Non solo uno dei campi da golf più alti dell’India, ma quassù esiste uno dei pochi campi di sci dell’India servito da una breve seggiovia. La stagione sportiva è nei tre mesi invernali. La seconda ondata di turisti indiani è in maggio e giugno quando le pianure soffocano nell’afosa e torrida attesa del monsone.
Un piccolo bus locale fa spola fra il parcheggio ed il villaggio posto un centinaio di metri più in alto (m. 2.730) ma già al posteggio vi è la possibilità di noleggiare un cavallo con relativo scudiero per intraprendere una delle più facili e simpatiche escursioni del Kashmir.
Ai buoni camminatori (ma se siete appena tornati dal Ladakh non avrete problemi a camminare a questa quota), Gulmarg riserva un sentiero che in un’ora circa conduce alla stazione superiore della seggiovia: sono un paio di chilometri per arrivare agli alpeggi di Khilanmarg (m. 3.200 circa). Nei giorni di cielo limpido, da quassù si ammira uno spettacolo impareggiabile sulle catene del Karakorum e dell’Himàlaya. In direzione nord, una montagna si staglia all’orizzonte sopravvanzando con i suoi nevai tutte le cime circostanti che si annullano fino a sembrare collinette insignificanti: Nanga Parbat «la montagna nuda» detta Diamir, è la quarta vetta della terra, è considerata come inizio della Grande Catena Himalayana. La piramide di 8.125 metri, pur essendo davanti ai vostri occhi, dista ben 137 chilometri. Spostando lo sguardo verso destra avete l’Haramuk, che dista più di 60 chilometri e può esser ammirato da vicino se si raggiungono i sacri laghi di Gangabal e Nund Kol posti ai suoi piedi. Proseguendo nel giro d’orizonte verso oriente, fra le montagne vicine si noteranno le cime fra le quali si snoda il trekking da Pahalgam ad Amarnath e leggermente più addietro i picchi gemelli del Nun Kun (m. 7.100), posti in Ladakh. In basso brillano i tetti argentati della valle del Kashmir che si apre sotto di voi, un grande lago di verde, uno dei più dolci paesaggi della terra.
Per ammirare ulteriormente un più ampio panorama si può raggiungere la cresta dell’Aparwat che domina i pascoli di Gulmarg. Il cammino più diretto e facile conduce in lunga diagonale verso sinistra, innalzandosi fino ad incontrare la cresta che poi si risale verso il punto più alto. Ora è visibile anche il Sunset Peak (Romesh Thong, m. 4.745), cardine estremo della catena del Pir Panjal che chiude la valle a meridione. Alle spalle del vostro punto di osservazione si alzano le cime di Alparwat (m. 4.103). Un sentiero più facile ma più lungo (lo si può seguire anche a cavallo) compie un ampio giro circolare partendo da Gulmarg e Khilanmarg e valica la cresta più a nord, raggiungendo il lago ghiacciato di Alpather (m. 3.848) posto proprio sotto le cime dell’Alparwat. Quassù, fra prati posti a 4000 metri siete ai limiti della zona interdetta ai turisti.
Il percorso è sconsigliato al turismo. Lo pubblichiamo con l’augurio che il conflitto termini e sia nuovamente percorribile.
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