Nauryz - Naurūz

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Mongolia Navrus

13 - 26 marzo 2020

con Avventure nel Mondo e Marco Vasta

Nauryz - Naurūz

Naurūz, la moderna parola kazaka per capodanno, deriva dal persiano nava - nuovo, əzaŋh - giorno, o anche da nōg rōz  ma prima di questo "nuovo giorno" il nauryz (come lo scrivono i kazaki di Olgji) si chiamava ulys kuni che significa "giorno della tribù" o "giorno del clan".

La tradizione di riconciliazione tra parenti attorno a un tavolo festivo, con scambio di regali e auguri è fissata per questo giorno. L'inizio dell'anno è annunciato dalla comparsa del verde. La paziente resistenza ai rigori dell'inverno è giunta al termine e ora, con l'avvento della primavera, è tempo di partecipare a questa festa portatrice di nuove energie.

Il principale piatto rituale di questa occasione è il nauryz-kozheh che include sempre sette ingredienti, a significare i sette inizi della vita: acqua, carne, sale, grassi, farina, cereali (riso, mais, grano) e latte. Simboleggiano gioia, fortuna, saggezza, salute, ricchezza, crescita rapida e protezione celeste.

Se il latte simboleggia il nuovo anno, l'anno vecchio è simboleggiato dalla carne, in particolare carne affumicata proveniente dalle riserve dell'anno passato.

In primavera le persone hanno fretta di rianimarsi sia fisicamente che spiritualmente, liquidare i loro debiti, sbarazzarsi di vecchie cose indesiderate, riparare vestiti, la casa, canali d'acqua e pozzi, chiedere scusa per i torti del passato, riconciliarsi con i vicini, invitare gli ospiti e presentare regali ai parenti.

Ognuno deve visitare sette case e invitare sette ospiti a casa sua. "Koktem tudy" (la primavera è nata) si augurano i kazaki incontrandosi in questo giorno per le strade, le piazze, i parchi e gli stadi.

Il nauryz-kozheh sul dastarkhan (tovaglia - mensa)

 

Nowrz, una tradizione millenaria

 Secondo fonti che risalgono al II secolo d.C.Il, questo termine veniva utilizzato già all'epoca dell'Impero partico e sasanide, ma la festa veniva celebrata ancor prima durante il periodo degli Achemenidi (VII-IV secolo a.C.), ed era il giorno in cui i popoli delle nazioni sottomesse portavano doni all'Imperatore. Nei testi pahlavi si legge infatti l'espressione nōg rōz, per indicare il "nuovo giorno".

Stando alla tradizione mitologica iraniana, il Nowrz viene fatto risalire addirittura a circa 15.000 anni fa, all'epoca del leggendario re persiano Yima. Questi, figura mitica dello zoroastrismo, viene solitamente indicato dalla tradizione come l'ideatore della festività, allora una celebrazione dell'arrivo della primavera. In seguito Zoroastro, profeta dell'omonima religione, riorganizzò la festività in onore di Ahura Mazdā, divinità principale del pantheon iranico pre-islamico.

Il Nowrūz è stato celebrato per oltre 3.000 anni ed è stato assimilato da tutti i popoli e le culture un tempo facenti parte dell'impero persiano. Attualmente, il Nowrūz viene festeggiato in molti paesi del Vicino Oriente, dell'Asia centrale, fra cui il Kazakistan. È un'importante festa del popolo curdo, presso cui viene considerata un importante momento di unità nazionale, ed è considerata festa religiosa per la fede baha'i.

Presso ogni cultura, ad ogni modo, si sono ovviamente sviluppate alcune peculiari varianti della stessa festività, così il suo stesso nome ha subito modifiche a seconda dei dialetti e delle lingue locali. Alcuni nomi con cui è conosciuto il Nawrūz sono: Newroz (specialmente presso i Curdi), Nowruz, Nauruz, Nauryz, Noe-Rooz, Nawroz, Norooz, Noruz, Novruz, Noh Ruz, Nauroz, Nav-roze, Navroz, Naw Rúz (presso i Baha'i), Nevruz, Sultan Nevruz (specialmente in Albania), Наврӯз, Navruz (specialmente in Turchia), o Nowrouz e nauryz negli Altai.

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