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Per secoli la regione degli Altai, aspra, inospitale
e remota è rimasta isolata, geograficamente e culturalmente, dal cuore della
Mongolia. Con i suoi monti ricoperti di ghiacciai, i laghi salati scintillanti e
l’indomabile cultura dei nomadi, tra falconeria e furti di bestiame, la Mongolia
occidentale è, per molti versi, una parte dell’Asia centrale dove il tempo
sembra essersi fermato. Incuneata fra Russia, Kazakistan, Cina e Mongolia
centrale, la regione ospita da lungo tempo un variegato mosaico di popoli:
kazaki,
dôrvôd,
khoton,
myangad e
mongoli khalkha. Attività altrove scomparse,
come il canto di gola khöömii e la caccia con l’aquila, qui si praticano ancora
nel solco di una tradizione millenaria.
La Festa dell’aquila a Ölgii inaugura la
stagione della caccia con questo volatile.
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