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Profilo geograficoQuest'area, grande come la Lombardia, il Veneto ed il Piemonte messi assieme, è abitata da circa 130.000 persone (poco meno di due abitanti per km2) ed è costituita dalle valli che seguono l'lndo da sud-est verso nord-ovest, dal confine del Tibet alla linea di cessate il fuoco indo pakistana. Il Ladakh viene quindi ad essere l'estrema propaggine dell'acrocoro tibetano in direzione sudovest ed ha in comune con il Tibet molti aspetti morfologici, climatici, etnici e religiosi: solo i confini politici lo legano all'India. Montagne del LadakhLa catena del Karakorum (le montagne nere), dominata dal K2, divide il Ladakh da Cina e Pakistan e si estende a nord della regione del Nubra. Il Saser Khangri, (m. 7.672) domina il Siachen, lingua di ghiaccio lunga più di 70 chilometri ed annoverata fra i ghiacciai più estesi della regione.A meridione confine naturale e spartiacque è la Grande Catena dell'Himàlaya, bastionata immensa che ha qui le estreme propaggini occidentali e che è detta in tibetano Ri Gyal (regina delle montagne). Le sue vette si slanciano fino a settemila metri, partendo dalle pendici del Kashmir con la sottocatena del Pir Panjal. Spostandosi verso oriente, si incontrano i picchi gemelli Nun e Kun (m. 7.135 e 7.085) ed il Pinnacle Peak (m. 6.905), giganteschi pilastri sorvegliano le porte della valle isolata del fiume Zangskhar. A queste vette raccolte attorno al bacino glaciale del Durung Drung, appartengono e lo Z3, cima Italia ed altre ancora non scalate. Fiumi, torrenti e canali«Paese degli alti valichi», è un nome meritato: le porte di comunicazione fra le valli sono tante ma sempre a notevoli altezze. Si passa dallo Zojila, che è il più basso dei passi himalayani, ai 5.575 metri del passo del Karakorum. I torrenti ed i fiumi del fondovalle sono causa e frutto delle modifiche orografiche del territorio; essi attraversano i grandi altipiani del Ladakh o solcano profondamente le sue valli. Hanno una portata irregolare che varia stagionalmente essendo alimentati da ghiacci o nevai.Il principale fiume che attraversa il Ladakh è l'Indo o Singge Khababs, (tib.: il fiume che scorre dalla bocca del leone). Dalla zona del lago Manasarovàr, l'lndo si apre un letto profondo e di varia ampiezza attraverso la catena del Kailash ed attraversa il Ladakh per 640 chilometri da est ad ovest. La sua potenza aumenta notevolmente quando a Nimmu incontra il fiume Zangskhar, presso i cosiddetti «cancelli del Ladakh». Il fiume Zangskhar raccoglie le acque del bacino omonimo e prende questo nome a Padum, dove si uniscono i suoi due affluenti principali, lo Stod e lo Tsarap che convergono da parti opposte lungo una stessa direttrice parallela al fiume Indo. Altro grande affluente dell'lndo è lo Shyok che nasce dal ghiacciaio Rimu, grande e gelido plateau: con il suo ramo settentrionale di ghiacci eterni dà pure origine al fiume Yarkand. Lo Shyok scende dal Karakorum verso oriente, compie un'ampia curva, raccoglie le acque del fiume Nubra che dà nome all'intera regione e sgorga dal ghiacciaio Siachen, e si dirige verso occidente per gettarsi nell'lndo aldilà del confine pakistano. ![]() Antichi laghiLa geografia del Ladakh è caratterizzata da due elementi singolari: grandi laghi di acqua dolce o salata sono sparsi qua e là, ma soprattutto nei pianori del Rusphu e del Chang Thang, e sorgenti calde. Nelle antiche ere un grande bacino si estendeva su questa regione con una serie di laghi comunicanti fra loro e che pian piano si sono prosciugati e ridotti, mentre sotto la spinta orogenetica gli altipiani si innalzavano ed i fiumi, dopo aver formato grandi piane alluvionali, scavavano profondi solchi. I laghi sono situati nelle zone aperte nel 1994 agli stranieri e nelle stesse aree si trovano le curiose sorgenti calde di Puga, Panamik e Cho Run. |
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