N° 3
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Tibet
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In vetta al Kailash
in nome della pace e della natura? No, grazie
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Quando
Edith e Bernard Genand, redattori di "Lettres du Zanskar",
hanno segnalato l'articolo su una spedizione al Kailash ho pensato ad
un pesce d'Aprile. Anche il distinto "The Observer" può
elaborare un "trick of April fool day". Ringrazio Nima Dorje
del WTN che mi ha precisato la fonte: Disnivel
rivista spagnola di alpinismo...
L'alpinista
galiziano Jesus Martínez Novás ha scelto l'inverno 2002 per una
impresa che lo già ha portato alla ribalta dell'alpinismo internazionale.
Ha chiesto il permesso per scalare la montagna più sacra: il monte Kailash è sacro alle religioni
Hinduista, Buddhista, Jainica e Bön. Rappresentazione concreta del mitico monte
Meru, è l'axis mundi (1) per milioni di asiatici (miliardi di
persone...). I Bön lo chiamano Tise e lo considerano l'anima dello Shang
Shung, il Tibet occidentale. Esso torreggia sopra le sfere celesti come un parasole con otto anelli e sopra la terra come un loto ad otto petali.
Ma
ciò che più ha lasciato attoniti è l'affermazione di voler salire
la montagna in nome di quello che essa rappresenta: la pace ed il
rispetto dell'ambiente!
La
precisazione che rinuncerà se il popolo cinese e quello tibetano non
gradissero il progetto, rende ancor più perplessi. Il voluto omaggio
al popolo cinese (tra le righe leggi China Mountaineering Association)
come "proprietario" del Kailash, mostra ancor più che
l'impresa di Martínez Novás rientra fra le spedizioni commerciali
alle quali, purtroppo, ci stiamo abituando. Montagne di plastica, le
definiva un mio amico. Al momento di andare in rete non conosciamo gli esiti della vicenda. Che cattivo karma per
Jesus...
Perplessità e critiche sono state avanzate da Doug Scott (Presidente
dell'Alpine Club inglese), da Carlo Alberto Pinelli (Presidente di
Mountain Wilderness International) e da Reinhold
Messner che nei primi anni '80 aveva deciso di rinunciare alla
salita (su pressione dei suoi compagni di viaggio).
Ma
le cattive notizie non vengono mai sole... (leggi
sotto)
Note
(1) l'ombelico del mondo
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Kailash, corsa alla vetta:
Milarepa e Naro Bon Ciò
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Quando
Milarepa, il santo poeta vestito di cotone, giunse alle pendici del Tise, venne gioiosamente accolto dalle divinità locali ma altrettanto ospitale non si mostrò Naro Bön Cho, potente sacerdote che incontrando Mila sulle rive del lago Manasarowar proclamò con sussiego: "Accetta la superiorità della nostra religione ed unisciti a noi!".
Milarepa replicò garbatamente "Buddha stesso ha profetizzato che il Kan Rimpoché cadrà sotto l'influenza dei seguaci del Dharma" e inoltre Marpa, il potente mago, non gli aveva a lungo descritto la santità monte? "Il ricordo del mio maestro mi lega alla montagna, sii tu a convertirti!" tagliò corto Milarepa. Naro declinò a sua volta l'invito e propose di risolvere il tutto con un duello di magia.
Naro Bön Cho repentinamente si mise a cavalcioni sul lago, ponendo un piede sulla riva opposta e cantando un inno ai propri straordinari poteri. Milarepa rispose coprendo il lago con il proprio corpo "senza allargarlo" e canticchiando una contro canzone. Infine, per meglio chiarire i propri poteri a tutti i presenti, mise l'intero lago sulla punta di un dita senza nuocere a nessuno degli esseri che vivevano nelle acque.
Naro, perplesso e stupefatto, ammise una momentanea inferiorità ma volle un'altra prova e si diresse verso la montagna assieme ai suoi discepoli, iniziando a camminarvi attorno in senso antiorario. Milarepa fece lo stesso ma nell'altro senso ed alla fine si incontrarono presso una grande roccia e cominciarono a spintonarsi. Ovviamente, ma questa è la versione buddhista, vinse Milarepa che costrinse il gruppetto di Bön po a proseguire assieme a lui. Allora Naro suggerì una prova di forza e sollevò un macigno grande come uno yak. Milarepa sollevò sia il macigno che Naro e poi si sedette a riposare nella "Caverna del loto". Poi allungò una gamba e con il piede bloccò l'entrata della caverna, posta dove sul pendio opposto della valle, dove si era assiso Naro.
Dalle cime e dalle rocce dei ed esseri non umani risero fragorosamente. Umiliato ed in imbarazzo riprese a camminare attorno alla montagna secondo la sua pratica e rincontrò
Milarepa, questa volta a sud del Kailash proprio mentre iniziava a piovere. "Ci servirebbe un rifugio - affermò Mila - preferisci costruire le fondamenta o sistemare il tetto?". Naro scelse il tetto. Poco sportivo, Milarepa ricorse ai suoi poteri e rese così pesante la pietra destinata alla copertura che Naro non riuscì a sollevarla. Milarepa intervenne alzandola, rigirandola, soppesandola e lasciando ogni volta l'impronta delle mani sulla roccia e il rifugio così allestito divenne la "Caverna del lavoro miracoloso".
Naro, sebbene umiliato, sostenne giustamente che questa non era una prova concordata e non si diede per vinto. Si ricorse così ad un'ultima sfida. Il Kailash sarebbe stato posseduto da chi avesse raggiunto la vetta nel quindicesimo giorno del mese.
Naro immediatamente iniziò ad esercitarsi dedicandosi assiduamente alle pratiche Bön. Ai primi albori del mattino stabilito i discepoli di Milarepa videro Naro iniziare un volo nello spazio a cavallo di un tamburo. Indossava una veste verde e suonava uno strumento musicale. Il loro maestro non si era ancora svegliato e i discepoli erano veramente preoccupati. La loro ansietà aumentò quando Milarepa, informato degli eventi, mostrò poco interesse e non si mosse.
Ma i discepoli non ebbero da temere poiché proprio all'ultimo momento Milarepa fermò il suo avversario con un semplice gesto. Quando il giorno tinse di rosa il cielo egli schioccò le dita, indossò la tunica e volò verso la cima. il primo raggio di sole illuminò Milarepa trionfante mentre atterrava in cima al Kailash. Sorpreso, Naro Bön Cho perse il controllo e precipitò lungo i fianchi del monte seguito dal tamburo che rotolava di cengia in cengia.
Questa è ovviamente la
versione Vajrayana, quella dei Bön è ovviamente diversa,
Per saperne di più sul Bön, consiglio: Bon Religion of Tibet
scritto da Per Kværn di cui sta per uscire una nuova edizione.
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Come ti vendo il Tibet:
a Lhasa una
scuola per guide alpine "cinesi"?
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A Lhasa, capitale del Tibet, nell'ottobre scorso ha preso avvio un "progetto umanitario di assistenza allo sviluppo" con l'istituzione di una scuola per guide di montagna su iniziativa della FFME (Federation Française de Montagne et de Escalade). Per realizzarla era stata avviata una raccolta di fondi e di materiale alla quale il Club
Alpino Francese, in un primo tempo, aveva aderito, informando i suoi iscritti dell'iniziativa e fornendo, tramite pubblicazione sulle sue riviste, indicazioni sui luoghi di raccolta. Sono stati proprio i soci più attenti alle vicende del Tibet a segnalare al CAF ed alla stampa specializzata come il progetto "umanitario" nasconda in realtà un affare commerciale. L'accordo prevede infatti forti sconti alla FFME sui permessi di vetta in Himàlaya ed una attenta lettura svela che il partner del progetto è la China Tibet Mountaineering Association, un organizzazione cinese il cui presidente diverrà direttore della scuola. "E' un business ammantato da intervento umanitario - commenta Patrick Gabarrou, impegnato in prima persona nella campagna d'opinione contro le modalità del progetto - Un progetto commerciale franco-cinese che esclude i Tibetani". La Cina ha occupato il Tibet nel 1950, reprimendo il tentativo insurrezionale del 1959 e avviando un genocidio fisico e culturale (più di un milione di morti su sei milioni di abitanti, distruzione sistematica dei templi, emarginazione dei Tibetani in ogni settore). Aspre le critiche negli ambienti alpinistici d'oltralpe a questo contratto che legittima l'occupazione cinese. Il Club Alpino Francese ha pubblicamente tolto il proprio appoggio al progetto in quanto "ritiene che non sussista alcuna certezza della presenza delle condizioni necessarie per portare un efficace aiuto alle popolazioni
tibetane". Interventi umanitari destinati ai Tibetani avvengono solo con il consenso dei rappresentanti di Pechino e spesso favoriscono la presenza cinese.
Ospedali o scuole, costruiti con fondi internazionali per aiutare la popolazione locale, facilitano l'insediamento dei coloni cinesi che a migliaia il governo trasferisce in Tibet, un Far West ricco di risorse minerarie ed energetiche che la Repubblica Popolare Cinese saccheggia sistematicamente senza che i Tibetani abbiano benefici economici o possano esprimere le proprie valutazioni".
Per maggiori
informazioni consulta i documenti pubblicati nel sito di www.italiatibet.org
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Marcia
per il Tibet |
Manifestation
pour le Tibet in Italie
Freedom
March for Tibet in Italy
Tibet
Gedenktag - Große Kundgebung in Italien
En
Marcha para el Tibet
Gira
a pieno ritmo il motore organizzativo della "Marcia per il Tibet"
(www.inmarciaperiltibet.it) che si svolgerà dal
30 giugno al 6 luglio attraverso l'Appennino da Bologna a Firenze.
All'appello del Comitato Organizzatore composto da Associazione AAZ (Aiuto allo
Zanskar), Action Dolpo, Associazione Italia Tibet, CGIL-CISL-UIL
Bologna, Associazione culturale Eurasia, Rivista "Re Nudo",
stanno aderendo varie organizzazioni.
Sarà una occasione per ritrovarsi fra amici su un
percorso che per molti di noi è una novità. La camminata si svolge in
parte su
un antico tracciato che risale ai tempi dei Romani e viene indicato
come "La via degli Dei".
Se
non puoi venire manda la tua adesione individuale o quella del tuo
centro Dharma o delle Associazioni che frequenti.
Le
informazioni si trovano nel sito, ma puoi anche scrivermi
all'indirizzo inmarciaperiltibet@libero.it
.
Trova
sponsor per la Marcia
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Associazione Italia-Tibet:
ampliato il sito ufficiale
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Le pagine create a titolo personale
"Cosa posso fare per ill Tibet" e "Conoscere il
Tibet" sono state spostate da Geocities al sito ufficiale di
Italia Tibet e ne fanno parte integrale. Clicca qui
per l'accesso o raggiungile da www.italiatibet.org.
Rimane sempre nel mio sito personale la pagina Tibet
che contiene informazioni legate ai viaggi passiti e futuri nel paese
delle nevi.
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Corrispondenza
dei lettori:
Columbus Viaggi, come ti descrivo il Tibet
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Cari amici,
in questi giorni sto
cercando di organizzarmi le ferie estive, e tra le altre cose sto
verificando la possibilità di un viaggio in Tibet.
Voglio segnalarvi quanto è riportato
sul catalogo della "Columbia Turismo - L'atlante dei viaggi:
Cina". A pag 17 c'e' il Tour intitolato "il mistero
tibetano", dove e' scritto (copio letteralmente omettendo le
parti inutili):
... L'insediamento urbano di circa 70
mila abitanti, di moderato interesse nella porzione moderna, fu
costruito dai cinesi nel 1950....
...Va ricordato che il Potala non
riassume in se soltanto la storia tormentata delle trasformazioni
del buddhismo tibetano, ma documenta anche gli aspetti dispotici ed
addirittura sanguinari del potere teocratico dei Lama: destano
stupefazione, nel corso della visita, le camere di tortura, senza
dire di quella "degli Scorpioni", in cui i miseri
condannati, quasi tutti "servi della gleba" assoggettati
dai Lama, erano rinchiusi per essere uccisi dal veleno fra atroci
spasimi....
... Fu questa (il tour operator si
sta riferendo al Zhang Shan) la roccaforte dei Panchen Lama
(storicamente avversari del Dalai Lama)...
Personalmente reputo questo modo di
raccontare e spiegare un luogo, ed una cultura, a persone ignoranti
in materia (come sono la maggior parte dei turisti), specie senza
accennare minimamente a come ora stanno le cose, sia altamente
tendenzioso se non offensivo verso un'intera popolazione ed un
governo che, dal suo esilio, sta lottando per liberare e migliorare
le condizioni di vita dei propri concittadini. Non so che azione
possa essere intrapresa verso questi tour operator, ma denunciare il
fatto mi sembrava il minimo, affinché in tanti possano sapere come
la disinformazione possa passare attraverso canali anche subdoli
Flavio Noé
Il depliant si commenta
da solo, ma sopratutto illustra la effettiva ignoranza delle agenzie
di viaggio su molti paesi. La visita a questo "museo degli orrori" era
proposta ai primissimi gruppi
ammessi in Tibet, ma già nel 1985 della stanza-museo non si faceva più
menzione neppure nei depliant e nelle guide cinesi. Quando nel 1986 ho
cercato di visitarla (ne avevo visto una fotografia), mi è stato
detto che non esisteva (sic).
Questo non toglie che in
Tibet, come in ogni paese, il potere sia stato esercitato anche in
modo autoritario, ma la definizione dell'amministrazione
"dispotica ed addirittura sanguinaria del potere teocratico"
è un presentazione in voluta e completa malafede oltre che,
ribadisco, di ignoranza. (MV)
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Ladakh
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Darcho
- Grazie a Silvana Capra e Rinaldo Reale
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Un
bellissimo gesto di solidarietà con la Lamdon Model School si è
concretizzato nello spazio espositivo de "L'olmo
colmo" a Brescia dove Silvana Capra, con l'aiuto di Rinaldo
Reale, ha allestito la mostra fotografica "Darcho, preghiere in
movimento".
"Simili a
pellegrini del Dharma ci piace percorrere itinerari che si snodano per
sentieri inusuali ed impervii, alla ricerca di qualcosa che non è soltanto
lontano nello spazio - così scrive Rinaldo nella presentazione -
Come pellegrini e viandanti le nostre esperienze sono simili a immersioni nel
tempo, dal quale si riemerge carichi di essenze archetipe.
Di queste essenze le bandiere di preghiera ed i Cham, le danze rituali sacre dei
monaci tibetani, sono solo i segni esteriori.
Abbiamo voluto questa mostra, per certi versi singolare, per trasmettere
attraverso immagini metafisiche un po' di queste nostre esperienze."
Silvana si è fatta carico di tutte le spese di allestimento e
l'intero ricavato della mostra, 7.000.000 di lire italiane (un
contributo record per la nostra associazione - commenta Armand Breton
il contabile di AaZ) è stato inviato all'Associazione affinché
consegnerà l'intero importo alla Lamdom Model School (Upti, Zanskar, Himalaya
dell'India)
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Assemblea Generale
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Assemblea Generale
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Assemblée Générale
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sabato 2 - domenica 3
lunedì 4 giugno 2001
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Samedi 2 - Dimanche 3
Lundì 4 June 2001
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Château de Paulignan
dans l'Aude (20 km de Carcassone - France)
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contattare marco
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Lamdon
Model School
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Le lezioni sono
riprese a metà marzo ed è stata avviata la nuova classe LKG (la 1a
materna). Sono state accettati
20 piccoli allievi. Conosci qualcuno che voglia aiutarne uno
negli studi?
Fai un gesto per il Ladakh!
Aiuta un bimbo Zanskar-pa negli studi trovandogli uno sponsor.
Leggi ed usa il modulo
per la adozione a distanza.
(se il
server di Digilander ti chiede la password clicca su "annulla" e continua la
procedura)
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Nuovo
sito di "Aiuto allo Zanskar" |
In
occasione della "Marcia per il Tibet" ho predisposto un
nuovo sito per AAZ che ha anche
un nuovo indirizzo web:
http://digilander.iol.it/aaz
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Un libro per capire
la guerra in Kashmir
Unholy Wars : Afghanistan,
America and International Terrorism, 2nd edition
by
John K. Cooley
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Ho avuto lo stomaco di leggere il libro Unholy Wars : Afghanistan, America and...
(più di 300 pagg. fitte fitte) che ti allego da Amazon (ver.
italiana: Una Guerra Empia - Ed. Elèuthera): un po'
affastellato, faticoso, a volto tradotto così e così, ma
rivelatore, almeno per me, di tanti aspetti che spiegano la Jihad in
tutti i quadranti in cui l'ho sfiorata: dalla rivolta Tuareg, ai
muslim del Kashmir passando dalla Libia e dalle stragi dell'Algeria:
illuminante, purtroppo. Soprattutto per le responsabilità - quasi
totali - degli USA.
Poiché penso sia una lettura della
quale godrebbe un mondo l'amico S., te la segnalo.
Massimo
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Caro Massimo,
il libro è interessante, ma non lo regalerei a nessun amico Ladakho
o Kashmiro. Nelle mani del primo poliziotto no-english speaking (ma
anche di qualsiasi ispettore trilingue ...), che lo trovasse in una perquisizione,
diventerebbe motivo per un arresto come terrorista... Vai tu in un
campo di prigionia in Kashmir a
spiegare che è un libro contro la jahad? (MV)
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Voyages d'antan |
..."Quando ci rendiamo conto che siamo solo a metà, l'unica scelta è andare avanti. Infinite volte la traccia scompare, distrutta dalle rigole formate dalla grande pioggia di venti giorni fa.
Sonam scava il sentiero nella ghiaia. I ciottoli franano verso valle, cadono, rimbalzano, si perdono nell'abisso. "Non pensare al peggio, non distrarti, non pensare, non concentrarti su niente - ripeto in un soliloquio interiore - cammina leggero, non chinare troppo il capo, lascia che l'occhio percepisca naturalmente gli ostacoli".
Continuiamo ad andare. Mi sento un idiota per aver dimenticato la pericolosità di questa scorciatoia. Sudo freddo. Così per due ore, senza fine. Quando arriviamo sulla mulattiera, non ho neppure la forza di piangere.
... (da Avventure nel Mondo - n° 1 - 2001)
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Leggi
l'articolo nella sezione "MV's Magazine - Racconti di
viaggio" Carovane
per una scuola, 20 anni in Zanskar
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Dalla
carta al WEB |
in
Avventure nel Mondo
1 - 2001
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Carovane
per una scuola: 20 anni in Zanskar
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Se non hai
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puoi scaricarlo da qui
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Appuntamenti
2001 |
28
Aprile - 11 Maggio
Brescia
SASSI
MANI
Creazioni raku
di
Giuliana Geronazzo
Studio d'Arte
via delle Grazie 6a
Mostra in favore della
Lamdon Model School
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8
maggio - Brescia
KHAM
nel paese dei briganti gentiluomini
diapositive
di
Franco Rivetta
Circolo
UISP Vivicittà,
via Bernardo Maggi 9
ingresso libero
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10 Maggio - Milano
Lhasa:
le sfide del cambiamento
intervento
alla presentazione del viaggio di Italia Nostra in Tibet
ore 20.45
Centro Culturale di via Zebedia 2
(piazza Missori)
ingresso libero
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12 maggio
San Pietro in Cariano
(Verona)
Il sentiero di ghiaccio
Sede CAI
Valpolicella - Pedemonte
via Campostrini 56
ingresso libero
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2- 4 giugno - Carcassonne
Assemblea Annuale
AaZ
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30
giugno - 6 luglio
Marcia Tibet
BO-FI
|
6 luglio - Firenze
Convegno sul Tibet
|
Bibliomania |
migliaia di opere
letterarie e musicali
selezionate da
Patrizio Sanasi
da scaricare gratuitamente
clicca su
www.bibliomania.it |
Se non hai
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puoi scaricarlo da qui
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Ho trovato utile |
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Nel
prossimo numero |
2008
giochi olimpici a
Pechino
|
Addio
lago turchese
il più bel "fiordo"
himalayano è destinato a
scomparire?
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Seconda
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