|
Everest Trek View
2016
con
Avventure nel Mondo e Marco Vasta
Le copertine di Nepal, guida ai piedi
dell'Himalaya . ed. 1985 e ed. 2000
La prima guida al trekking in Nepal, scritta da Italiani in lingua
italiana. Centro Studi AnM |
[ Su ] [ Redazionale di AnM ] [ Info Pratiche LEGGERE ] [ Prima di iscriverti ] [ Come iscriversi ] [ Visto Nepa ] [ Download Info ai partecipanti ] [ Percorso ] [ Carte e Mappe ] [ Meteo ] [ Telefono e emergenza ] [ Leggere il Nepal ] [ Marco in Nepal ] [ Mal di Montagna ] [ Sherpa Architetture ] [ NOVITA' Google Interattiva ]
Lukla
(m. 2.800) - Jorsale (m. 2.850) 3h15' +450, -400
Lukla - Phakding (2.650m) 2h30' +50 - 500
Phakding-Jorsale 45' +450
Lukla
deve il suo sviluppo a sir Edmund Hillary che fece spianare la pista e ne terminò
la costruzione nel 1965 come parte del progetto di sviluppo dell'ospedale di Kunde. La RNAC (Royal Mepal Airlines Corporation, oggi solo Nepal Airlines)
aveva ingrandito la pista nel 1977 e nell'83 ultimato i lavori
per la palazzina degli uffici. Numerosi alberghetti e negozi sorgono vicino alla
pista e non avrete difficoltà a trovare posto per dormire o rifornirvi di
viveri; esiste anche una cassetta delle lettere ed i francobolli sono reperibili
dal sarto del vicino negozietto. Il villaggio è un classico esempio di come sia
difficile determinare la quota degli abitati, vi sono infatti 60 metri di
dislivello fra l'inizio della pista di atterraggio ed il piazzale dove sostano
gli aerei.
Lukla voce
Wikipedia Lingua Italiana
Dati Climatici per Lukla,
Nepal |
Mese |
Jan |
Feb |
Mar |
Apr |
May |
Jun |
Jul |
Aug |
Sep |
Oct |
Nov |
Dec |
Year |
Massima °C
(°F)
media |
1.0
(33.8) |
1.9
(35.4) |
4.7
(40.5) |
8.2
(46.8) |
11.6
(52.9) |
14.7
(58.5) |
14.4
(57.9) |
13.4
(56.1) |
12.7
(54.9) |
8.9
(48) |
5.5
(41.9) |
3.3
(37.9) |
8.36
(47.05) |
Daily mean °C (°F) |
−5.9
(21.4) |
−4.8
(23.4) |
−1.6
(29.1) |
2.2
(36) |
5.6
(42.1) |
9.2
(48.6) |
10.3
(50.5) |
9.8
(49.6) |
8.0
(46.4) |
3.1
(37.6) |
−1.2
(29.8) |
−3.8
(25.2) |
2.58
(36.64) |
Minima °C
(°F)
media |
−18.2
(−0.8) |
−16.3
(2.7) |
−12.1
(10.2) |
−7.4
(18.7) |
−3.4
(25.9) |
1.6
(34.9) |
3.9
(39) |
3.5
(38.3) |
0.8
(33.4) |
−6.5
(20.3) |
−12.5
(9.5) |
−16.3
(2.7) |
−6.91
(19.57) |
Precipitazioni mm
(inches) |
10.8
(0.425) |
18.0
(0.709) |
21.6
(0.85) |
28.3
(1.114) |
34.4
(1.354) |
96.1
(3.783) |
153.8
(6.055) |
144.7
(5.697) |
80.7
(3.177) |
37.4
(1.472) |
6.2
(0.244) |
13.0
(0.512) |
645
(25.392) |
Giorni piovosi
(media |
2.6 |
2.7 |
3.6 |
5.0 |
9.5 |
16.1 |
22 |
21.8 |
15.0 |
4.5 |
1.9 |
1.4 |
106.1 |
SFonte: weatherbase.com[ |
Nel secolo scorso, il sentiero iniziava
al di là del fosso di scolo che delimita la pista e prima
di intraprendere il trekking si riconfermava il volo
di ritorno presso l'ufficio del manager in una casupola a monte
della pista.
Oggigiorno, mentre il sardar (il capo carovana assegnatovi dalla
agenzia) ingaggia i portatori e riconferma i voli nella palazzina si arrivi e
partenze (1), ci si incammina sulla strada lastricata che
attraversa Lukla, con negozi, caffè, internet point, barbieri, bakery (fornerie-pasticcerie).
Prima del kani (portale, cancello) o meglio kakani (chorten a
due gambe) c'è anche un posto di controllo cui esibire il Trekking Permit.
La strada, larga anche tre metri,
scende a mezzacosta contornando i rilievi ed abbassandosi fra campi e villaggi.
Rimaniamo stupiti dalla miriade di persone che si incontrano,
decine di gruppi e di escursionisti solitari, che scendono assieme a noi e ben
presto incrociamo chi è partito presto da Phakding e sale a Lukla.
Accanto a noi, i portatori sia del bagaglio dei turisti che dei
viveri per i lodge del Khumbu. Ragazzi carichi di birra (san Miguel, Everest,
Sherpa) e di bevande, (succhi di frutta), Coca Cola e Coca Light ed altro). C'è
chi porta assi o lamiera ondulata. ed in senso opposto i ragazzi (ma anche
anziani) che consegnato il carico tornano all'a3roporto.
E poi una miriade di carovane di cavalli o di dzo (dsolphyo) gli
ibridi fra yak e mucca, animali dal pelo corto e dalle corna dipinte.
Si passa Kyangma con il suo gompa ed una scuola finanziata dalla
Sir Hillary Foundation.
Non fatevi fuorviare dal sentiero che si dirama da Lukla verso i sottostanti abitati di
Muse e Chaumrikharka. Raggiungiamo il villaggio di Chablung (m. 2.500 40')
(LP Trekking in Nepal eng. ed. p.
103 riporta 2.700) punto di
incontro con la pista proveniente da Jiri. Anche qui
numerosi lodge per tutte le tasche. Il villaggio è dominato dalla cavità che
ospita il Tagtak Gompa.
Da
Chablung il sentiero continua verso nord, tenendosi sulla riva
sinistra
del Dudh Kosi (fiume di latte) che si scorge spumeggiare sul fondovalle. In ponte metallico
valica l'affluente Thado Kosi Khola. Una imponente montagna appare ad est
ed è il Kusum Kangru (6397m), considerato il più impegnativo dei
trekking peak. Un tempo si oltrepassava il sentiero che proviene da
Ghat (2.550 m. 20'-60'). La zona
subì forti danni durante una piena disastrosa nel lontano 1977, ma ormai i
contadini hanno recuperato il terreno all'agricoltura. ed ora si
passa nel villaggio. Dopo il villaggio la pista attraversa un'area con molti
muri mani, chorten e massi incisi con mantra ed altre scritte in caratteri
tibetani. Una breve risalita conduce a Chhuthawa (2.591 m) e in
saliscendi attraverso una foresta (jungle) arriviamo al
ponte di Phakding (m.2.650, 45'-1h45') un piccolo insediamento che si è
ingrandito grazie al turismo. Al di là del ponte, il Khumbu Alpine ha costruito
un nuovissimo lodge con numerosi e solidi chalet in pietra ed un edificio
centrale per il ristorante. Altri lodge sono sorti vicino al ponte.
Phakding : Voce
Wikipedia in lingua italiana
Ci presentiamo al chek-in con largo anticipo,
pronti a saltare sul nostro aereo. Tutti i voli interni sono della Royal
Nepal Airlines Corporation che opera con i Twin Otter a 16 posti o con i
Pilatus Porter a 6 passeggeri usati anche come cargo. Si possono raggiungere
le piste di atterraggio più alte del mondo e vivere gli atterraggi più
spettacolari. Prendiamo posto su questo STOL (Short Take Off and Landing),
lo stacco à rapido, l’apparecchio può alzarsi ed atterrare nello spazio di
cinquanta metri, Presto emergiamo dalla foschia mattutina e voliamo verso
est. Le colline verdi, terrazzate e sinuose ricordano le sezioni della carta
topografica con le curve di livello. Presto ci inoltriamo fra pendi più
erti, mentre a sinistra si ampia lo sguardo sulla catena dell'Himàlaya.
La pista di atterraggio è d'improvviso innanzi al
muso, Vincenzo assicura che l'apparecchio è dotato di
ottimi strumenti di navigazione, ma io provo un sottile malessere e
trattengo il fiato; poi un rullio, un cambio di assetto: la pista di Lukla
segue il pendio, ecco perché vedevo tutte le case inclinate! Questo facilita
la frenata d'atterraggio e lancia l'apparecchio in decollo!
Jik Lama, il nostro sirdar-sherpa, contratta le
bestie da soma mentre il gruppo si distende nella gioia di essere finalmente
qui. D'ora in poi non dipenderemo più dai piani di volo, dalle bizze del
tempo sugli aeroporti, ora siamo noi che le nostre gambe a dare il ritmo a
questo viaggio. Il trekking può cominciare.
Lukla è piccola, una ventina di case, per lo più
lodge e negozi, alcuni prati dove i trekker alzano le tende e stranieri che
attendono di essere imbarcati. Mi accorgo che ho ancora i tappi nelle
orecchie, sono stati offerti dallo stewart poiché il Trwin Ottery non era
pressurizzato.
Caricato il materiale su due dzo, incrocio fra yak
e mucca, ci avviamo... in discesa. Su una delle bestie spicca il sacco
postale con il tricolore, pieno di scarponi che spero non dovremo mai usare.
tutti abbiamo addosso la frenesia di andare avanti,
ogni curva del sentiero una esclamazione di meraviglia, ogni sosta vede
aprire le carte topografiche nel tentativo di dare un nome alle punte ed ai
crinali che già sono sopra di noi.
La giornata passa tranquilla, ora sostando nei
tea-shop, ora risalendo lentamente verso Jorsale. Le bestie sono guidate da
una sherpani, La lunga gonna fa quasi sparire le scarpe di tela blu,
caratteristiche di tutti gli abitanti, ne devono avere trasportato a
migliaia da Katmandù! Non comprende quello che sorridendo le diciamo e
risponde con un sorriso, schernendosi e girando il capo e mostrando la
lingua. Ai-Chopkin ha il viso pieno con gli zigomi lievemente arrossati,
quando sorride gli occhi divengono due sottili fessure. Per tutto il viaggio
rimarrà sempre in disparte, timida e riservata; poche volte l'ho vista
sciogliere la crocchia dei capelli, per ravviarli, lunghi e neri, in due
trecce che riarrotolava e fissava con uno spillane. Eppure è rimasta
entusiasta quando le ho fatto indossare la giacca a vento rossa con il
distintivo della scuola di roccia del CAI BS e volentieri si è fatta
fotografare, contenta e sorridente.
(da
"Takin' Off - il mio primo Nepal" di MV,
diario
16 ottobre 1982)
Escursione da Phakding a Rimijung e Gumela (Gomla)
Se arriviamo presto a Phakding, una breve escursione permette di
salire sul pianoro ad ovest del villaggio e raggiungere le case di Rimijung
(45') da qui in 15' raggiungiamo il Pema Chöeling Gompa
(Monastro de del sacro chiostro del loto). È un buona occasione per acclimatarsi. Nel tempio del monastero trovate una statua
di Chenrezi (il protettore del Tibet, incarnato oggi nel Dalai Lama, cioè
del Buddha Avalokiteshevara nella sua manifestazione di mille braccia), ed
inoltre Mahakala, la dea protettrice Sengee Dolma (dalla testa
leonina) e Padma Shambava, Ancora un'oretta di salita e raggiungete il
monastero femminile di Thulu Gumela (Gomlha) (25' - 1h30').
Khenpa Dorji avrebbe fondato
il monastero di
Rimijung a Thulo Gumela
dove risiedette nel 1667-1677). (nelle mie ricerche non ho compreso quale dei due
monasteri sia stato da lui fondato).
Con quattro ore di cammino si sale
al punto panoramico di Phangjung da dove si ammirano bn 15 vette olt
all'Everest.
Dal
villaggio si prosegue sulla riva destra del Dudh Kosi in direzione nord,
risalendo di un centinaio di metri per evitare i danni della piena del 1977.
Il sentiero sale verso i minuscoli insediamenti di Zamfute e Tok Tok,
con una prima vista sul Thamserku (6.608m) un picco ad est di Namche
(abbiamo occasione di vedere la prima condotta di una mini-centralina
idroelettrica) ed ancora in salita arrivate a Benkar (m.2.700, 45'-2h30'),
l'abitato è sotto il ripido pendio presso il fiume. Subito dopo le ultime case,
il largo sentiero giunge ad un ponte e siete sulla sponda
orientale del fiume (1982).
Passiamo da Chumoa e continuiamo per dolci
saliscendi incontrando un'altra condotta per mini-centrale. Si
scende al ponte sul Momjo Khola, che scende dal versante ovest del Kusum Kamgru
(attenzione alla gradinata che può risultare scivolosa) arrivando
in salita ai 2.840 metri di Monjo.
All'uscita
da Monjo è posta la sbarra di accesso al
Sagarmatha National Park
(sito
Unesco Kids) si deve riempire il formulario e pagare la tassa d'ingresso
(nel secolo scorso il chek-point era a Jorsale) ma in genere il sirdar ha già
pensato ad esibire permessi e espletre le formalità.
Fra il sentiero e la sponda
noterete i campi coltivati ad ortaggi, utilizzati dall'albergo giapponese sopra Namche.
L'enorme macigno
che incontrate dopo alcune decine di metri vi riserva una sorpresa. È stato
tutto scolpito con formule di "mantra", cioè frasi rituali e mostra la
religiosità dei buddhisti che con infinita pazienza hanno inciso la
roccia.
Tre quarti d'ora dopo l'ultimo ponte, scendete verso la riva ed
attraversate il fiume, ritornando sulla sponda orientale ed
entrando a Jorsale (m.2.850, 45'-3h15', in sherpa
Thumbug,
(tea-shop e lodge). In primavera avanzata questo percorso è incantevole per la
fioritura del bosco e del sottobosco: magnolie e rododendri, alti pini slanciati
e fiori. Vi conviene dormire a Jorsale per acclimatarvi se non
l'avete già fatto a Phakding.
Jorsale
(m. 2.850) - Namche (m. 3.440) 2h40' 690 + 100-
Dopo Jorsale
la valle si restringe ulteriormente ed il fiume ed il sentiero corrono in un
piccolo canyon. Un ponte metallico vi porta sulla destra
orografica e successivamente un altro ponte sospeso vi riporta sulla sinistra:
incontrate una spianata di sassi, sabbia grigia e macigni, alla
vostra sinistra c'era
l'ultimo dei ponti in legno costruiti da Hillary (m. 2.850). Il ponte era posto
poco sopra la confluenza del Dudh Kosi con il Bhote
Kosi (bhot, lett. tibetano), un torrente che nasce nei pressi del
Nangpa La, una piena l'ha distrutto. Nel 1982 l'avevo visto la
semplice struttura.
Da Jorsale vi sono vari sentieri. Il più veloce scende sulla
sinistra orografica ed è accidentato con massi scivolosi.. Giunti in vista della
confluenza noterete due ponti metallici sospesi. Inizia una aspra salita a
tornanti che vi immette nella pista seguita dagli yak proprio all'imbocco del ponte superiore.
Un sentiero più lungo sui pendii della destra orografica, parte
poco dopo Jorsale e conduce al Larche Dibgan Bride, il secondo ponte sospeso (è su questo sentiero che
si immette il sentiero più veloce). La vista dal ponte è superba e può dare
vertigini.
Dopo
il ponte inizia la ripida lunga e salita di circa seicento metri
verso Namche. La prima parte (circa di 200 metri)
è la più faticosa, posi si giunge quasi su un costolone, vi è una targa
commemorativa. Portatevi ad est del sentiero
ad un punto
panoramico. Un cartello
avverte che da qui abbiamo la "prima vista sull'Everest e sulla bastionata
del Nuptse-Lhotse", ma il massiccio è ancora lontano e
si intravvede appena...
Lungo
il sentiero che sale a Namche capitava di osservare macellai che lavoravano nelle
radure. L'arrivo dei turisti ha introdotto il consumo della carne nel Khumbu. La
popolazione buddhista negli anni "90 si è ribellata a questa violazione di abitudini
millenarie. Ammazzare animali è un'offesa alla religione ed alle divinità del
luogo. I macellai sono stati espulsi da Namche. Questo non vuol dire che a
Namche oggi non ci sia carne, il dio denaro è più forte di qualsiasi altra divinità,
ma quest'episodio dovrebbe far riflettere coloro che non sanno rinunciare alle
proprie abitudini alimentari.
La
pista continua in salita a mezza costa, tenendo la cresta sulla destra giungete
finalmente a Namche (m. 3.440, 2h30'/2h40').
Namche Bazar (Nauche) è il
capoluogo amministrativo della regione del Khumbu, vi hanno sede un posto di
polizia, il quartier generale del parco nazionale, una banca autorizzata al
cambio (che d'altronde è ottenibile presso i commercianti), un piccolo ufficio
postale, negozi dove trovate articoli diversissimi quali souvenir, oggetti
tibetani, provviste in scatola, attrezzature da montagna.
Namche
Basaar Voce Wikipedia Lingua inglese
Namche
Bazzar Voce Vikipedia Lingua italiana
Ogni
casa di Namche si è trasformata in lodge,
elencarli tutti è praticamente impossibile. Alcuni lodge sono superiori ai
nostri rifugi. in alcuni c'è l'acqua calda, ma acqua calda vuol dire che
disboscano il Kumbu o che qualcuno si carica in spalla due bombole
di gas e le porta dall'aereo fino in albergo... Il percorso non è ovviamente
cambiato, in cinquant'anni ma ci sono molti più lodge ed
alberghi, tant'è che la Lonely Planet
ha più pagine sui lodge che sul percorso.
Nell'ottobre
del 1987 venne installata una centralina idroelettrica a Namche, le case sono
provviste di luce ed alcuni alberghi sfruttano la corrente elettrica anche per
riscaldamento dell'acqua delle docce o per cucinare. L'introduzione
dell'energia elettrica ha permesso di abbattere meno alberi ed è un aiuto al
problema della salvaguardia dell'ambiente. Alcuni lodge permettono di piantare
le tende nei cortili dove imparerete a coabitare con gli yak.
Namche è il più importante degli insediamenti sherpa ed a ciò ha contribuito
l'afflusso di turisti, di trekker e del numeroso personale ingaggiato dalle
spedizioni. Ogni sabato mattina si tiene un importante mercato (hat) dove
vengono venduti i prodotti non coltivabili nella zona del Khumbu. Questi generi,
quali riso, grano, uova e vegetali, giungono a spalla con i portatori rai dai
villaggi del Solu, distanti qualche giorno di cammino. È un momento importante
nella vita della regione perché arrivano sherpa dai villaggi dei dintorni per
rifornirsi di generi alimentari. Sono lontani i tempi in cui Hunt aveva dovuto ingaggiare ben nove portatori al fine
di avere sempre una liquidità in monetine, in quanto quassù non si conosceva
la carta moneta già circolante a Kathmandu. D'altro canto i portatori rai, cui
gli sherpa pagavano i prodotti con monetine ricevute come retribuzione dalle
spedizioni, credevano che queste si trovassero affioranti dal terreno nella zona
dei ghiacciai.
Dati climatici per Namche, Nepal
[hide]Climate
data for Namche Bazaar |
Month |
Jan |
Feb |
Mar |
Apr |
May |
Jun |
Jul |
Aug |
Sep |
Oct |
Nov |
Dec |
Year |
Average high °C (°F) |
7
(45) |
6
(43) |
9
(48) |
12
(54) |
14
(57) |
15
(59) |
16
(61) |
16
(61) |
15
(59) |
12
(54) |
9
(48) |
7
(45) |
11.5
(52.8) |
Average low °C (°F) |
−8
(18) |
−6
(21) |
−3
(27) |
1
(34) |
4
(39) |
6
(43) |
8
(46) |
8
(46) |
6
(43) |
2
(36) |
−3
(27) |
−6
(21) |
0.8
(33.4) |
Averageprecipitation mm
(inches) |
26
(1.02) |
23
(0.91) |
34
(1.34) |
26
(1.02) |
41
(1.61) |
140
(5.51) |
243
(9.57) |
243
(9.57) |
165
(6.5) |
78
(3.07) |
9
(0.35) |
39
(1.54) |
1,067
(42.01) |
Fonte: thamel.com |
Dalle fessure nelle pareti di legno inizia a
filtrare un poco di luce, qualcuno si alza., poi fuori tutti dai sacchi.
Tutti iin piedi. Non abbiamo dormito molto, interrotti da un andirivieni
dalla camera della puerpera. Il bimbo.non ha pianto spesso, ma diverse volte
una sherpani à passata avanti ed indietro recando ora in mano un piatto
fumante, ora uno con aromatiche e fragranti braci di abete. Cosa strana la
camera era chiusa dall'interno , ma non credo per diffidenza , solo perché
il sistema di chiusura è da un solo lato della porta. Un tea bollente e poi
una ennesima sosta alla sbarra di ingresso.
È una novità di questa stagione. È stata istituita
una tassa d’ingresso al Parco nazionale del Sagarmatha. Ma ben più
importante è l’emanazione di un regolamento che prescrive la autosufficienza
per il combustibile, vietando sia la raccolta di legna che l'acquisto presso
i locali.
La strada continua ora in un canyon arrampicandosi
in piccoli saliscendi nei punti dove il fiume occupa tutto il fondovalle.
Siamo incassati fra pareti ripide ricoperte da foreste di abeti.
Una larga spianata sabbiosa incassata fra rocce alla confluenza con il Beote
Kosi e il Dudh kosi si scorge l'ultimo rimasto dei sei ponti in legno
costruiti da Hillary, comincia la salita verso Namche. Incontro
finalmente e conosco Alberto Damioli (forte rocciatore bresciano), dopo aver
chiesto a tutti se sono di nazionalità italiana. Chiacchierata, consegne
telefoniche. Peccato di non aver preparato alcuna lettera.
Saliamo a zig zag mentre i due fiumi scrosciano
molto più in basso di noi. A metà salita una piazzola quando il sentiero si
trova proprio sul crinale. ed un cartello “Prima vista sull'Everest” Ma lui
é fra le nubi e non ci degna di uno sguardo.
Riprendo l'inseguimento dei primi sperando che mi
aspettino alle prime case del villaggio. Ed ecco Namche Bazar! Un attimo di
emozione. Quante diapositive ho visto di questo villaggio! Ora sono qui a
fotografarlo. Siamo saliti in due ore ed adesso possiamo cercare un alloggio
e poi girovagare per il paese. Ma non c'é scelta perché la yak girl ha già
scelto per noi, portandosi nel lodge del padre ed i cinque compagni
scalpitano per partire subito verso l'alto in un nuovo sprint. Qualcuno tira
molto, io vado piano con conseguenti squilibri e scazzi.
(MV diario
17 ottobre 1982)
Acclimatazione
a Namche Bazar
Namche (m. 3.320 - 3.440) - Shyangboche, Khumjung, Kunde (m.
3.800)
Il
giorno di acclimatazione può essere trascorso visitando i dintorni, con
passeggiate verso Thame o sul pianoro sovrastante Namche presso i villaggi
sherpa. Guardando il pendio, sopra le case, noterete un gran rettangolo formato
da muretti in pietra. È l'indicazione per gli aerei che volando a bassa quota
nella valle devono puntare verso la pista di atterraggio.
Vi sono tre sentieri
che salgono verso l'alto, il meno ripido è quello nei pressi del gompa e che
permette di salire con calma. Vi consiglio di compiere una lenta escursione
circolare, passando per l'aeroporto e l'albergo dei giapponesi, giungendo poi
ai villaggi sherpa sul pianoro. In tre quarti d'ora arrivate alla pista di Shyangboche, costruita sbancando la collina ed abbattendo alcuni mani. L'impresa
fu diretta dai neozelandesi ed è spettacolare vedere talvolta i Pilatus Porter,
od i Twin Otter, lanciarsi sopra Namche dai 3.720 metri della pista, costruita
in discesa come quella di Lukla. Continuando sul ciglio della collina arrivate
all'Hotel Everest View, costosissimo albergo costruito dai giapponesi in una
posizione panoramica, ma che sta rapidamente degradandosi pur essendo una solida
costruzione. Il sentiero scende verso la piana di Khumjung posta a circa 3.800
metri.
D'origine alluvionale, il terreno si è dimostrato fertile. Le case sono
sparse anche fra i campi. Questo è il più grande villaggio del Khumbu, non vi
sono lodge ma solo tea-shop, i proprietari permettono di accamparsi vicino alle
case. Il gompa, posto un po' sopra le case, possiede parte del cranio di un
yeti. Il reperto è stato portato da Hillary, accompagnato dal capo villaggio
Khunjo Chumbi, negli Stati Uniti nel 1960. L'analisi dimostrò che la pelle
proveniva da una specie di antilope. Ora il gompa è spesso chiuso ed una
guardiana ha il compito di mostrarlo. In questa zona l'Himàlayan Trust, guidata
e promossa da sir Hillary, ha portato iniziative lodevoli quali la scuola, che
si è dimostrata un'eccellente istituzione per i ragazzi sherpa, l'ospedale di
Kunde, che potete visitare ad orario fisso dopo il pranzo di mezzogiorno.
L'edificio ospita principalmente gli ammalati locali in quanto per il pronto
soccorso ai turisti operano l'H.R.A. in Periche o i medici delle spedizioni.
Kumjung Voce
Wikipedia lingua italiana
Kumjung voce
Wikipedia in lingua inglese
Da Khumjung un sentiero scende verso oriente, fra chorten e mani, fino a
congiungersi alla pista principale proveniente da Namche, prima del villaggio di Teshinga.
Il pendio sopra il paese è ripido e brullo e verso
l'alto un enorme rettangolo è stato tracciato costruendo muretti di pietre.
ed è ben ripido non sono state costruite terrazze. Ma la salita non
è lunga,
arriviamo alle case che si ergono vicino all'aeroporto
Una gentile signora sta preparando le sue focacce di sterco. Vicino alla
pista, sopra un macigno, una
decina di bimbi cantano filastrocche armoniose ed incomprensibili interrotte
da festose grida, forse insulti, rivolte al nostro passaggio. La pista ha
richiesto uno sbancamento del pendio ed un intero muro mani è stato
distrutto lasciando le pietre istoriate ammonticchiate su un lato della
inclinata airstrip.
Siamo già sopra la treeline, eppure sul pianoro e
sul versante che scende verso i villaggi retrostanti una piccola macchia di
arbusti e conifere stupisce con la sua presenza. Arriviamo così all'Everest
View. Costruzione in pietra con rifiniture in legno,
ma l'edificio, per quanto da lontano sembri nuovo ed
armonizzato con il paesaggio, èall'interno spoglio, un'idea di abbandono. Sono le dodici
e Vincenzo si incazza e se ne va a mangiare mentre il gruppo,
visitato il generatore, per altro non in funzione in questo momento, scende
verso i campi ed il villaggio.
L'abitato di Piangboche è simpatico, meno
turistico. Solo poche tende su uno spiazzo. Le case sono talvolta circondate
dai campi e fra i muretti divisori fa capolino qualche testa di donna.
Alcune stanno scavando delle buche. Vi vengono poi
rovesciate patate e carote: è un sistema per
conservare questi vegetali per alcuni mesi ma
l'operazione non è fotografabile perché le donne si
voltano o si nascondono nelle fosse circolari. La ricerca di un tea shop
è
lunga, pare che non ce ne siano. Poi da una buca salta fuori una contadina
che contratta subito la vendita di tea. La seguiamo in casa,
edificio in pietra, all'interno buio pesto. Al piano terra una
stalla, per una scala in legno entriamo al primo ed unico piano.
È una unica stanza con parecchie finestre su un
lato e le altre pareti ricche di scaffalature su cui vasi e suppellettili,
principalmente brocche, pentole e piatti luccicano lindi riflettendo i
bagliori del fuoco che arde al centro dello stanzone.
Ancora una volta sono incerto se devo accomodarmi
sulla panca o per terra. Poi mi rendo conto che la panca è un tavolo perché
una ragazzina vi sta facendo i compiti! Lascia
quaderni e libri aperti per prepararci il tea. Su un lato i fornelli
rialzati indicano l'angolo cottura di questo grande monolocale La nostra
ospite lascia alla figlia l’incombenza del tea e rientra subito con uno
zaino dal quale, disposta per terra una stoffa rossa, estrae monili ed
oggetti che dispone con cura attirando subito la nostra attenzione ed
avviando il giro delle contrattazioni. Cerco di resistere ma, complice Ado,
finiamo per prendere due collane di pietre dure. Mi rifugio con la guida a
mangiar tzampa e tea tibetano, volgendo le spalle ad altri due venditori che
tranquilli sono entrati ed han cominciato a sciorinare le loro mercanzie.
Andiamo a visitare il gompa, con relativo scalpo.
Ma la secolarizzazione é arrivata anche qui ed è una vecchia che ci apre il
polveroso portoncino rivelando un interno ricco di libri. Da una casa
bianca, nel cui cortile sventola una lunga bandiera verticale giungono canti
e suoni di cimbali e tamburi. Vorremmo avvicinarci ed entrare, le
finestrelle sono tinte in azzurro e danno un penso di allegria e pulito; ma
Jck Lama ci trascina lontano. Nella casa si sta celebrando un rito
propiziatorio per uno sherpa morto con i canadesi.
Apprendiamo che il suo corpo è stato portato a valle
altrimenti l'anima avrebbe vagato ancora per molto
nel Sagarmata. Il vibrare degli enormi cimbali continua e si perde,
rafforzati da altri man mano che saliamo al vicino villaggio di Kunde. Anche
qui uno sherpa é morto ed a noi vien voglia di tornare a Namche. Uno sguardo
dallo esterno al basso e lungo edificio del Kunde Hospital che noi
conosciamo come l’Hillary Hospital e che è aperto ai visitatori solo alle 2
p.m. e, riattraversato il boschetto scendiamo.
A sera abbuffata di riso e vegetali allungati con
tonno all’olio nella fumosa cucina situata all’ultimo piano del lodge. La
nostra stanza dormitorio é sotto, al primo piano, la
dividiamo con due tedeschi e dopo lunghe chiacchiere ed un caldo caffè ce ne
andiamo in branda.
(MV diario 17 ottobre 1982)
Acclimatazione a Namche
Namche (m. 3.440 m. ) - Thame (m. 3.800) 6/7 h +/- 600m
(descrizione indicativa)
Visualizzazione ingrandita della mappa
Thame,
distinta in parte bassa (Thame Og) e alta (Thame Teng), si adagia intorno a quota 3800, ai
piedi di una larga vallata posta a nord-ovest di Namche.
Thame è
una tappa importante
per chi valica l'impegnativo Tesi Lapcha (o Trashi Labtsa), (valicato
da chi scrive nel maggio 2010) un passo di 5.755
metri che mette in comunicazione con la valle di Rolwaling. È un percorso che
deve essere affrontato con l'aiuto di una guida e di portatori. Una buona
conoscenza della montagna ed una adeguata attrezzatura sono necessarie per
valicare questi monti dove sono frequenti le slavine e le frane.
Da Namche il
sentiero ha inizio presso il gompa, sale verso ovest costeggiando mani e file di
bandiere di preghiera. Questi muri sono adornati di interessanti mantra dai
tratti molto elaborati. Dopo aver contornato il pendio con un'ampia curva, il
largo sentiero quasi pianeggiante passa la frazione di Gonglha, guarda un
torrente, passa le case di Dramo, arrivando infine a Thomde (m. 3.500). Un
centinaio di metri prima del villaggio un sentiero in salita vi porta al piccolo
Lawudo Gompa,
il lamasterio della frazione di
Mende, dove siete graditi ospiti (m. 3.600). A Thomde è stata
costruita una centralina elettrica che provvede ad erogare energia e luce a
Namche, sfruttando le acque del Bhote Kosi. Dopo una breve salita, il sentiero
scende ora al greto del torrente, lo attraversa su un precario ponte in legno e
inizia la ripida salita che porta a Thame con un percorso di complessive tre
ore.
Il villaggio di Thame è posto in una larga valle, che scende dal Lapcha La, cui
fanno corona le cime innevate del Teng Kangboche (m. 5650) e del
Kwangde (m.
6187) posti a sud ovest. All'estremità nord del villaggio si trova una
casermetta della polizia. Il permesso di trekking non vi consente di proseguire
lungo questa strada carovaniera che in due giorni di cammino vi porterebbe al
Nangpa La (m. 5.716), un tempo
valicato da carovane di yak che scendevano
cariche di merci scambiate fra Nepal e Tibet. Per gli sherpa sussiste la
possibilità di varcare liberamente la frontiera tibetana, ed alcuni lo fanno,
compiendo un viaggio di due mesi, nel contesto della propria attività
commerciale.
Il Nagpa-la è legato alla uccisione di
Kelsang Namtso, una giovane monaca tibetana di 17 anni,
in fuga dal paese delle nevi. Puoi leggere la voce di Wikipedia
Nagpa la shooting incident ed assistere
in diretta
a questo omicidio.
Il monastero è stato costruito in posizione panoramica, sul pendio
di una collina circa cento metri sopra il villaggio. Le bianche mura sono
circondate dalle case dei lama e dei laici. Il Mani Rimdu di questo monastero si
celebra ogni anno verso la metà di maggio, e se quello di Tyangboche è
suggestivo perché tutte le montagne attorno sono ormai ricoperte di neve,
questo avvenimento si celebra a Thame con il fiorire dei rododendri.
(EDT-LP Trekking in Nepal p. 99)
"Poco
prima di Thame, nel piccolo villaggio di Thamu Tengu, è la famiglia del nostro
sherpa. Arriviamo e i tre figli piccoli di Dawa corrono ad abbracciare il padre;
saliamo la scala di legno della casa quasi al buio completo. In un ambiente
arcaico, reso più difficile dal fumo che fa lacrimare gli occhi, l'ospitalità
è festosa e totale. Questa gente non ha niente, ma ci dà tutto. I bambini
giocano con noi, sono felicissimi e la bambina di tre anni si mette a ballare e
cantare delle canzoncine nepalesi imparate a scuola. Siamo dei loro. Grande
mangiata di patate, l'unico bene prodotto dal villaggio; tea e poi noodle
comprati per gli ospiti. Familiarizziamo sempre di più vedendo la generosità
di questa gente che ci offre anche i propri giacigli per riposare. E poi tutti
nella stessa stanza a dormire. I bambini sherpa nudi e caldi sotto un cumulo di
stracci, noi corazzati nei nostri sacchi a pelo. È questione di abitudine.
Scendiamo a fare foto e quando risaliamo troviamo Dawa e signora con abiti da
cerimonia, tutti cambiati da cima a fondo, che ci aspettano per prendere
l'ultimo tea con gli ospiti. Stentiamo a credere ai nostri occhi. Ma la serenità
dei due sherpa non lascia dubbi. Siamo commossi; sulle spalle di ognuno di noi
viene messa la fascia bianca di garza delle cerimonie e noi prendiamo il tea. È
il momento più bello del viaggio sul piano umano. Così il piccolo sherpa delle
grandi montagne rende testimonianza della propria dignità di uomo".
Così
un mio amico capogruppo di AnM ricorda l'ospitalità di
Dawa Dorje Sherpa, morto assieme ad altri
due sherpa e ad un cineoperatore durante la spedizione canadese dell'82
(Everest,
full movie)
Namche Bazar (m. 3.440) - Thyangboche (m. 3.870) 4h
800+ 370-
Salite
direttamente il pendio sopra Namche, lungo la strada principale che passa fra le
case e gira a destra portandosi presso il posto di controllo della polizia. È
obbligatoria la registrazione e dovete generalmente presentarvi di persona con
il trekking-permit e con il biglietto d'ingresso al parco. L'operazione è
evitabile, ma perché non farlo? Specie quando si potrebbe avere bisogno di
ricorrere all'aiuto della polizia di montagna in caso di necessità? Al di là
della sommità del contrafforte arrivate ad un poggio erboso, lasciandovi sulla
destra la scuola e la caserma. Proseguendo verso nord est arrivate ad
affacciarvi sulla profonda gola (quota 3.550 m. ) e seicento metri sotto di voi
intravedete il Dudh Kosi, (kosi significa fiume,
dudh vuol dire latte: questo
nome indica chiaramente lo spumeggiare delle acque).
Il sentiero serpeggia a
mezza costa con piccoli saliscendi seguendo i contorni del precipizio. Dopo
circa un'ora, in cui non avete guadagnato ma neppure perso quota, arrivate
quindi dalle case di
Khyangjuma (non
rilevabile su alcune carte e su GMaps) e poi
a Sanasa. Qui vi sono due diramazioni:. un sentiero
segnato (cartello) sale lungo il fianco della collina fino a Kumjung. (circa
30') ed un altro per Gokyo, mentre quello per Tynagboche prosegue in dolce
discesa.
Se hai in programma di effettuare il ritorno da Namche a
Lukla in due giorni, prendi in considerazione l'idea di pernottare a Sanasa e
all''indomani scendere a Monjo.
Scendendo verso Tyangboche passi da un
punto panoramico da dove è visibile il villaggio di Phortse in direzione nord,
con le case adagiate a semicerchio su un dolce declivio (m. 3600 1h).
Passi ora da Lawi Shasa.(Lawichasa - Labisyasa) e poi da
un vivaio (nursery) del parco.
Il sentiero laterale conduce a Teshinga (30'-1h 30') mentre
noi proseguiamo attraverso il bosco. Dapprima
si scende dolcemente fra gli
abeti, poi su gradoni perdi quota velocemente arrivando sul fondovalle dove un ponte dai
supporti metallici permette di attraversare il Dudh Kosi. Prima
del ponte due posti ristoro e se guardi a monte della frazione vedi forse ancora
i resti del ponte in ietra distrutto dalla piena del 2007.Al di là il sentiero
piega a destra, aggira in salita il pendio ed arrivi a
Pungh Thenga
(Phungitenga, Phunki
Drangha) piccolissima frazione con alcuni tea-shop, alcune case fra gli orti e
numerose ruote dei preghiera (m. 3.250, 30'-2h'). Resta da affrontare la ripida
salita che, ora in cresta, ora a mezza costa, vi porta rapidamente in quota.
Il bosco è composto anche da rododendri e, se non fossero impauriti dal corteo
di turisti, forse fra gli alberi scorgeresti qualche esemplare di moschide o di
thar. La salita è aspra, per fortuna sono stati elevati alcuni chautara dove
riposarsi ed ammirare il Kantega (montagna a "sella di cavallo"), nelle cui
viscere gli ufologi hanno posto una base segreta degli extraterrestri
scoperta nel gennaio 2016. (vedi nota Kantega)
Alcuni tornanti più dolci costeggiati da mani ed arrivate al Khani
(lett: due gambe) che segna
l'ingresso nella zona del monastero di Tyangboche (m. 3.870, 2h-4h).
Attorno al gompa e alle casupole abitate dai monaci sono sorti numerosi edifici; nel
boschetto ad ovest trovate un paio di lodge e la casa del Rimpoché, cioè
dell'abate, un illuminato che volentieri riceve i turisti e si intrattiene in
breve colloquio. Sull'ampia conca antistante al monastero sorge uno chalet con
numerosi posti letto ed un'ampia cucina. Cercate di occupare i letti sotto la
vetrata d'angolo, avrete la possibilità di riposare al caldo di fronte allo
spettacolo del tetto del mondo. Altri edifici sono piccoli lodge ed una scuola.
Non vi sono problemi per campeggiare ed al centro del prato era stata costruita
una grande fontana.
Siete in uno dei punti più panoramici del percorso, in una
posizione migliore che all'albergo dei giapponesi sopra Namche.
Davanti a voi l'Everest, in tibetano/sherpa il
Jomolangma [ ཇོ་མོ་གླང་མ ([tChomolungmà], let. "Madre
santa") (Sagarmāthā in nepalese: sagar "cielo" e māthā "testad" = "alto
nel cielo, lett. testa nel cielo)], fa capolino dietro la
bastionata di Nuptse, Lhotse [Tib. lho = sud, tse = cima,
let cima a sud dell'Everrest)], Lhotse Shar (Lhotse est)
e Nuptse (tib. lett. Vetta ovest).
In
una triste mattina, ai primi del 1989, il gompa di Tyangboche venne distrutto da
un incendio. Fu un episodio tragico poiché il tempio non è solo il centro
religioso del Khumbu, ma è anche un luogo di riferimento ideale per chi ama il
Nepal e le sue montagne. La ricostruzione venne subito iniziata, ma poiché il
corrente anno lamaista era un anno sfavorevole per l'innalzamento di edifici
religiosi, nel 1989 vennero solo organizzati i lavori. Il problema principale
nella costruzione era la scarsità di legname: non potevano essere abbattuti
altri alberi all'interno del parco. Per questo il materiale da costruzione venne
portato dalle
valli più a sud del Khumbu, con un notevole aggravio di costi. I lavori
iniziarono ai primi del "90, con il nuovo anno buddhista. Alla ricostruzione
hanno partecipato gli sherpa ma anche gli escursionisti di passaggio. Il
progetto del nuovo tempio ha ripreso le linee architettoniche del tempio
costruito negli anni "30 del secolo
scorso dopo il terremoto che distrusse il gompa originale.
Presto il tempo deporrà la sua patina anche sul nuovo tempio e l'incendio
sembrerà esser stato solo un incubo mandato da demoni malvagi, mentre nel gompa
riprende la vita di ogni giorno.
(tratto da "Nepal, camminate ai
piedi dell'Himalaya" 2a ed. 2000).
Tyangboche - Voce
Wikipedia lingua inglese
(migliore della breve traduzione in italiano).
18
Ottobre 1982
Alzataccia alle sei
e un quarto; qualcuno chiacchiera già, poi gira e rigira e colaziona, fai i
sacchi ed aspetta gli yak.
Inizia una serrata discussione in
inglese e nepalese con il padrone degli yak che sostiene l'impossibilità di
proseguire con solo due bestie. Il carico é voluminoso
e può
urtare contro le pareti nei
punti dove sentiero è stretto. Non mi rendo ben conto se ha ragione, ma
calcolo che due bestie sono state sufficienti ad Aprile per sette persone e
quindi possono esserlo anche adesso per sei. Saliamo
al chek-point, il poliziotto mostra un librone e lascia a me la lungaggine
di copiare tutti i dati.
Saliscendi in costa
su un sentiero polveroso incrociando carovane di yak e di portatori. Sono
gli stessi oggetti che vanno e vengono con i trek. Pentoloni e teiere,
enormi catini e tavole, sgabelli pieghevoli e seggiolini di bambù impilati a
decine, bidoni e contenitori delle spedizioni, cavi e corde, fornelli e
taniche di cherosene, portatori ansimanti sotto sacche colorate e zaini da
roccia. Ormai dai colori si comprende chi arriva: verde chiaro ADV, verde
scuro Pilgrim, viola chiaro Hauser, giallo e arancione Himalayan, colori
vari e sparsi liberi trekkisti o gruppi a basso budget. D’altro canto non è
possibile lasciare il materiale per le spedizioni successive. I campi alti
vengono abbandonati nell'inverno e centinaia di persone non avrebbero
lavoro.
Oltrepassate case
sparse ed un villaggio, arriviamo in fondo alla discesa. Alcuni tea shop, un
posto di blocco e quattro mulini da preghiera. Qui abbiamo attraversato il
fiume sull’ultimo ponte moderno, ora ci attende la salita continua e senza
soste verso il monastero. Riposiamo ancora un poco, sorpresi dalla presenza
di un’europea che sta. filando accoccolata sul pancale ricoperto di pelli.
Per non mostrarci troppo provinciali non chiediamo niente ma ci guardiamo
intorno per capire da qualche fotografia se é la donna del proprietario. Il
mistero permane , solleticato ancor di più dall'enorme talamo con piumone
posto in fondo alla stanza.
Un kani sormontato da un fregio
dorato segna l’ingresso nell'area del monastero di Tingboehe, il gompa
rossastro è circondato da numerosi edifici ed all'esterno delle mura, i due
lod.,ges, una scuola ed un'altra costruzione di cui non conosco
la destinazione. Al centro del pendio una serie di fontane cui l'acqua
giunge da un tubo di gomma nero sospeso ad alcuni pali. Due monachelli
giovanissimi, forse ancora adolescenti, avvolti nella tunica rossa e gialla,
si divertono a far oscillare il cavo nero incuranti della decina di turisti
che riprendono divertiti la scena. Depositiamo i bagagli nel dormitorio
scegliendo i panconi sotto la finestra che occupa l'angolo verso oriente.
Allineato con il
Kani di ingresso si erge un chorten e, proseguendo, il sentiero sale
lievemente, lasciando il prato alla destra . Alcuni scalini e si passa il
portale di ingresso nella cinta del lamasterio. Il gompa è il primo edificio
cui ci avviciniamo. Nello angusto cortile una scena colpisce subito
l'attenzione, ancor più dei suoni provenienti dal tempio. Alcune persone
stanno preparando la zampa ; su un fuoco due padelloni vengono arroventati
per scaldare della sabbia. Successivamente sulla sabbia viene buttato l'orzo
in chicchi e quando la sherpani che segue questa operazione ritiene che
siano tostati a sufficienza li passa al setaccio vagliando la sabbia che
ricade per terra e fissando l'orzo ad alcuni uomini. Accoccolati sotto il
portico essi prendono manciate di chicchi dal . cumulo e metodicamente lo
pestano in due mortai , macinandolo lentamente.
La farina tostata, secondo l’uso
tibetano che abbiamo già
incontrato anche in Zanskar ed in Ladakh; viene buttata
diretta mente in bocca, o mischiata a tea tibetano fino a formare gnocchi.
Il tea tibetano mi ricorda . il brodino di dadi, viene preparato nel "donma',
la zangola usata per vengono mischiati burro, tea ed acqua bollente. Alcuni
donma sono intarsiati ed arricchiti da lamine che le fasciano e li
rinforzano, anch'esse lucide e lavorata a sbalzo, in rame od ottone.
Sotto
il portico sopraelevato che dà accesso al tempio, un monaco si offre
gentilmente come guida. Parla correttamente inglese, ha studiato per anno a
Kathmandu ed è stato anche in India ad onorare il Dalai Lama. Saliamo nello
stanzone superiore, dove insieme ai libri sono conservate le reliquie dei santi
e dal soffitto pendono allineate foto di Ghandi, del Dalai Lama, di Re e Regina, del Rimpoche cioè del superiore del monastero.
Ho letto qualche intervista da. lui
rilasciata, ma ora non saprei di come parlare con un reincarnata e ,
giudicando la mia curiosità un atteggiamento futile, declino l'invito a
chiedere udienza... Inoltre non ho né una sciarpa, né un dono da offrire.
Il giovanotto, felice di parlare
con un europeo di lamaismo, mi conduce a1 secondo dove, gioia di un
antiquario, mi mostra le matrici dei libri. Sono assicelle di legno sulle
quali, con infinita pazienza, i monaci incidono i testi, trascrivendoli in
rilievo e specularmente simmetrici. Ogni asse corrisponde ad un foglio, iò
testo non è rilegato come usiamo normalmente, posto fra due copertina rigide
e, talvolta, perforato e legato all estremità.
Al piano rialzato, nella cappella
del gompa, si sta svolgendo una cerimonia; abituati gli occhi all’oscurità
nella poca luce che filtra dalle finestre istoriate veniamo subito bloccati
e gentilmente invitati a non fotografare. In verità il divieto riguarda solo
la navata di sinistra dove quattro monaci sono intenti a preparare un
mandala rituale. Sotto le finestre hanno posto un asse quadrata, circa un
metro di lato, sulla quale sono già disegnate le linee e gli spazi da
colorare.
Il mandala é temporaneo viene
preparato solo per questa cerimonia, se ho ben capito, disegno e preghiere
fanno parte di un unico rito. I monaci prendono la polvere colorata da
contenitori, ciotole o sacchetti, e la pongono in lunghi ed appuntiti coni
di rame. L'estremità è mozza e lascia uscire il colore in quantità minima.
Si impugna con la sinistra il cono, tenendolo leggermente inclinato in
avanti e con la mano destra si danno leggerissimi colpi in modo da far
defluire la polvere lentamente. Dove lo spazio non è stato colorato ma
esiste momentaneamente solo una linea colorata, il disegno ricorda quello
rituale degli indiani Hopi nel Nord America, tracciato sulla sabbia con
polveri colorate.
Il nostro ventiduenne monaco
continua a parlare del suo viaggio a Lubini, lo interrompo chiedendogli
quanti monaci vivano ora qui; mi parla di 30 monaci e 20 studenti ma non
comprendo se la prima cifra è comprensiva del totale e per gentilezza non
appuro altro. Questi bambini che in fondo alla navata paiono annoiarsi
parecchio e guardano, forse invidiosi, ad un altro ragazzino che partecipa
alla cerimonia come suonatore di tamburo. Nella navata centrale, su due
pancali rialzati posti uno in fronte all’altro due file di monaci di varia
età su scranni più o meno decorati celebrano la funzione. A destra i
suonatori di corni ed in fondo, al lato del trono del Rinpoche, presente, il
posto del suo vice. Sull'altra fila i cimbali grandi e le trombe corte, ed
ultimo il fanciullo addetto al timpano se ne sta accoccolato su uno sgabello
posto sul pavimento.
Salutiamo la nostra gentile guida,
rituale offerta e ritorniamo nel prato ad ammirare il tramonto; il sole è
alle nostre spalle, e davanti a noi le nubi si stanno aprendo, sospeso nella
nebbia il massiccio di rocce comincia ad apparire ed a tingersi di colori
sempre più carichi, Gli ultimi raggi di sole illuminano, in tutta la gloria.
il tetto del mondo.
(da "Takin' Off - il mio primo
Nepal" di MV, diario 18
ottobre 1982)
Thyangboche
(m. 3.870) - Pangboche (m. 3920)
1h 30' +/- 100m
Seguendo
la traccia che attraversa il prato posto a nord est del monastero, inoltratevi
nel boschetto di ginepri, abeti e rododendri. Con lenta discesa fra pascoli e
qualche casa arrivate ad un ponticello presso due mulini con ruote da preghiera,
camminate quasi in piano per alcuni minuti e siete presso il piccolo monastero
femminile di
Pema Chöling
(lett. sacro luogo del Loto) a Deboche (Devuche o
Debouche),
uno dei più antichi monastri del Khumbu e del Nepal (restaurato da Architetti senza Frontiere di Seattle),
e
le poche baite di Milingo (m. 3.820, 50'),
Raggiunto il ponte di legno sulla stretta gola dell'Imja Khola (m. 3.790,
10'-1h) attraversate il torrente ed iniziate una lenta ma continua salita, in un
luogo classico per fotografare trekker e portatori in cammino con lo splendido
Ama Dablam come sfondo. Il percorso poggia talvolta sulla roccia e dopo circa
15' arrivate ad una strettoia presso un chorten.
Numerosi sono i
muri mani dalle
elaborate incisioni ed uno di questi monumenti racchiude la roccia dove resta
impressa l'impronta di Lama Sange Dorje. Ancora pochi minuti e, tenendovi
sempre sul sentiero a mezza costa ed in leggera discesa, arrivate alla più
bassa delle due frazioni che compongono il villaggio di Pangboche (m.
3.920, 30'-1h 30').
Prendendo qualcuno dei sentieri che risalgono la china arrivate in circa 15' a
Pangboche alta ed al sovrastante gompa (m. 3.985).
Il Gompa è stato restaurato con un progetto del
Mountain Institute.
Voce Pangboche
in Wikinpedia lingua inglese.
Dal gompa, tenendovi a mezza
costa, dapprima fra gli abeti, poi sul crinale erboso, arrivate ad un poggio
panoramico dove fra i mani ed i piccoli chorten trovate le tracce delle pire ove
vengono cremati i buddhisti, previo assenso del lama.
Note
(1)
la riconferma
potrebbe essere fatta la sera del vostro ritorno definitivo a Lukla. Negli
ultimi trekking spesso i partecipanti mi hanno chiesto di unire le tappe Namche
- Padgling - Lukla per guadagnare una giornata a Kathmandu.
Torna
Kantega
In
posizione 27°47'43,40" N, 86°49' 6.40"E GMaps riporta un lago (') od una macchia
scura che è stata interpretata come l'ingresso a una base UFO... (no comment).
In realtà, se restringi la mappa, vedrai che è una omissione del
satellite.
[ Su ] [ Redazionale di AnM ] [ Info Pratiche LEGGERE ] [ Prima di iscriverti ] [ Come iscriversi ] [ Visto Nepa ] [ Download Info ai partecipanti ] [ Percorso ] [ Carte e Mappe ] [ Meteo ] [ Telefono e emergenza ] [ Leggere il Nepal ] [ Marco in Nepal ] [ Mal di Montagna ] [ Sherpa Architetture ] [ NOVITA' Google Interattiva ]
(organizzazione tecnica Viaggi nel Mondo
per leggere il programma su Avventure nel mondo clicca qui)
lento pede
ambulabis
|