Estate 1977, più di
trent'anni fa. Il Ladakh è aperto al turismo solo da tre anni. Lo
Zanskar si raggiunge ancora a piedi perché la strada sterrata verrà
terminata nel 1980. È la possibilità di scoprire un mondo tibetano
intatto ed arrivano incredibili personaggi: Heinrich Harrer
per ritrovare il Tibet degli anni 40, Michel Peissel rivive la
scoperta del Mustang negli anni 50, da qui Oliver Föllmi inizia la
carriera di fotografo di fama mondiale. Le suggestive immagini di
Guido Fino accompagnate dai testi di Elisabetta Valtz
sono il diario dell'incredibile viaggio realizzato nel 1977 in una
zona allora inesplorata e quasi inaccessibile.
Per uscire dalla
valle, Guido ed Elisabetta affrontano, nella stagione meno adatta,
il periglioso cammino del Djumlam, un sentiero fra rocce e
gole incassate dove non vi sono villaggi ma liberi vagano ibex e
linci.
Ho ammirato "Zanskar,
Viaggio nel cuore dell'Himalaya" e la mostra collegata, con
queste immagini ho rivissuto il mio viaggio in Zanskar quasi
contemporaneo al loro. Guido ed Elisabetta han gentilmente ospitato
la nostra associazione "Aiuto allo Zanskar" alla presentazione del
volume in Torino.
A settembre partirò
per l'oasi di Shade, cuore segreto dello Zanskar, e camminerò fra
gli aerei sentieri del Djulam. Nello zaino il libro di Fino e Valtz,
Zanskar, viaggio nel cuore dell'Himalaya,
alla ricerca del tempo perduto.
Il gruppo seguirà un nuovo percorso da sTongde
raggiungendo l'oasi di Shade, cuore segreto dello Zanskar, ed
il minuscolo lago Tso Tok Phu, proseguendo poi attraverso i
valichi del Djumlam per raggiungere la valle del Markha e Leh.
Sonam Stobgays (Jimmy) e Seb
Mankelow
allo Tshok Tok Phu (september 2006)
Trekking impegnativo di circa 18 giorni con passi in quota e
numerosi guadi affrontabili solo nel periodo autunnale. |