• Nel nome di Buddha,
  A Bodgaya, nel misero stato di Bihar, una gigantesca statua di Buddha dovrebbe attirare capitali ed investimenti...

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• Diario Dogon (il nostro primo viaggio in Africa - Dicembre 1981) (seconda parte)
• Pubblicato su "viaggiatori on line" il racconto:
  D'inverno sul fiume Zanskar ghiacciato

Nel nome di Buddha

A Bodgaya, nel misero stato di Bihar, una gigantesca statua di Buddha dovrebbe attirare capitali ed investimenti

Dei miei quattro lettori, credo che nessuno abbia sentito parlare del progetto Maitreya, la gigantesca statua che verrà innalzata a Bodhgaya, in India, luogo in cui Buddha ottenne l’illuminazione circa 2540 anni fa.

Non sono riuscito a vedere i Buddha in Afghanistan, ma ho cercato le effigi nelle peregrinazioni nelle Northern Area del Pakistan, in Kashmir e Ladakh.

Fa-Hsien e Hsuan Tsang, rispettivamente nel quarto e settimo secolo, narrarono le immagini molto grandi di Maitreya viste in vari luoghi dell’India: a Ghazipur nel Pradesh, a Bodhgaya, accanto alla porta dello stupa di Mahabodhi, e, più a sud, nella regione di Chola. Entrambi riportano di aver visto una famosa statua di Maitreya, alta 24,5 m. e in legno di sandalo, situata ai piedi di un alto passo montano a Darel, nel nord del Kashmir e costruita 200 anni prima di Cristo.

Ed ora qualche mente balzana propone una statua in bronzo di Buddha Maitreya, alta 152,4 m.,  progettata per durare almeno 1000 anni, per tutto il nuovo millennio fino a quello successivo. Il completamento del progetto è previsto per il mese di dicembre del 2005.

"La mole di investimenti che il Progetto attirerà trasformerà l’economia di Bodhgaya e del Bihar in maniera inimmaginabile, sia a breve che a lungo termine. Durante la progettazione, la costruzione e, in seguito, la messa in opera delle strutture, si presenteranno centinaia di opportunità di occupazione e di apprendimento di nuovi lavori che si moltiplicheranno con l’inevitabile crescita dei servizi e del turismo e con lo sviluppo delle infrastrutture che ne deriveranno."

Peter Kedge, Direttore e Chief Executive Officer del Maitreya Project International

Allibito, esterrefatto? Non trovo aggettivi... Davvero gli aiuti ad una terra sfortunata arriveranno grazie a questa mastodontica iniziativa. La convivenza a Bodhgaya fra le varie confessioni buddhiste sarà facilitata da questo colosso? Per mille anni? Ne dubito.

Giudicate voi...

Marco Vasta

in lingua inglese clicca qui, per la traduzione italiana clicca qui.

• USA e Cina contro il terrorismo, ma non in Xinjang e Tibet
• Le notizie più recenti da Tibet News On-Line

Nel precedente numero 6 esprimevo il timore (diffuso fra moltissimi sostenitori della causa tibetana) che nella lotta al terrorismo gli USA accettassero la richiesta del governo cinese di di collegare il suo sostegno alla campagna anti-terrorismo condotta dagli Stati Uniti alla richiesta di appoggio alla lotta della Cina stessa contro i separatisti di Taiwan, del Tibet e della provincia dello Xinjiang.

Il 6 dicembre 2001 si è tenuta a Pechino una conferenza stampa da parte del U.S.-China Inter-Agency Partnership to Fight Terrorism in cui l'Ambasciatore Francis X. Taylor responsabile della missione a Pechino alla specifica domanda: «(D) L'America considera le organizzazione dell'East Turkestan come terroristiche» ha risposto:

«(R) No, gli Stati Uniti non indicano né considerano le organizzazioni del l'East Turkestan come organizzazioni terroristiche; Abbiamo solo discusso del problema di cittadini cinesi della Cina occidentale coinvoliti con i Talebaini o con Al-Qaida in Afghanistan e del fatto che alcuni di essi sono stati fatti prigionieri nel corso delle operazioni.

Nel nostro incontro abbiamo discusso del fatto che mentre queste persone sono coinvolte in attività terroristiche in Afghanistan, le legittime problematiche economiche e sociali affrontate dalle popolazioni della cina occidentale non sono necessariamente problemi dell'antiterrorismo e cche possono trovare soluzioni politiche e non con metodi di azioni antiterroristiche.»

Il testo completo della conferenza stampa si trova nella relativa pagina del Dipartimento di Stato

http://www.state.gov/s/ct/rls/2001/index.cfm?docid=6689

L'affermazione dell'Ambasciatore non lascia dubbi, Al momento gli USA non considerano gli attivisti pro-Turkestan come terroristi (sporadici attentati avvengono sia in Xinjiang che in altre regioni cinesi). L'Ambasciatore non ha fatto inoltre alcun cenno a Tibet e Taiwan. Anche se ovviamente non si può escludere che l'argomento sia stato affrontato in separata sede dai vari membri della delegazione USA (funzionari FBI -la CIA sembra estromessa - e del diparitimento tesoro), la posizione USA è chiara sull'argomento "minoranze" in Cina.

• Stelle dal cielo, trottole di fuoco 
  Diario Dogon (il nostro primo viaggio in Africa - Dicembre 1981) (seconda parte)
• Pubblicato su "viaggiatori on line" il racconto:
  D'inverno sul fiume Zanskar ghiacciato

di Wanda Romagnoli e Marco Vasta

«All'inizio dei tempi le donne Dogon staccavano le stelle dal cielo per darle ai loro bambini. Essi le bucavano con un fuso e facevano girare queste trottole di fuoco per mostrarsi fra loro come funzionava il mondo». Cosi raccontava un Ogon, un vecchio capo, a Marcel Griaule, antropologo che per primo si è spinto fra questo popolo enigmatico. Ed è allo spuntare delle prime stelle che giungiamo a Banana, dopo due ore di marcia sull'altopiano. Una pericolosa discesa in una stretta forra che fende la muraglia ed eccoci ai piedi della «falaise» di Bandiagara, enorme parete di arenaria, lunga più di duecento chilometri, che attraversa il territorio Dogon.

L'immensa pianura del Seno, divisa fra Mali e Niger, si estende a perdita d'occhio quando all'alba il brusio del villaggio, adagiato su groppe rocciose, ci invoglia ad inoltrarci fra le case.

Il resto del racconto si trova qui

"L'inverno è fatto per il riposo, è per noi il momento in cui godiamo dei frutti del nostro lavoro estivo" puntualizza Sonam, agricoltore con una laurea in economia ("in una valle dove vige ancora il baratto… " aggiunge tristemente). La breve giornata si snoda fra una colazione (si alzano alle 10), piccoli lavori di manutenzione, spalare il tetto dalle nevicate, e poi inizia l’interminabile notte con veglie che si prolungano fino alle quattro del mattino successivo, con decine di litri di chang (birretta fermentata di miglio) ed estenuanti chiacchierate.

Il resto del racconto si trova
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Note