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Allah si rivela nel Corano

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لا إله إلا الله محمد رسول الله

Il Corano è il libro sacro dei musulmani ed è stato rivelato da Dio, secondo quanto credono i seguaci dell'Islam, al Profeta Maometto tramite l'arcangelo Gabriele. Non si tratta quindi di un'opera letteraria in senso stretto ma della comunicazione di «verità» alla quale milioni di fedeli credono a tutt'oggi.

Il verbo divino contenuto nel Corano, secondo i musulmani, oltrepassa ed include tutte le rivelazioni precedenti, deformate dalla tradizione ebraica e cristiana. Il Corano, per questo, guida l'uomo nella sua vita temporale e materiale, individuale e collettiva, e si rivolge a tutte le categorie umane, in ogni paese e per sempre. L'Islam elabora una concezione della vita, della società e del mondo, suggerisce i giusti modi di agire nei confronti dei kuffar (o kafiri cioè infedeli, idolatri), degli ahl al-dhimma (ebrei e cristiani), dei confratelli musulmani. Queste norme, spiegano i sacri testi, «sono state rivelate dal Signore del mondo al profeta affinché questi le comunichi al suo popolo». La figura di Dio, rivelata da Lui medesimo nel Corano, non corrisponde né a quella dello Yahweh ebraico (il puro spirito creatore dell'universo che ha scelto il popolo di Israele ed ad esso ha dettato la sua legge religiosa, la Torah), né al buon Dio dei cristiani, verbo divenuto carne per la redenzione dell'umanità dal peccato originale. Il Dio dei musulmani, Allah onnipotente, non è trinità. E' un essere supremo, onnipotente, unico, creatore e signore di ogni cosa, onnisciente ed onnipresente, infinitamente perfetto. Allah giudica gli esseri umani e li ricompensa seguendo criteri imperscrutabili ed indiscutibili. E' terribile, ma anche giusto e misericordioso. L'uomo, davanti a lui, non è nulla e non può essere nulla. L'uomo è stato creato per adorare il suo creatore, deve semplicemente sottomettersi anima e corpo ai voleri dell'essere supremo. Il solo privilegio del musulmano è di «appartenere alla migliore comunità che sia mai stata prodotta fra gli uomini» (Corano, Surata III, 106-110) e di sentirsi protetto, in tutto e per tutto ed in ogni occasione. L'Islam non conosce miracoli. E' vissuto in prima persona, senza intermediari (solo gli sciiti hanno un clero vero e proprio).

Il Corano non è stato scritto direttamente da Maometto che lo avrebbe trasmesso a voce. I discepoli del Profeta lo scrissero occasionalmente su vario materiale (ossa piatte, foglie di palma) e l'intera rivelazione fu raccolta solo dopo la sua morte. Successivamente fu curata un'unica raccolta ed i brani ritenuti apocrifi vennero distrutti per non generare future confusioni.

Nella forma riconosciuta ufficialmente nel mondo islamico esso si compone di 114 capitoli in prosa rimata, chiamati sure (surata), ordinati secondo un criterio inverso alla lunghezza, dal più lungo al più breve con l'aggiunta iniziale di un prologo (Fatiha). Ogni sura si compone di un numero di versetti numerati ed ha un suo nome particolare, in forma di titolo, tratto da qualche vocabolo od episodio in essa contenuto. Gli argomenti delle sure sono molto vari. Si possono dividere in sentenze di carattere giuridico e normativo, che costituiscono la base del diritto musulmano, in storie leggendarie, in esortazioni. Nella parte storica vengono richiamati episodi biblici (talvolta modificati): Maometto riconosce infatti l'autenticità e la verità della Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) e si considera, dopo Cristo, l'ultimo e conclusivo Profeta destinato a portare la parola di Dio. Nella parte esortativa vi sono inviti al monoteismo, alla penitenza, alla vigilanza per la fine del mondo ed al giudizio universale.

Tratto da Pakistan Guida Vissuta a cura di Marco Vasta

 

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