From Publishers Weekly Theroux (The Old Patagonian Express, The Great Railway Bazaar) spent a year exploring China by train, and his impressions about what has and has not changed in the country, as gathered in hundreds of conversations with Chinese citizens, make up a large portion of the book. The Cultural Revolution and the vandalism of the Red Guards have left scars on both the land and the people. Mao's death brought a collective sigh of relief from the population; reforms brought about under Deng Xiaoping have generally been welcomed. Still, this is not a political book. Whether describing his dealings with a rock-hard bureaucracy, musing over the Chinese flirtation with capitalismthey've "turned the free market into a flea market"or commenting on the process of traveling, Theroux conducts the reader through this enormous country with wisdom, humor and a crusty warmth. Along the way are anecdotes about classic Chinese pornography (forbidden to the citizenry, but all right for "foreign friends"); 35-below-zero weather; the Chinese penchant for restructuring nature; and the omnipresent thermos of hot water for making tea. The last chapter, "The Train to Tibet," deals with the extremes to which the Chinese have gone in their attempts to subjugate the Tibetan people. Theroux develops an understanding of China through his travels, but he falls in love with Tibet. As in his previous works, he gives the reader much to relish and think about. BOMC featured selection.
From Library Journal Theroux's penchant for train travel is well knownhis Great Railway Bazaar and The Old Patagonian Express are modern travel classics. On his latest jaunt he takes almost a year to crisscross China, traveling on 40 trains from the southern tropics to the wastelands of the Gobi in western Xinjiang to the dense metropolises of Shanghai, Beijing, and Canton. What emerges is a curious melange of ancient and modern: while some things are literally changing overnight, the Chinese still manufacture spittoons and steam engines. For Theroux, traveling is both about peopletheir thoughts, customs, and peculiaritiesand a form of autobiography, and here we learn as much about his own quirks and fancies as we do about the intriguing world of contemporary China. Laurence Hull, Cannon Memorial Lib., |
Paul Theroux (Medford, Massachusetts 1941) scrittore statunitense. Dopo gli studi viaggiò in Italia e in seguito in Africa. Qui prestò la sua opera all'interno del Corpo dei volontari della pace in una scuola del Malawi (da cui fu espulso per supposta "attività sovversiva") e insegnò presso un'università ugandese. A Kampala conobbe V.S. Naipaul, la cui visione del mondo, che mescola pessimismo a comicità, esercitò una notevole influenza sul giovane Theroux. Dopo il romanzo d'esordio (Waldo, 1968), scrisse, tra le altre opere, Jungle Lovers (1971), rievocazione delle sue esperienze nel Malawi. In Gran Bretagna, dove risiedette stabilmente per diciassette anni, lavorò a opere molto apprezzate, tra le quali narrazioni di viaggio spesso incentrate su percorsi in treno (The Great Railway Bazaar: by Train through Asia, 1975) e il romanzo Mosquito Coast, da cui fu tratto nel 1986 l'omonimo e fortunato film diretto da Peter Weir e interpretato da Harrison Ford. Attualmente Theroux vive tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, e questa doppia esistenza è al centro del romanzo-confessione My Secret Life.
’At the Villa Moro’: un’avventura siciliana di Paul Theroux di Silvestro Livolsi, 2 settembre 2004 Paul Theroux è nato nel 1941 negli Stati Uniti ed è internazionalmente conosciuto come uno scrittore instancabile e raffinato di romanzi, diari e cronache di viaggio dai luoghi più diversi per storia e cultura (Singapore, la Patagonia, Honolulu e tantissimi altri). In Italia delle sue opere sono state pubblicate: Ultimi giorni a Hong Kong, Il Gallo di Ferro, O-Zone, Hotel Honolulu. Di recente per l’editrice Baldini e Castoldi è uscito l’ultimo libro di Theroux ’L’infermiera Wolf e il dottor Sacks’: una storia ambientata a New York con protagonisti personaggi veri, tra i quali il celebre medico e scrittore Oliver Sacks e che ha fatto riscuotere per l’autore una rinnovata attenzione di pubblico e di critica in Italia. Italia, nella quale ha più volte soggiornato, in passato, e che riecheggia in alcuni suoi scritti. Uno di questi, poco conosciuto ma decisamente interessante e curioso è quello pubblicato nell’autunno del 2001, sulla rivista inglese di narrativa Granta, nel numero 75, dal titolo ’At the villa Moro’. Il romanziere americano, su Granta, racconta di un’avventura siciliana, di quando, ventenne, nel 1962, soggiornò a Taormina alla ricerca dei luoghi descritti da Lawrence in ’Snake’ e in particolare della fascinosa residenza di quel meraviglioso luogo, Villa Moro. Giunto con pochi soldi, con pochi abiti, insomma con scarsi mezzi per rimanere a lungo a Taormina e soprattutto per abitare la Villa che può solo limitarsi ad ammirare esternamente, Theroux fa però un incontro, seduto ad un tavolino di un bar, con una coppia di tedeschi, un tale Haroun che accompagna una sua amica, la contessa Grafin, che sarà per lui particolarmente proficuo. Stabilitasi un’immediata amicizia tra i tre, dopo aver perlustrato assieme Taormina, Thoreox si trova un giorno ad accompagnare in macchina la contessa Grafin, desiderosa di andare a vedere uno splendido uliveto situato tra Caltanissetta e Sperlinga. Durante il viaggio, in prossimità di Troina, la macchina si ferma per un guasto. E, proprio nella suggestiva atmosfera di solitudine e deserto che il paesaggio intorno a Troina suscita, Theroux inizia a concepire un suo piano fatto di bugie e seduzioni per raggiungere il suo scopo: villeggiare a Villa Moro. Riesce a riparare la macchina, dopo gli inutili e vani tentativi dell’autista, il siciliano Fulvio; riporta a Taormina la contessa Grifin, finge di abitare già a Villa Moro, vi si reca assieme a lei, le dichiara il suo amore, diventa suo amante: rimane così due settimane in quella Villa con Grifin e l’amico tedesco che vi si trasferisce e paga regolarmente il conto del vitto e dell’alloggio (con i soldi della contessa); fin quando, fa i bagagli e sparisce, senza lasciare tracce, ritornando in America. In conclusione, Theroux, dopo quarant’anni, ripensa a quell’episodio e deduce che il segreto del suo successo di scrittore è legato a quell’esperienza vissuta in Sicilia, quando l’abilità di raccontare storie gli si rivelò e gli servì a realizzare un suo sogno: dimorare laddove già era stato Lawrence, ma anche, gli servì a capire che narrare è ’ornare’ e variare una sola e propria storia in tanti diversi e successivi racconti, nel suo caso proprio quella storia vissuta tra la calda e pullulante Taormina e la solitaria e montagnosa Troina. |