The Chinese Revolution on the Tibetan Frontier
In The Chinese Revolution on the Tibetan Frontier, Benno Weiner fornisce il primo studio approfondito di una regione di minoranza etnica durante il primo decennio della Repubblica Popolare Cinese: la regione di Amdo nella zona di confine sino-tibetana. Utilizzando archivi locali precedentemente inaccessibili e altre rare fonti primarie, dimostra che l'obiettivo del Partito Comunista nell'Amdo degli anni '50 non era solo la costruzione dello Stato, ma anche la costruzione della nazione. Tale obiettivo richiedeva la costruzione di narrazioni e politiche in grado di convincere i tibetani della loro appartenenza a una comunità politica più ampia. Come mostra Weiner, tuttavia, i primi sforzi per trasformare gradualmente e organicamente un vasto impero multietnico in un singolo stato-nazione persero contro un'impazienza rivoluzionaria, che richiedeva percorsi più immediati per l'integrazione nazionale e la trasformazione socialista. Ciò portò nel 1958 alla comunizzazione, quindi a una ribellione su larga scala e alla sua brutale pacificazione. Invece di unirsi volontariamente, l'Amdo si è integrato attraverso l'uso diffuso e spesso indiscriminato della violenza, una violenza che permane nella memoria viva dei tibetani Amdo e di altri.
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In The Chinese Revolution on the Tibetan Frontier, Benno Weiner provides the first in-depth study of an ethnic minority region during the first decade of the People's Republic of China: the Amdo region in the Sino-Tibetan borderland. Employing previously inaccessible local archives as well as other rare primary sources, he demonstrates that the Communist Party's goal in 1950s Amdo was not just state-building but also nation-building. Such an objective required the construction of narratives and policies capable of convincing Tibetans of their membership in a wider political community.
As Weiner shows, however, early efforts to gradually and organically transform a vast multiethnic empire into a singular nation-state lost out to a revolutionary impatience, demanding more immediate paths to national integration and socialist transformation. This led in 1958 to communization, then to large-scale rebellion and its brutal pacification. Rather than joining voluntarily, Amdo was integrated through the widespread, often indiscriminate use of violence, a violence that lingers in the living memory of Amdo Tibetans and others. |