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Hemis ![]() Hemis merita una sosta ed un pernottamento: quando. nel tardo pomeriggio, gli autobus dei turisti si allontanano, la pace torna in questo luogo che dovrebbe essere centro di spiritualità e di raccoglimento. La strada sterrata giunge fino ad un vasto parcheggio nei pressi del grande portone di Jangchub Samling «il luogo del risveglio (dell'illuminazione)», nome poco conosciuto del grande gompa di Hemis. La scalinata sul muraglione settentrionale conduce al portale originale del chiostro. ![]() Dal cortile vi sono vari accessi alla loggia ed ai piani superiori del monastero. Subito a sinistra dell'ingresso si trova una scala che conduce ai loggiati sormontando una cappella con una gigantesca ruota di preghiera. Lungo la facciata due scalinate conducono ai vestiboli antistanti due templi e dai vestiboli si accede ai piani superiori. All'estremità meridionale del cortile si apre un vicolo che svolta a destra fra le fondamenta dell'immenso edificio: conduce ai cortiletti interni ed ad altre scale. Un secondo portone conduce fuori dagli edifici nei pressi dell'autorimessa del Rimpoche. Lungo l'asse principale del cortile sono piantati quattro pennoni a distanza regolare fra loro. Costruito nel 1605 sotto la guida del lama «tigre» Stagsang Raspa I e del re «leone» Singge Namgyal, il convento è uno dei più interessanti del Ladakh e la sua posizione riparata lo ha preservato dalle innumerevoli incursioni e saccheggi che hanno distrutto gran parte dei monasteri circostanti in ripetuti momenti. Nel secolo scorso Hemis non venne saccheggiato dalle truppe dei Dogra poiché l'abate li rifornì di viveri! Il complesso monastico è un enorme parallelepipedo appoggiato al pendio roccioso ma dietro alla ampia facciata solcata da tre ordini di poggioli la simmetria si interrompe e l'edificio si spezza in una serie di chiostri, terrazze. scale, corridoi ed è difficile orientarsi immediatamente e ricostruire la disposizione degli otto templi principali. ![]() Il dukang Pagpa (sala mediana di culto), preceduto da un vestibolo con l'usuale ruota della vita, i guardiani, gli otto simboli ed episodi di vita di santi. La sala ha un paio di balconate che danno uno slancio verso l'alto al tempio ed un lucernario getta suggestivi fasci di luce all'interno. Il tempio racchiude uno stupendo chorten in argento con turchesi incastonati ed una gigantesca statua in rame dorato rappresentante Sakyamuni. Ai lati dell'immagine stanno cinque chorten d'argento ed una serie di statue in rame dorato, in argento ed in legno di sandalo. La disposizione delle statue pare che non sia sempre la stessa e che esse vengano spostate (oppure i monaci che hanno dato le informazioni non conoscevano il nome esatto della divinità rappresentata; anche le raffigurazioni sulle pareti sono talvolta occultate da diverse sistemazioni date alle scaffalature delle biblioteche). Nel vicino dukang Chenmo (grande sala di culto o choskang) è posta un'ampia raccolta di tangke e tre grandi immagini si offrono alla venerazione dei fedeli. Accanto all'ingreso del Dukang pagpa una scala conduce al piano intermedio con il tempio che racchiude una grandissima statua di Guru Rimpoche. Tsams-Khang. situato ad un piano intermedio, è il tempio della solitudine dove si svolgono i riti delle feste liturgiche più importanti e racchiude molte statue e tangke, in un cenotafio d'argento sono racchiuse le ceneri del 7° maestro Dugchen raffigurato nella statua che lo sormonta. All'incirca allo stesso livello vi è una sala detta Shelba-Khang. tempio delle maschere, dove sono disposte le magnifiche collezioni di maschere liturgiche usate nelle feste sacre: rappresentano le divinità sia nell'aspetto benigno che in quello terrificante. La cappella è sacra ma più che un gonkang è un magazzino, l'accesso è precluso agli estranei ma nei giorni di festa la porta è aperta e monaci. fedeli. curiosi e turisti vi si aggirano senza problemi. Giunti alle terrazze superiori si nota che il tetto non è tutto alla medesima altezza. anche qui scale e passaggi conducono da una terrazza all'altra aggirando i lucernari dei templi sottostanti. Un cortiletto pensile precede lo Zim chung Pema Ling, la residenza del maestro spirituale. Un piccolo portico funziona da anticamera alla sala d'udienza ed al piccolo oratorio privato. All'interno vi sono il trono di Tungsey Rimpochè e dell'abate sTag Tsang Fimpoche. Fra tangke e statue spicca un telefono ma vi sono numerosi oggetti interessanti come l'immagine della divinità protettrice dei Drug-pa, Chagpa Melen, e le statue racchiuse in una vetrina in legno laccato. Nell'oratorio molti dipinti sono di ispirazione cinese e risalgono al 17' secolo come la scena ben rappresenta un'udienza alla corte imperiale della dinastia Tang. il soffitto è ornato con due dragoni. guardiani del tesoro della conoscenza. Nei pressi si trovano altre due cappelle. Nel gZab-Kang (sala elegante) sono numerosi testi sacri, immagini di Padma Sàmbhava affiancato dai bronzi di Gyalwa karmapa I, Sakyamuni, Stagsang III e Gyalwa Kotzangpa (fondatore del vicino eremo di Kodtsang) ed altre quattro statue bronzee di Sakyamuni, Vajradhara, Milarepa e Vairapani. In un'altra stanza sono conservate le grandi tangke che vengono appese sulla facciata del monastero nei giorni di festa. ![]() L'eremo di KodtsangLa strada sterrata di Hemis
termina presso la rimessa dell'auto del convento, da qui parte un sentiero
che in circa un'ora conduce a Kodtsang Tsam-skang (rCod-tShang
sGrub-sDe). L'eremo fu fondato circa quattro secoli prima del gompa di
Hemis e gli edifici sono disposti attorno alla grotta dove per vent'anni
visse in meditazione lo yogi rGyatha rGod-tShang di Lho-brang (1189-1258).
Egli divenne famoso per lo straordinario potere della sua meditazione e
per le pratiche ascetiche. Se un tempo il luogo era veramente isolato, nei
mesi estivi non lo è pii. Monaci e yogi si ritiravano quassà solo nei mesi
invernali quando la neve rende impraticabile il sentiero. Cristo ad Hemis
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