Il matrimonio
"Sedici lustri e sette anni orsono mio nonno guardò fuori dal finestrino del treno su cui stava viaggiando e vide la più bella donna del mondo". E' l'inizio della comicissima storia di un matrimonio, e di un corteggiamento. In quest'ordine. Quando Ismet Nassim, modesto impiegato di Bombay, decide di chiedere la mano della bellissima Khateja, lei è costretta dal padre ad accettare, ma decide di rendere la vita di suo marito un inferno: non basterà sposarla per conquistare il suo amore. Il povero Ismet, che non è certo il prototipo dell'eroe romantico, dovrà darsi da fare per dimostrarsi degno di lei. E non sarà semplice. Dopo una faticosa luna di miele, trascorsa nel vano tentativo di avvicinare la sposa, dal villaggio di Khateja i due si spostano prima a Bombay, poi in Sud Africa, terra di cui Ismet ha sentito narrare cose magnifiche, il luogo in cui è possibile realizzare sogni di ricchezza e di gloria, dove vive la più fiorente comunità indiana al di fuori dell'India, unita e compatta al di là delle differenze etniche e religiose nella speranza di creare un nuovo grande impero commerciale. E a Durban, città multistrato e multicolore, dove risiede anche Gandhi che pratica l'avvocatura, Ismet e Khateja, tra assurdi litigi, battibecchi e proteste, un giorno si ritroveranno finalmente nella stessa stanza, nello stesso letto, con lo stesso amore. Una storia vera, tenera e divertente, una sorta di "Bisbetica domata" che con grande ironia e commozione racconta degli indiani di ieri e di oggi, di una famiglia che nasce in India, cresce in Sud Africa e i cui discendenti sono cittadini americani, un intreccio affascinante tra antico e moderno che racconta di esilio, melting-pot e, soprattutto, dell'inanità delle differenze.
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