Dalla apartheid alla democrazia?
Pochi
conoscono la storia recente del Bhutan. La guida più diffusa, la Lonely Planet, accenna
velatamente a questo momento della storia, limitandosi a parlarne
per tappe nella "striscia del tempo" (pagg. 205-208 ed.2010) ed
una
mezza pagina (p. 186), una grave omissione, probabilmente per non essere
censurata. Di quanto accaduto negli anni "80 e "90 si parla
pochissimo anche nei pezzi "colore" delle riviste di
viaggio. Del resto il
Bhutan ha orchestrato una splendida campagna pubblicitaria nei
decenni passati.
Alcuni
anni fa, AnM fu una delle poche riviste che pubblicò queste note.
Chi scrive ricevette una telefonata da un bhutanese che ringraziava
perché nessun giornale ne parlava! E certo!!! Ti offrono un FAM Tour
in un paese che oggi costa 250 US$ al giorno e vuoi che poi scrivano
male di chi ti ha invitato?
Chi sono
il Lhotsampa
I
Lhotsampa sono gli abitanti delle regioni del sud e con questo
termine si indicano i nepalesi che vi si insediarono già nei secoli
scorsi prima che nel 1907 la monarchia si affermasse e prendesse il
potere.
Dopo
l'istituzione della monarchia nel 1907 fino agli anni "50, il
governo reale reclutò frotte di persone provenienti dal Nepal e
dall'India per disboscare le foreste e costruire le infrastrutture,
concedendo gratuitamente appezzamenti di terra nel sud del paese.
Queste
aree dove era difficile vivere anche perché infestate dalla
malaria, divennero la "ciotola" del Bhutan, con colture come
l'arancio e cardamomo che portarono vantaggi economici immediati ai Lhotsampa.
Modernizzazione ed integrazione con il terzo re e l'assassinio di Jigme Dorji Palden
Questa
convivenza pacifica con i Lhotsampa inizia mutare con la morte di
Raja Sonam Tobgay Dorji nel 1953. Nella
metà degli anni 1960, il terzo re, Jigme Dorji Wangchuck
iniziò politiche per contenere il rapido progresso dei Lhotsampa e
integrarli nel tessuto nazionale. Ma l'azione modernizzatrice e di
integrazione subì un duro colpo con l'assassinio di Jigme Dorji Palden (1),
il primo primo ministro del Bhutan, che era l'architetto
dell'insediamento dei Lhotsampa nel sud Bhutan (dal 1920 la famiglia Dorji era
coinvolta nelle azioni di governo). Le
sue politiche di modernizzazione furono avversate dai conservatori e
dalle istituzioni religiose finché nell'aprile 1964 venne
assassinato da un caporale nell'esercito. Namgyal Bahadur, capo
della Royal Bhutan Army, era fra chi ordì la trama dell'omicidio.
Il
quarto re e la politica di One Nation, One People
Il quarto re, salito al trono,
nel 1972 dopo la morte del padre, mise fra le priorità del governo
la riduzione della popolazione Lhotsampa. Fra la
fine degli anni "80 ed all'inizio dei "90, una serie di
provvedimenti escluse i Lhotsampa dalla vita pubblica. Nel 1985, con
il New Citizenship Act venne modificata la legislazione e
persone che erano bhutanesi di diritto iniziarono a veder non
riconosciuta i loro diritti di cittadinanza.
Un
censimento nazionale somministrato nel 1988 permise di individuare
per poi eliminare i Lhotsampa, segregandoli in sette categorie
di cittadini. e come parte della politica di "'One
Nation, One People" (1989) vennero "persuasi" ad emigrare.
Alle
persone di livello inferiore fu addirittura vietata la circolazione
al di fuori del proprio villaggio, istituendo certificazioni
come il route permit, CO (Certificate of Origin),
NOC (No Objection Certificate) che permettevano di
lomitarne i movimenti. Venne emanato il Drig-lam-Namza, un
"codice di comportamento" (2)
entrato in vigore il 1° maggio 1989. La mancata uniformazione al
codice comportava il licenziamento dai pubblici uffici. Lo Tsawa-Sum
enuncia i principi politici fondamentali (Nazione, Monarchia e
Governo) e criticare lo Tsawa-Sum comportava la condanna a morte
(3).
Pulizia
etnica ed esilio
I
Lhotsampa che si rifiutarono di rispettare la politica draconiana
promossa dal re e dalla élite sono stati considerati 'anti-nazionali' e
costretti a lasciare il loro paese. Con questa politica palesemente
razzista attuata contro i Lhotsampas si impedì la pratica pubblica
della loro religione, l'hinduismo, nel campo della istruzione venne
rimossa da programmi scolastici la lingua nepalese, loro lingua madre, e li
si costrinse a portare l’inconsueto (per loro) abito in stile tibetano
dei Drukpa settentrionali. I Lhotsampa sono stati anche
arbitrariamente allontanati da lavori statali, le loro scuole chiuse
e le proprietà confiscate.
A causa
della crescente intolleranza, dell'emarginazione e della violenza
perpetrata a titolo gratuito dalla maggioranza Drukpa, oltre 100.000
Lhotsampa - un sesto della popolazione del Bhutan (nel 1988) e circa la metà
dei Lhotsampa - vennero cacciati dal loro paese ed esiliati in Nepal.
In questo processo, civili innocenti sono stati torturati e uccisi,
e la proprietà, i documenti di cittadinanza, e il denaro sono stati
forzatamente confiscati.
La
soluzione dello"stato terzo"
I Lhotshampa vennero dislocati
in sette campi profughi situati nei
distretti nepalesi di Jhapa e Morang .La UNHCR, e le altre
agenzie internazionali si sono fatte carico dei rifugiati. I
ripetuti tentativi dei governi succedutisi in Nepal per coinvolgere
il governo del Regno di Bhutan in colloqui sono stati affondati
dalla intransigenza del Bhutan.
Data la
natura prolungata della crisi dei rifugiati bhutanesi, considerato
il rifiuto del Bhutan di riammettere i suoi cittadini ed il
disinteresse dello stato nepalese per il loro ritorno, gli Stati
Uniti e un consorzio di paesi dell'Europa occidentale sono intervenuti
con una generosa offerta umanitaria di accogliere i rifugiati nei
loro paesi dal 2006. Entro la fine del 2010, circa 40.000 rifugiati
sono stati reinsediati in tutti gli Stati Uniti e un ulteriore
20.000 saranno traferiti nei prossimi anni (4)
Rifiutati
dal Nepal impossibilitati a rientrare in Bhutan dove le proprietà
confiscate erano già passate di proprietà, molti profughi hanno
accettato questa soluzione proposta di emigrare in uno "stato
terzo".
Il
quinto re e la democrazia...
Il nuovo
re è raffigurato dalla stampa occidentale come un riformatore
democratico e un leader visionario. Ma l'impegno della monarchia
alla democrazia è strettamente limitato a poche parole. Nelle
elezioni del marzo
2008, il partito conservatore (DPT Druk
Phuensum Tshogpa), vicino alla monarchia, ha conquistato 45
dei 47 posti in Parlamento e si è insediato un governo gradito e pilotato dalla élite Drukpa. I due membri dell'opposizione
eletti del partito si sono dimessi con disgusto denunciando brogli a
supporto per il partito vincente (5).
Le successive elezioni del 2013 hanno ribaltato la situazione
ed il
མི་སེར་དམངས་གཙོའི་ཚོགས་པ PDP
People's Democratic Party
ha conquistato 32 dei 47 seggi.
È interessante notare che nella sua prima intervista, rilasciata
alla AFP, il nuovo primo ministro Tshering Tobgay abbia messo
in dubbio la validità del GHP (Felicità Interna Lorda - FIL) che per
quanto importante è divenuto un concetto abusato e che maschera
fenomeni di corruzione, disoccupazione e basso tenore di vita. (vedi anche la
scheda GHP - due o tre cose che so di lui
)
Note:
(1)
Jigme Dorji Wangchuck, voce Wikipedia
(2)
Bhutanese Refugees Living in Eastern Nepal : Main Causes,
Anil Kumar Pokharel. ISRJ Vol II Issue XI Dec 2012
(3) la
pena capitale venne abolita dal re nel 2004.
(4)
Consideration of the resettlement decisions by Bhutanese refugees in
Nepal - Aastha Ranabhat Kobe University (GSICS) 2013
(5)
Private media and Democracy - editoriale The
Bhuranese - 12 agosto 2012
Letture:
Il drago razzista, chi si ricorda dei rifugiati espulsi dal regno
buddgista? Marco Vasta, Himalaya e dintorni,
n° 6 ottobre 2001
Bhutan’s Hoax: Of Gross National Happiness - Saurav J.
Thapa 13 luglio 2011.
L’articolo parla anche della apartheid
Bhutanese refugees voce Vikipedia (Agg al 2014)
Video:
Bhutan's forgotten people (con video 25') Al Jazeerah
- 14 maggio 2014
A two-part series follows ethnic Nepalese after they were expelled
by Bhutan and found themselves stateless.
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