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La pastora di Khuf Paola A. Rizzi ©2019 |
Il pastore di Khuf - Paola A. Rizzi ©2019 |
Giordano, Hassan
ed Hussein sotto la chorkhona |
La notte è stata freschina. Giù in valle, lungo il fiume al villaggio di Dustkhuf, il meteo segnala un 9° di minima notturna. Verso le 7 cominciano vari movimenti. Passiamo attraverso la sala da pranzo per raggiungere il gabinetto; lungo la veranda che guarda a sud sono sdraiati alcuni autisti e già la ragazza si muove per offrire la colazione. Sono i soliti ingredienti ma non si può non ammirare la pazienza e la delicatezza con cui ha disposto i biscotti, le fette di pomodoro e tutto il resto. Sulla tavola della nostra colazione, oltre agli immancabili cetrioli e pomodori, compare il kaimak, la panna dolce, scremata dal latte fresco lasciato riposare tutta la notte, straordinariamente deliziosa soprattutto se arricchita con miele o marmellata di albicocche di cui si serviamo abbondantemente.
Oggi saliremo agli stalletti alti e pranzeremo presso lo stazzo da cui proviene il kaimak. Ho inserito nel programma questa valle laterale a est di Rushan perché la durata del viaggio consente alcune deviazioni dalla direttrice principale. Nel nostro caso abbiamo addirittura un giorno in più grazie al volo di rientro direttamente da Osh su Mosca. Qualche gruppo lo ha speso salendo in 4x4 al c.d. rifugio nella valle del Picco Lenin e poi percorrendo qualche sentiero verso la tendopoli del Campo Base. Ho fatto l'esperienza l'anno passato e non è stata poi così entusiasmante. Ho scelto quindi di venire a Khuf come fatto a suo tempo dal gruppo Pamir Walks di Silvia Scagnetto che aveva trovata chiusa la strada del Bartang.
Un paio di persone fanno anche la doccia prima di partire, poi alle 9 ci avviamo lungo la traccia dei trattori. Passiamo fra case che potremmo definire piccole fattorie. Nuclei familiari con annessa stalla, orto e campo. Khuf è disposta attorno ai 2.700 metri, una quota che permette la coltivazione del grano ma anche dell'orzo., il cereale più diffuso da questa altitudine in su sull'arco himalayano ed anche sul plateau tibetano. Quando i cinesi occuparono il Tibet ed imposero la coltivazione del riso fu un disastro alimentare seguito da una carestia mortale. Il raccolto è già avvenuto, qui ea quote più basse.
Gli steli delle spighe vengono mischiati e impastati assieme allo sterco animale, principalmente bovino, e messi ad essiccare al sole su pietre o muretti. Fornisce un ottimo combustibile a basso potere calorico ma sufficiente per far sobbollire l'acqua dopo che il fuoco è stato avviato con gli sterpi. È una fonte energetica millenaria ed ecologica diffusa non solo fra le montagne ma anche nel deserto dove ho visto usare lo sterco di cammello. E per esperienza personale so che quando è secco non odora, un po' come il denaro, lo "sterco del demonio", ma come Lutero ben sapeva "pecunia non olet".
Poco fuori le ultime case la valle si allarga, ampia sotto il sole che ci irrora di caldo. La pendenza è dolce. Rimango, ovviamente, subito indietro. Procedo con calma. I più veloci sono davanti con Gulomsho. Il sentiero si tiene sulla destra orografica mentre la traccia dei trattori sembra stare sulla sinistra per poi congiungersi al nostro percorso. Raggiungo un primo stazzo dove sta riposando Giordano. Qui torneremo tutti per il pic-nic. Proseguo ancora un poco, fermandomi quando vedo che il gruppone sosta ad una altro stazzo e già alcuni stanno avviandosi per tornare.
Il cielo di profondo blu ci avvolge, un paio di piramidi rocciose sembrano chiudere la valle ad est, in realtà compie una curva e prosegue. Non si sente alcun rombo né di macchine, né di aerei. Guardo i volti felici dei miei compagni: sono contento ed ho fame.
Il misero stazzo è una costruzione di sassi con alcune travi che sorreggono un tetto piatto formato da rami coperti da terra ed erba. Nel periodo estivo vi abita una anziana signora che produce yogurt, formaggi, crema di latte e ricotta. Alla sera passa un trattore che carica il bidone del latte (scrivo anziana ma è più giovane di me...).
Come l'asino di Buridano non so se iniziare con il kaimak o con lo yogurt che chiamano anche kefir. Il termine lo attribuiamo in genere ai turchi, ma è una parola centroasiatica, come tanti altri vocaboli che al seguito di Babur entrarono anche nel lessico del subcontinente indiano.
La pastora ha preparato anche alcune ciotole di ricotta freschissima, uso il pane a mo' di cucchiaio per deliziarmi di tutto. Qualcuno dei miei compagni nicchia, non vuole assaggiare nulla perché il latte non è pastorizzato, e i suoi derivati non sono sicuri, perché conservati in improbabili condizioni igieniche. ma come negarsi il piacere di questo ben di Dio a chilometro zero? Sfidando la sorte mi abbuffo, rompendo la dieta che non mi permette latticini, e quanto allo stomaco... siamo in macchina, possiamo fermarci ovunque... Gulomsho ha portato il pane che è ancora morbido e chi ha rinunciato alle prelibatezze della "malga", divora un salame piccante del supermercato, non si sa bene di che animale sia, ma è buono. Ed anch'io mi aggrego agli assaggiatori. A volte penso che potrei anche senza vivere senza carne, ma il maiale sopratutto sotto forma di salame è una tentazione perenne,
Nel pomeriggio scendiamo a gruppetti, i più allenati per primi per distribuirci nei turni doccia, io cammino con gli ultimi, talmente lento che anche chi ha male al piede è più veloce di me. Sono l'ultimo al tramonto a lavarmi, tanto la coda è stata lunga. Riesco a non scivolare sul pavimento insaponato dagli shampoo a non cadere sulla piccola discesa fra il locale doccia e la guest house.
Pensiero della sera: ho nuovamente dimenticato di portare le carte da gioco, ma non sono l'unico .
Humed GH, Khuf, 19 Settembre 2019
[ 18 Settembre ]
Passeggiata facoltativa agli stalletti alti sopra villaggio di Khuf
06.00 | Sveglia, gabinetti e docce. | |||||
07.45 | Colazione. | |||||
09.00 |
Partenza. |
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11:45 | Primo stazzo. | 37.81573 | 71.67266 | |||
12:30 | Ultimo stazzo 7.5 km andata +330m. | |||||
13:00 | 13:45 | Picnic al primo stazzo. Crema di panna, ottima ricotta fresca yogurt, tutto dello stazzo. Salame piccante di pecora dal supermercato. Té a volontà. | ||||
15:10 | 16:10 | Arrivi sparsi ultimo il coord. Docce bollenti. Ordinati tramite autisti a Khorog 1 torta + 1 vodka + 16 + 6 birre 0.75 + 1 candelona. | ||||
18:00 | 18:00 | Docce. | ||||
18:00 | Letture varie. | |||||
19:00 | Cena as usual. |
Dist. Km |
Disl. netto |
Disl. + |
Disl. - |
Alt. max. |
Alt. Min. |
Partenza |
Arrivo |
Tempo effettivo |
Tempo |
Coord. |
5,770 |
312 m |
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Scrive la coordinatrice Silvia Scagnetto:
"16 luglio 17 - Riprendiamo la
M41 verso sud,e ci fermiamo per risalire la valle verso il villaggio
di Khuf. In tre vanno in jeep ed i soliti cinque a piedi! Arriviamo stanchini all'homestay che si trova alla fine del villaggio. Nel
pomeriggio visitiamo un alpeggio con numerosi pastori che ci offrono
una merenda con pane ed una fantastica crema di formaggio.
Ritorniamo all'homestay ed anche in questo caso, è la prima volta che
ospitano qualcuno e cercano di fare di tutto per accontentarci.
Per sistemarci, i bambini vengono mandati dai parenti, i genitori dormono in cucina, ed il gruppo: ha sei persone all'interno della casa e due fuori nel 4x4.
17 luglio 17 - Valle di Khuf 15 km. Per me è stata la giornata più bella. Risalita la valle, dopo 40 minuti dal villaggio, ecco i primi insediamenti di pastori. Tutti vengono incontro per offrire tè, stendono la tovaglia a terra e sistemano tutto quello che hanno mettendolo a disposizione. Ci fermiamo da una famiglia per il pranzo. Siamo solo in cinque, i tre hanno deciso di rientrare a Khuf. Continuiamo su una valle laterale incontrando altri pastori. Nel tardo pomeriggio siamo di ritorno. Giornata indimenticabile.
18 luglio 17 - I cinque camminatori rientrano a piedi dalla stessa strada. In fondo alla valle ci sarà anche una seconda auto per riportarci a Derzud"
Escursione agli stalletti alti.
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