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HIMALAYA E DINTORNI - News letter di Marco Vasta
MAGGIO 2004
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In questa edizione:
- "Maghi e viaggiatori", ma il Buthan vero quale è?
- "Il grande viaggio" di Giuseppe Cederna
- "Mission Zanskar 2004" Viaggi in Ladakh
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Maghi e viaggiatori, un bel film ma il Buthan vero quale è?
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E' finalmente nelle sale "Maghi e viaggiatori", un film che ha riscosso molti
consensi fin dalla sua presentazione alla mostra del Cinema di Venezia. L'opera
seconda di Khyentse Norbu, monaco buddista prima che regista, selezionato nella
sezione "Controcorrente", prodotto da una cinematografia finora a noi del tutto
oscura, è stata una delle sorprese più piacevoli e interessanti della stagione,
un'opera fresca, intelligente e visivamente di grande fascino. Ed occorre anche
complimentarsi con la Bim Distribuzione che ha creduto in questa opera
accettandone i costi di distribuzione.
Purtroppo temo che la pellicola contribuirà a mantenere, agli occhi di noi
spettatori che amiamo le valli himalayane e la loro cultura, un tremendo
equivoco. Senza nulla levare alla poesia ed ai contenuti della pellicola, dai
tempi del film di Bertolucci agli attuali depliant turistici dalle copertine
patinate che presentano l'ennesimo Shangrila, la "Terra del drago" che ci viene
mostrata è un Bhutan di plastica. Un paese razzista dove la difesa dell'identità
nazionale va di pari passo con la soppressione dei diritti civili. Il
trattamento riservato alla popolazione di origine nepalese è stato definito "una
delle maggiori espulsioni etniche del mondo".
Così come nel "Paese delle Nevi" i diritti umani dei Tibetani sono conculcati
dal potere cinese, così in Bhutan i diritti di moltissimi cittadini sono stati
negati. Qui in occidente sono sconosciute le angherie perpetrate contro i
bhutanesi di origine nepalese e contro cittadini di origine indiana o sikkimese
le cui famiglie si erano stabilite in Bhutan da diverse generazioni. Dopo il
massacro di Samchi, cittadina a maggioranza di etnia nepalese (ben trecento
furono i morti) al quale seguì una dura repressione, negli anni ‘80 sono stati
istituiti nove differenti livelli di cittadinanza con odiosi provvedimenti
restrittivi.
Da una decina d'anni centomila rifugiati languono nei campi profughi gestiti
dalla UNHRC ed ancora recentemente (18 luglio 2003) la Unione Europea ha
espresso le proprie critiche al governo del Bhutan sulla gestione del rientro
dei profughi. Il dramma dei rifugiati è ben delineato nel saggio "Unbecoming
Citizens: Culture, Nationhood, and the Flight of Refugees from Bhutan" di
Michael Hutt (Oxford University Press 2003).
http://www.marcovasta.net/libreria/LibreriaNews.asp?id=1086
"Stai attento ai paesi dei sogni" ammonisce il monaco, quando viene a sapere del
progetto di Dondup di andare in America "quando ti svegli, la realtà potrebbe
non essere così piacevole!"
Andiamo quindi a sognare con le immagini di "Maghi e viaggiatori" ma apriamo
bene gli occhi: il Bhutan non è solo quello proposto da Khyentse Norbu. Così
come il protagonista Dondup, giovane funzionario governativo, pian piano mette
in discussione il suo desiderio di raggiungere la "terra dei sogni", anche noi
spettatori ammaliati dal "paese del drago" cerchiamo di capire che non esistono
"shangri-la" felici.
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IL GRANDE VIAGGIO DI GIUSEPPE CEDERNA
Alle sorgenti del Gange, alle sorgenti della propria vita
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Attore di teatro e di cinema, Giuseppe Cederna è noto al grande pubblico per
film di grande successo come “Marrakech Express” e il Premio Oscar
“Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, "Italia-Germania 4-3". È apparso
nell’ultima serie televisiva di "Distretto di polizia", lui così dolce e
trasognato trasformato in un vero cattivo.
Da diversi anni scrive di viaggi e collabora con l’inserto di "la Repubblica"
"Viaggi", "I Meridiani", "l’Espresso" e "Gente Viaggi". Giuseppe ha ora
pubblicato, per Feltrinelli, un libro dedicato ad un viaggio in’India. Un lavoro
accurato, limato e messo a punto con lo stesso scrupolo con cui Giuseppe si
prepara ad affrontare una via di roccia.
Lo scorso autunno, per conto di Aiuto allo Zanskar onlus (
http://www.aazanskar.org ) Giuseppe ha consegnato all'Abate del monastero di
Tabo (Spiti, Himalaya Indiano) la somma raccolta da AaZ per la locale scuola di
bimbi tibetani.
Viaggiare, sognare, raccontare sono divenuti negli anni parte integrante della
sua vita e del suo lavoro. Il viaggio in tutti i suoi aspetti, ricorda Giuseppe,
come conoscenza, come denuncia, come esplorazione.
Nel novembre 1999 Giuseppe Cederna parte con alcuni amici per il Garwal, nel
nuovo stato dell'Uttarkand nel nord dell'India. zona meta di un pellegrinaggio
hindu verso le sorgenti del fiume sacro per eccellenza, il Gange.
Guidato, come in ogni grande viaggio di iniziazione, da una serie di coincidenze
(un generoso interferire di letture, mappe, personaggi letterari e persone in
carne e ossa, memorie e sogni) percorre in auto e a piedi la via delle Sorgenti
e delle Confluenze. E, al ritorno a Delhi, ha un appuntamento con l'amica Paola:
lei non l'ha seguito ma, alla fine di un suo viaggio parallelo in Kosovo, sarà
là ad aspettarlo.
Questi i patti, questa l'attesa.
Questa la premessa di un dolore.
"Il grande viaggio è una storia", un racconto in cui si fondono lo stupore del
cammino dentro una natura che ancora si manifesta come ignota e miracolosa (le
cime, gli dèi che le abitano, le acque purificatrici dei fiumi, il trotto di un
leopardo), gli incontri straordinari (con nomadi ed eremiti ma anche con i
movimenti che si battono contro le grandi dighe e per la conservazione degli
equilibri naturali), la riconquista - proprio attraverso il filtro della
distanza - di una dolcissima vicinanza al sé più profondo e alle immagini
dell'infanzia (i monti della Valtellina, la casa di famiglia, la figura del
padre che torna per un simbolico passaggio di testimone).
Negli interstizi del racconto appaiono immagini, segni grafici, stilizzati
profili di catene montuose, foto di famiglia, santini, fogli vergati da mani
amiche. Un libro emozionante, visivo, spirituale. Un libro speciale come il
'pellegrino' che lo ha scritto.
Wanda ed io abbiamo centellinato il libro, non solo perché sono le emozioni, le
confessioni, i sogni di Giuseppe, ma anche per i nostri ricordi personali:
Garwal, Ladakh, Zanskar, Nuova Delhi, i ristoranti di Connaught Place, sono i
luoghi che un altro amico, Piero Piazza, ha voluto vedere prima di dover partire
per l'ultimo viaggio.
Giuseppe Cederna presenta "Il grande viaggio" presso le librerie Feltrinelli di
Milano (Piazza Piemonte, 2) il 10 maggio alle 18.30 ed a Roma il 18 maggio alle
18.30 (piazza Colonna, 31/35)
http://www.marcovasta.net/libreria/LibreriaNews.asp?id=1226
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MISSION ZANSKAR 2004 - VIAGGI IN LADAKH
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"Missione, dal latino ‘mittere’ (mandare): una parola sulla bocca di tutti"
scriveva pochi giorni fa P. Giulio Albanese di Misna ( http://www.misna.org ),
ricordando che i missionari "non ricevono mercede alcuna, la loro è una scelta
di vita totalizzante e non vanno in giro armati".
Da 15 anni l'associazione AaZ (Aiuto allo Zanskar) svolge una "missione" estiva
nella remota valle dello Zanskar con la presenza del fondatore Marc Damiens, a
titolo gratuito senza nessun costo per l'associazione. L'anno scorso Marc è
stato affiancato dalla presidente di AaZ onlus (Italia) Luisa Chelotti, ben
conosciuta da molti degli amici lettori. Un mese intero nella polverosa piana di
Padum, una presenza costante e discreta nell'affiancare Marc ed lo staff
didattico, composto da tibetani, zanskari ed indiani.
Nel prossimo Luglio sarò presente alla scuola. Negli anni scorsi la mia presenza
è stata breve, anche se articolata su più mesi, poiché accompagnavo gruppi in
visita. Quest'anno mi fermerò per un mese intero. In Agosto e Settembre saranno
presenti a turno altri soci.
Se vuoi visitare lo Zanskar, ti segnalo che Gimmy Giacobbe (neoconsigliere di
AaZonlus e socio da ben 10 anni) tornerà in Ladakh e Zanskar in occasione della
festa religiosa di Sani, con visita alla Lamdon Model High School. Chi fosse
sinceramente interessato può iscriversi al suo gruppo (organizzazione tecnica
VAnM - partenza il 23 luglio). Contattarlo via email gimmyg@tin.it mailto:gimmyg@tin.it.
Chissà, forse ci incontremo ...