paesaggi, arte, storia, miti e leggende, curiosità della terra portoghese -, l`autore mette in guardia il lettore: `si rassegni a non disporre di questo libro come di una normale guida, o di una mappa da tenere sottomano, o di un catalogo generale. Presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati e accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d`uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio ` . Con queste premesse, il viaggiatore-Saramago apre una porta e mostra un suo cammino.
Nel paese che egli racconta `abbondano le imprese soprannaturali` e l`occasione per chi legge è duplice: lasciarsi trasportare dall`incanto del racconto, e imparare che per vedere un miracolo è sufficiente saperlo riconoscere. Il viaggio, comunque, non finisce mai.
Il libro contiene 4 cartine del Portogallo e un dettagliato indice dei luoghi.

 



Recensione in lingua italiana

recensione di Grassano, M., L'Indice 1996, n. 1
(recensione pubblicata per l'edizione originale del 1995)

Il testo è apparso originariamente nel 1981, e andrebbe quindi già ascritto alla cosiddetta "nuova maniera" saramaghiana. Si tratta, come si desume dal titolo, di un libro di viaggio, dedicato "a quanti mi hanno aperto la porta e indicato cammini - e anche in ricordo di Almeida Garrett, maestro di viaggiatori" (ma tra i "numi tutelari" di Saramago in quest'impresa bisognerebbe includere, oltre al citato autore dei Viagens na minha terra, anche il Camilo José Cela dei due Viajes a la Alcarria).
Il volume è costituito da 55 capitoli, nel corso dei quali l'autore percorre in automobile il Portogallo dal valico di frontiera con la Spagna ubicato nei pressi di Miranda do Douro (nell'angolo nord-orientale del paese) all'Algarve (regione turistico-balneare dell'estremo sud). Il criterio con cui viene via via disegnato l'itinerario è quello di affidarsi da un lato alle reminiscenze letterarie o storico-artistiche del viaggiatore-autore, e dall'altro ai consigli delle persone in cui questi si imbatte, alle associazioni mentali suggeritegli dalle circostanze, o anche al caso: "Senza dubbio, l'autore è andato dove si va sempre, ma è andato pure dove non si va quasi mai" ci informa.
"Il viaggiatore ha viaggiato nel suo paese.Ciò significa che ha viaggiato dentro di sé, nella cultura che lo ha formato e lo sta formando, significa che, per molte settimane, è stato uno specchio che ha riflesso le immagini esterne, un pannello di vetro trasparente che luci e ombre hanno attraversato, una lastra sensibile che ha registrato, di passaggio e sistematicamente, le impressioni, le voci, il mormorio interminabile di un popolo": così Saramago ci anticipa quale sarà l'ottica del suo testo, in cui da un lato troveremo la descrizione delle cose (monumenti, paesaggi, cibi...) e delle persone incontrate (o della loro immagine ricordata nel momento della scrittura), e dall'altro le impressioni, le emozioni e le opinioni dell'autore di fronte a esse ("A quest'ora, in questo giorno di marzo, Castelo Rodrigo è un deserto.Il viaggiatore non ha visto più di mezza dozzina di persone, tutte di età avanzata, donne che cucivano alla porta, uomini che guardavano davanti a sé; come chi si sente perduto.Quello che funge da custode trascina dolorosamente una gamba, e ripete un messaggio che non è stato in grado di capire, è il suo ultimo strumento di lavoro e non sa come maneggiarlo.Il viaggiatore va in giro per viaggiare, non cerca pensieri neri, ma essi vengono, incombono su Castelo Rodrigo, desolazione, tristezza infinita").
Quanto allo stile, si possono sottoscrivere anche in questo caso le parole della critica brasiliana Leyla Perrone Moisés: "Saramago... sa ricordarci, a ogni nuovo testo, la meraviglia che è la lingua portoghese, quando chi scrive sa danzare tutti i ritmi della sua ricca sintassi e assaporare tutti i sapori del suo succulento lessico": come si osserva nei pur brevi lacerti citati, il periodare è di vasto respiro, con un impianto fortemente influenzato dall'oralità ma allo stesso tempo ancorato a una solida tradizione letteraria; il lessico, poi, è caratterizzato da una grande ricchezza, che spazia dal popolaresco al colto o al "ricercato", ivi ricomprendendo i tecnicismi appartenenti ai linguaggi settoriali di architettura e storia dell'arte.
Si tratta, insomma, di un libro di grande pregio, che merita senz'altro - anche per le conoscenze che schiude su un paese da noi poco noto quale è il Portogallo - di essere tradotto in italiano.Badando però a una cosa: che la versione sia curata meglio - per quanto riguarda la giusta interpretazione di termini portoghesi anche facili - di quelle dei precedenti testi saramaghiani (nel "Memorial do convento", ad esempio, "chegam-lhe m-os e dedos para acertar o insecto" è stato tradotto con "gli arrivano [sic] mani e dita per centrare l'insetto" anziché ha mani e dita sufficienti per..."; nella "Hist¢ria do cerco de Lisboa" la frase "Ouroana acabou de lavar a roupa" è stata resa con "Ouroana smise di lavare i panni" invece del corretto "termin•"; ne "O ano da morte de Ricardo Reis", il sintagma "zumbiu brevemente o besouro da porta" è stato reso con "il campanello della porta tintinna rapido", mentre una versione precisa avrebbe dovuto dire "il cicalino della porta ronzò brevemente": anche in Portogallo le mosche "zumbem", "ronzano", e non "tintinnano"!).