[1] Fra loro gli italiani Ventura, modenese, ed Avitabile, napoletano, quest’ultimo famoso per l’assedio e la conquista di Peshawar dove massacrò i cittadini.
[2] In una di queste famiglie di pundit nasce Jarawal Nehru.
[3] La richiesta d’aiuto avvenne tramite radiogramma. Da più di cinquant’anni gli storici discutono se fu inviato prima o dopo l’arrivo delle truppe…
[4] Non ha più voluto tornare a Srinagar, voglio ricordarla nella pace idilliaca dei miei primi viaggi. Il mio augurio è che il conflitto termini e di nuovo si avverri il sogno di Jehanjir “il paradiso è qui” (n.d.a.)
[5] Come raccontato da Emily Bayley in “La calma dorata”, Mondadori, 1980
[6] Fra i suoi precettori il missionario abruzzese Rodolfo Acquaviva di Atri. In quegli anni anche il medico veneziano Bernardino Maffei visse a corte.
[7] In Le forme dello spirito asiatico, Tucci dedica il capitolo Pionieri italiani in India principalmente alla figura di Jeronimo Veroneo, orafo veneziano, che egli ritiene possa essere il progettista del Taj. Nel capitolo, sulla base di testi indiani ed inglesi, vengono confutate le varie versioni sui presunti progettisti del Taj. La tomba di Veroneo (m 1640) fu da Tucci ritrovata nel cimitero cattolico di Agra, dove pure si trova quella del missionario Bernardino Maffei (m 1628) e Hortensio Bronzoni (m 1677) lapidario di Corte di Shah Jahan e Aurangzeb.
[8] Manucci, Storia do Mogor, Hakluyt-Society Londra
[9] Hsuan Tsang (Xuan Zang), nato nel 603, è uno dei pellegrini-studiosi che giunsero in India attraverso i deserti dell’Asia centrale Le sue imprese vengon narrate nel Si Yu Ki (Memorie dei paesi dell’Ovest). Altri sono: Hui Yuan (344-416 che introdusse in Cina il culto di Amitabha come Amitoufa (dio della terra pura); Faxian (Fa Hsien) che viaggiò fra il 399 ed il 414 e scrisse Fu Kuo Chi (relazione sui paesi buddhisti); So Yung (520?) e Wu Khong (750?).
[10] Una descrizione di Srinagar e dei suoi mutamenti in: V. Naipul, India, un milione di rivolte, Mondatori.
[11] F E.M. Forster, Passaggio in India, Mondadori. L’edizione italiana non riporta le note di A passage to India, ed Penguin, utilissime per un’adeguata comprensione dell’ambiente coloniale ed indiano.
[12] A. Faber-Kaiser, Jesus died in Kashmir, ed. ingl. 1972; Aziz Kashmiri, Crist in Kashmir, Roshni p. 1984
[13] Egli dedica un intero capitolo alla manifattura del Kashmir, Moorcroft & T., Travel.
[14] Per un approfondimento dell’argomento: C. Silvi - A. Colucci, Arte Himalayana in M. Bussagli, Architettura orientale, pag. 217-224.
[15] Nel 1991 la yatra fu vietata perché manifestazione religiosa hinduista in territorio di guerriglia musulmana. I Saddhu organizzarono cortei di protesta a Jammu appoggiati dalle formazioni paramilitari hindu dello Shiv Senna. Negli anni successivi la yatra si svolse con spiegamento di forze, ma nel 2000 un pulman di pellegrini venne massacrato in una imboscata.
[16] Il percorso, segnalato anche da Swami Prananvanan, mi è stato confermato da Chris e Maria Van Orden. Nel 1990 hanno aggirato lo Zoji la in questo modo. Purtroppo, sul percorso, hanno rinvenuto i cadaveri di una ventina di Nepalesi, morti assiderati nel tentativo di abbandonare il Ladakh nell’inverno precedente.
[17] Attraversato il torrente, proseguendo verso le capanne di Dangel, inizia la valle del Dharlang Nallah che conduce al Poat-la da cui si scende verso Reru nella valle dell’alto Zanskar). Con il bel tempo, restando sulla destra orografica del torrente, si scorgono le grandi cime come lo Shivling (trono di Shiva) da non confondere con l’omonima vetta in Garwal.
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