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Indo Tibetica, II
Rin-c'en-bzan-po e la rinascita del buddhismo nel Tibet intorno all'anno
Tucci Giuseppe

Editeur - Casa editrice

Reale Accademia d'Italia

  Asia
Tibet
Himalaya

Città - Town - Ville

Roma

Anno - Date de Parution

1933

Titolo originale

Rin-c'en-bzan-po e la rinascita del buddhismo nel Tibet intorno all'anno mille

Lingua - language - langue

italiano

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Rin-Chen-Bzan-Po and the Renaissance of Buddhism in Tibet Around the Millenium : Indo-Tibetica-II

Indo Tibetica, II  

Il secondo volume, basato su una ricca documentazione storica, descrive il ruolo e l'importanza di Rin-Chen-Bzan-Po, eccelsa figura del rinascimento buddhista nella regione del Tibet occidentale.

 

Consulta anche:

Recensione in altra lingua (English):

"The volume is a detailed study of Rin-chen-bzan-po, the key figure in the Later Spread of Dharma after its persecution by Glan-dar-ma in A.D. 901. Due to him it first appeared in Mnah-ris and later on spread to Dbus and Gtsan. He is famous for his translations of both the sutras and tantras, and extensive explanations of the Prajnaparamita.

"While Buddhism spread anew with greater purity and its understanding deepened by the new sutras and tantras, Rin-chen-bzan-po realised that the translations of sacred texts alone would not do, and to irradiate the faith temples would have to be built and would also have to be attractive to draw people. He brought with him artists and craftsmen from Kashmir to embellish temples newly built all over the country. The temples at Tabo, Tsaparang, Tholing, and elsewhere in Western Tibet bear clear evidence of the craftsmanship of Kashmiri masters. The murals of Man-nan temple are the only surviving frescos of the Kashmiri idiom known today. There is a sharp distinction between the school of Guge and the school of Central Tibet, inspite of the same spiritual world. While Guge leaned on Kashmir because of geographic proximity, Central Tibetan schools were influenced by the Pala and Nepalese idiom.
A Tibetan manuscript of his biography has been reproduced at the end of the volume.

Contents: Preface. 1. Historical background. 2. The importance of Rin-chen-bzan-po as lotsava. 3. Rin-chen-bzan-po as a builder of temples. 4. The conditions of Buddhism at the time of Rin-chen-bzan-po. 5. The dynasties of western Tibet as patrons of Buddhism. 6. The schools assembled around Rin-chen-bzan-po. 7. The sources concerning Rin-chen-bzan-po and their historic value. 8. Rin-chen-bzan-po and his school according to the deb-ther. 9. Rin-chen-bzan-po and his school according to Padma-dkar-po. 10. Religious exchange between Tibet and India. 11. The Collaborators of Rin-chen-bzan-po and their translations. 12. Synchronisms between translations and translators. 13. The rnam-thar of Rin-chen-bzan-po. 14. Travel to India and the itinerary that he followed. 15. Construction of the three principal temples. 16. Another trip to India. 17. New activities of Rin-chen-bzan-po. 18. Works of art and books deposited in the temples. 19. Other religious foundations attributed to Rin-chen-bzan-po. Appendices.



Recensione in lingua italiana

Indo-tibetica - risultato delle ricerche di Tucci in Tibet e pubblicata originariamente in 4 volumi divisi in 7 libri per i tipi della Reale Accademia d'Italia (1932-1941) - è sicuramente il contributo miliare sulla storia, l'archeologia, l'arte e il buddhismo tibetano dell'insigne studioso.
Sin dal 1999 un team di studiosi e traduttori cinesi diretto da Giuseppe Vignato, professore di Archeologia della Scuola di Archeologia e Museologia dell'Università di Pechino, ha provveduto alla revisione e traduzione di Indo-tibetica che ha visto la luce nel 2009 per i tipi dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente e della Shanghai Classics Publishing House.
L'opera - primo numero di EurAsia Series, collana fondata da Gherardo Gnoli (IsIAO) e da Zhao Hui (Peking University), e curata da F. D'Arelli (IsIAO) e G. Vignato (Peking University) - consta di quattro volumi, divisi in sette tomi, e un volume di Indici.


Biografia

Giuseppe Tucci
Macerata 1894 - San Paolo dei Cavalieri (Tivoli) 1984


Tucci è considerato il più grande orientalista italiano del Novecento, e fra i massimi tibetologi a livello internazionale. Fu giornalista, scrittore, archeologo, antropologo, esploratore, Accademico d'Italia, presidente onorario di numerose istituzioni di grande prestigio in tutto il mondo, vincitore del "Premio Nehru", e ha meritato ben cinque lauree honoris causa. Concittadino del gesuita e sinologo Padre Matteo Ricci, Giuseppe Tucci nasce a Macerata il 5 giugno 1894 e muore a San Polo dei Cavalieri, vicino a Tivoli, il 5 aprile 1984. Dotato di eccezionali qualità naturali e di un'ottima preparazione classica, giovanissimo conosce già una decina di lingue europee. Nel 1915 parte per la Grande Guerra, congedandosi col grado di tenente. Nel 1919 si laurea in Lettere e Filosofia.
Lavora prima come bibliotecario della Camera dei deputati, ma già tra il 1925 e il 1930 insegna italiano, cinese e tibetano presso le Università indiane di Calcutta e Shantiniketan, dove fra l'altro incontra il poeta Tagore e Gandhi. Dal 1930 diviene docente di lingua e letteratura cinese all'Università di Napoli, e dal 1932 insegna religione e filosofia dell'Estremo Oriente all'Ateneo di Roma. Nel 1933 fonda assieme a Giovanni Gentile, che ne è il primo presidente, l'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), con lo scopo di "promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra l'Italia e i paesi dell'Asia Centrale, Meridionale ed Orientale ed altresì di attendere all'esame dei problemi economici interessanti i Paesi medesimi". L'attenzione rivolta anche agli aspetti politico-economici è documentata, oltre che dalle numerose pubblicazioni dell'Istituto come i periodici Bollettino dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1935) e Asiatica (1936-1943), dallo specifico interesse di Tucci per la geopolitica dell'Asia in un periodo cruciale della sua storia, e dalla sua amicizia personale con Karl Haushofer, che invita a tenere importanti conferenze su questa materia.
Tucci concentra i suoi viaggi di ricerca nella vasta regione himalayana, quale naturale crocevia storico fra tutte le diverse culture dell'Asia, raccogliendo sistematicamente materiale archeologico, artistico, letterario, di documentazione storica e altro. Risultati eccezionali vengono così ottenuti dalle sue lunghe spedizioni in Tibet fra il 1929 e il 1948, anno in cui l'Is.M.E.O. riprende in pieno la sua attività postbellica sotto la sua diretta presidenza, destinata a durare fino al 1978. Tra il 1950 e il 1955 egli organizza nuove spedizioni in Nepal, seguite dalle campagne archeologiche in Pakistan ('56), in Afghanistan nel ('57) ed in Iran ('59). Sempre nel 1950 avvia il prestigioso periodico in lingua inglese East and West, e nel 1957 fonda il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma.
Tra i suoi numerosi ed importanti scritti ricorderemo solamente, sia i sette volumi di Indo-tibetica (Accademia d'Italia, 1932-1942) che i due di Tibetan Painted Scrolls (Libreria dello Stato, 1949) per la loro ampiezza documentaria, e la Storia della filosofia indiana (Laterza, 1957) per la sua portata innovativa, specie per quanto riguarda la logica indiana.

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