La carovana del sultano
Nel 1324 Mansa Musa, il sultano del Mali, «l'uomo più ricco che il mondo abbia mai visto», intraprende il suo pellegrinaggio verso La Mecca, a capo di un immenso corteo lungo decine di chilometri e composto da migliaia di uomini e da altrettanti dromedari carichi di quintali e quintali d'oro. Un viaggio destinato a entrare nella storia, ammantato di leggenda, grazie alle cronache arabe dell'epoca e dei secoli a venire. L'autore ricostruisce quel cammino, inserendolo nel contesto storico e culturale del tempo, rivelandone gli aspetti politici e strategici oltre a quelli religiosi ed economici. Il percorso della carovana del sultano diventa così una sorta di metafora, utile a spiegare la fitta rete di legami e di scambi, che avvolgeva il Mediterraneo, unendo l'Africa all'Europa. Si viene così a delineare una lettura nuova e multicentrica della storia, in cui l'Africa è un'importante protagonista e non la terra isolata dell'hic sunt leones. «Disegnata la cornice, delineato lo sfondo, il racconto del viaggio di Mansa Musa assume una valenza più ampia di quella esplicitamente religiosa legata al pellegrinaggio alla Mecca. La ricostruzione delle peripezie della carovana, carica d'oro e di schiavi, diventa, infatti, il resoconto di un'operazione politica e di immagine quanto mai moderna e in gran parte riuscita. La traversata del deserto, l'arrivo al Cairo, che all'epoca era l'equivalente della New York attuale, e l'incontro con il sultano mamelucco si rivelano così i tasselli fondamentali per accreditare il Mali, come il suo sovrano, nel vasto mondo islamico del tempo. Ciò che ho cercato di fare è stato sottrarre, almeno in parte, quel viaggio alla ricezione un po' stereotipata più diffusa, per riportarlo nella storia e connetterlo con le complesse reti che caratterizzavano il mondo mediterraneo e l'Africa subsahariana».
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Marco Aime è nato a Torino nel 1956. Dal 2001 insegna Antropologia Culturale presso l’Università di Genova Dismec (Dip. di Storia Moderna e Contemporanea) sezione Etnologia Facoltà di Lettere e Filosofia. Ha condotto ricerche in Benin, Burkina Faso e Mali, oltre che sulle Alpi. Oltre a numerosi articoli scientifici, ha pubblicato vari testi antropologici sui paesi visitati. È autore anche di alcune opere di narrativa. In Eccessi di culture (2004) ha affrontato i nuovi scenari disegnati da migrazioni, tensioni internazionali, scambi di idee e di immagini; parole come "cultura", "etnia", "identità" riempiono sempre più, spesso a sproposito, i discorsi dei politici e le colonne dei giornali.
Chalancho, ome, masche, sabaque. Credenze e civiltà provenzale in valle Grana (Centre de Minouranço Prouvençal, Coumboscuro, 1992) Il mercato e la collina. Il sistema politico dei Tangba (Taneka) del Benin settentrionale. Passato e presente (Il Segnalibro, 1997) Taxi brousse. Sulle strade d’Africa, Nuovi Equilibri, 1997 Le radici nella sabbia. Viaggio in Mali e Burkina Faso, EDT, 1999 Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita raccontati ai bambini, EMI, 1999 Alta Langa, L’arciere, 1999 Diario Dogon, Bollati Boringhieri, 2000 Sapersi muovere. Pastori transumanti di Roaschia in collaborazione con S. Allovio e P.P. Viazzo Meltemi, 2001 Le nuvole dell’Atakora, EDT, 2002 La casa di nessuno. I mercati in Africa occidentale, Bollati Boringhieri, 2002 Nel paese dei re, Nicolodi, 2003 Eccessi di culture, Einaudi, 2004 Sensi di viaggio. Il piacere di girare il mondo, Ponte alle grazie, 2005 L'incontro mancato. Turisti, nativi, immagini, Bollati Boringhieri, 2005 Gli specchi di Gulliver. In difesa del relativismo, Bollati Boringhieri, 2006 Gli stranieri portano fortuna (con Tokou Lawa) , Epoché, 2007 Il primo libro di antropologia, Einaudi, 2008 Timbuctu Bollati Boringhieri, 2008 Il lato selvatico del tempo, Ponte alle Grazie, 2008 |