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India Orissa - Bharat Odisha

3-19 Febbraio 2024

le spiagge e i templi di Puri e Konarak, le tribù primitive dell’India Orientale

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Kolkata (Calcutta)

Con pieno rispetto per Lapierre,
per me Calcutta rimane questa
Per molti italiani
Calcutta è questa.

Orientata al futuro e fatiscente ma suggestiva, la seconda città dell’India per dimensioni è un concentrato d’esistenza umana in tutte le sue forme, al contempo nobile e squallida, raffinata e disperata. Con la vecchia grafia, il nome Calcutta evoca negli occidentali immagini di sofferenza, ma ciò non rende giustizia a questa metropoli di 350 anni. Per gli indiani Kolkata è la capitale intellettuale, artistica e culturale dell’India. Benché la povertà sia innegabile, la classe media ha gradualmente acquisito la gestione della macchina cittadina, una nascente cultura hipster prospera nella generazione dei Millennial e la buona società d’origine bengalese continua a frequentare i sontuosi circoli inglesi d’epoca coloniale.

In quanto ex capitale dell’India britannica, Kolkata conserva molti edifici coloniali che contrastano nettamente con le baraccopoli e i sobborghi della città nuova, ed è perfetta per gustare la cucina bengalese. Più accogliente di altre megalopoli indiane, è una città da vivere e non solo da visitare.

 

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2 Mullik Ghat Flower Market

Le colorate bancarelle che vendono fiori tropicali. Vai alla scheda.

3 Victoria Memorial

La magnificenza del tributo alla regina Vittoria da parte del Raj britannico. Vai alla scheda.

Kumartuli

Le divinità d’argilla riportate in vita dagli artisti di questo pittoresco quartiere. Vedi scheda.

 

4 Dacres Lane

L’ottima cucina creola delle bancarelle in questo serpeggiante vicolo.

5 South Park Street Cemetery

La storia cittadina che emerge dalle lapidi in questo cimitero.

6 Marble Palace

La traboccante ricchezza degli zamindar (proprietari terrieri) nel museo più curioso della città.

7 Maidan

Un giro in tram fra la lussureggiante vegetazione di questo parco d’epoca coloniale

 

Mercato dei fiori

Situato vicino all’estremità sud-orientale dell’Howrah Bridge, il mercato dei fiori si presenta ricco di fascino e di colore quasi 24 ore su 24. Molti lavoratori abitano in baracche improvvisate e si lavano nel fiume retrostante, a breve distanza dal quale si trova una piccola area sabbiosa recintata in cui intorno alle 7 del mattino si allenano i lottatori locali.

 

Victoria Memorial

Lo straordinario Victoria Memorial è una profusione armonica di marmo bianco: per farvene un’idea pensate a una via di mezzo tra il Campidoglio di Washington e il Taj Mahal. Se fosse stato costruito per una bella principessa indiana, invece che per una regina defunta dell’era coloniale, sicuramente figurerebbe tra gli edifici più belli dell’India. Progettato per commemorare il Giubileo di Diamante della regina Vittoria, nel 1901, l’edificio fu completato solo 20 anni dopo la morte della sovrana.

Da non perdere le statue collocate presso l’entrata principale: re Giorgio V è di fronte alla moglie Mary, ma sembra essere lui la regina con quei pantaloni dalla linea effemminata. A sinistra sono esposte stampe e dipinti su tabelloni che stridono a confronto con l’originale splendore della galleria. L’altissima sala centrale è comunque molto imponente e conduce alla Calcutta Gallery, che ripercorre la storia coloniale della città con ammirevole imparzialità.

Anche se non volete entrare, l’edificio merita di essere guardato almeno da lontano, per esempio da un punto a nord-est che regala una veduta panoramica con i laghetti che riflettono la struttura. Oppure potete avvicinarvi pagando l’ingresso al parco (h5.30-18.45), vasto e ben tenuto. Di giorno si entra dal cancello settentrionale o da quello meridionale (ci sono biglietterie da ambo le parti). Per uscire si può usare anche il cancello orientale.

La sera il VM fa da magnifica cornice a unospettacolo di luci e suoni che è meglio di quanto ci si potrebbe aspettare dopo l’antiquata proiezione di diapositive iniziale. La biglietteria  e l’ingresso si trovano al cancello orientale. I posti sono all’aperto e privi di copertura. Non sono previsti spettacoli in estate.

 


MADRE TERESA
Per molti Madre Teresa (1910-97) è stata la personificazione dello spirito di sacrificio. Nata con il nome di Agnes Gonxha Bojaxhiu da genitori albanesi nell’allora ottomana Üsküp (oggi Skopje, in Macedonia), entrò nell’ordine irlandese delle suore di Loreto e per oltre un decennio lavorò come insegnante presso la St Mary’s High School (cartina p544; %033 22298451; 92 Ripon St) di Calcutta. Sconvolta dalla crescita vertiginosa della povertà in città, fondò un nuovo ordine, quello delle Missionarie della Carità (p535), aprendo dei ricoveri per i più indigenti e gli ammalati in fin di vita. Il primo di questi ricoveri, il Nirmal Hriday (p535), aprì nel 1952 all’interno di un vecchio ostello per pellegrini a Kalighat. Sebbene l’ordine divenisse in seguito un’istituzione benefica di livello internazionale, Madre Teresa continuò a vivere in assoluta povertà. Nel 1979 le fu conferito il premio Nobel per la pace e nell’ottobre del 2003 fu beatificata dal Vaticano, il primo passo ufficiale del processo di santificazione.
Tuttavia questa ‘santa dei bassifondi’ non è amata da tutti. Alcuni abitanti di Kolkata trovano piuttosto irritante il fatto che la loro città, colta e a maggioranza hindu, sia connessa nell’immaginario collettivo a questa missionaria cattolica, la cui opera mette in luce gli aspetti più negativi del luogo. Germaine Greer ha accusato Madre Teresa di imperialismo religioso, mentre il libro di Christopher Hitchens, La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa, denuncia il fatto che alcune donazioni furono effettuate da dittatori e magnati corrotti. Molti hanno messo in discussione la scarsa formazione medica delle Missionarie della Carità, oltre alla posizione fortemente cattolica di Madre Teresa nei confronti della contraccezione, un atteggiamento particolarmente insostenibile di fronte alla crescente diffusione dell’AIDS e dell’epatite a Kolkata. Tuttavia, l’organizzazione non ha mai avuto come scopo principale quello di salvare vite umane, ma semplicemente di offrire un po’ di amore e dignità ai moribondi. Prima di Madre Teresa, persino questo era considerato un lusso sconosciuto ai più poveri.
 

Kumartuli

Molte delle gigantesche effigi di divinità che vengono immerse nelle sacre acque dell’Hooghly in occasione delle pittoresche puja di Kolkata sono realizzate dai kumar (scultori) di questo affascinante quartiere. I vari laboratori sono specializzati in fasi diverse della creazione delle effigi: alcuni realizzano le strutture di fuscelli per il corpo, altri si occupano dei rivestimenti d’argilla e altri ancora dipingono i volti. Il periodo di maggiore attività per gli artigiani va da agosto a novembre in occasione delle feste di Durga e Kali.

Un gran numero di laboratori si trova nello stretto vicolo che corre due isolati a ovest del n. 499 di Rabindra Sarani. Nel punto in cui questo forma un incrocio a T, girate a destra e ne troverete altri (Banamali Sakar St). Questa strada termina 300 m più a nord in Durgacharan Banerjee St. Se qui svoltate a sinistra, arriverete in poco tempo a un ghat dove il fango di terra argillosa, utilizzato dagli artigiani, viene portato a riva con le barche. Seguendo la riva verso nord, passeggiando all’ombra degli alberi passerete davanti a piccoli santuari e raggiungerete il Bagbazar Jetty, il molo da cui salpano i traghetti per Howrah (₹5, 20 min con 2 fermate, 4 partenze ogni ora) e per Baranagar (2 partenze ogni ora).

 

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