Samarcanda centro del mondo
Il presente studio concerne l’analisi delle pitture ritrovate a Afrasyab (la Samarcanda pre-islamica o, meglio, pre-mongola) negli anni ’60 del secolo scorso dai russi. Nuove scoperte possono aiutare a comprendere meglio quel ciclo pittorico in cui compaiono, oltre agli abitanti stessi di Samarcanda, anche rappresentanti delle civiltà attigue come cinesi, indiani, turchi durante un periodo preciso dell’anno, intenti a officiare celebrazioni specifiche. Un’introduzione storica e alcune traduzioni da fonti relative all’epoca in questione sono presentate allo scopo di fornire dati di prima mano e approfondimenti anche al lettore non esperto.
I murali di Afrasiab , chiamati anche i Dipinti degli Ambasciatori, sono un raro esempio di arte sogdiana. Furono scoperti nel 1965 quando le autorità locali decisero di costruire una strada nel mezzo del tumulo di Afrāsiāb, l'antico sito della Samarcanda pre-mongola . Ora sono conservati in un museo speciale sul tumulo di Afrāsiāb.
I dipinti risalgono alla metà del VII secolo d.C. Probabilmente furono dipinti tra il 648 e il 651 d.C., mentre il Khaganato turco occidentale, i cui membri sono ben rappresentati nel murale, era in declino e la dinastia Tang stava espandendo il suo territorio nell'Asia centrale. Dipinti su quattro pareti della stanza di una casa privata nel sito raffigurano tre o quattro paesi confinanti con l' Asia centrale: sulla parete settentrionale, la Cina (una festa cinese, con l' imperatrice su una barca, e l'Imperatore a caccia); sul muro Meridionale, Samarcanda (cioè; il mondo iraniano: un corteo funebre religioso in onore degli antenati durante la festa di Nowruz); sulla parete orientale l'India (come terra degli astrologi e dei pigmei, anche se questo dipinto è in gran parte distrutto).
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Matteo Compareti (Padova, 1971) ha studiato lingue e letterature orientali all’Università di Venezia “Ca’ Foscari”. Si è specializzato in archeologia e storia dell’arte dell’Asia Centrale e dell’Iran pre-islamico (con particolare riguardo alla pittura sogdiana e alla Persia sasanide), conseguendo il titolo di dottore di ricerca in studi iranici all’Università di Napoli “L’Orientale”. Attualmente il suo campo di indagine verte sullo studio dell’iconografia delle divinità zoroastriane. |