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io e il sahara |
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ovvero
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Sahara: perché?Un viaggio nel Sahara è un viaggio nel nulla, un viaggio nel tempo, un viaggio in se stessi. Non c'è regione al mondo paragonabile al grande Sahara, uno spazio incredibilmente vasto (dalle coste atlantiche della Mauritania alla Valle dei Nilo in Egitto) dove la natura, con un lento processo sviluppatosi nel tempo, ha modificato l'ambiente naturale trasformando foreste, verdi valli, boscose montagne in una arida distesa di sabbia, di rocce, di strapiombi dove il sole e il vento sono i dominatori incontrastati. In questo ambiente aspro e difficile, la natura gioca l'ultima battaglia con la vita nell'immenso silenzio delle grandi solitudini. Nell'apparente immobilità degli spazi sahariani si manifestano forme di vita incredibili: la gazzella che sfreccia veloce sui grandi plateau, il varano che scava la sua tana alla ricerca di acqua, il fennec, la simpatica volpe dei deserto, i topolini e i piccoli scarafaggi che arrancano su per dune e una vegetazione minuta, nascosta negli anfratti più riparati, che cerca di vivere e sopravvivere nonostante le avverse condizioni ambientali. Poi l'impatto con il mondo delle oasi: dove sgorga un filo d'acqua, dove esiste un pozzo, là nasce un'oasi e l'uomo dei deserto sa fare un uso parsimonioso e geniale dell'acqua. Piccoli campicelli danno verdura fresca e frutta gustosa. L'oasi è un piccolo paradiso d'ombra e di verde tanto più apprezzato in quanto inserito in un ambiente difficile ed ostile come quello desertico. Disegnate sulle rocce, disperse nella sabbia, sparse lungo i letti di antichi uadi (fiumi) ritroveremo le tracce della vita che un tempo si svolgeva in queste regioni. Sono punte di freccia, amigdale, asce, mortai, raschiatoi per pelli, pestelli; tutti manufatti che ci fanno immaginare una vita primitiva legata ancora alla pietra da cui si ricavavano utensili per la vita domestica ed armi per la caccia all'abbondante fauna presente nella zona. Ed immagini di caccia in pitture e graffiti troveremo nelle stazioni di arte rupestre sul Tassili, l'Hoggar, l'Acacus, nella Mauritania: sono grotte, anfratti, monoliti dove la mano di un uomo sconosciuto ha disegnato, talvolta con abile maestria, scene di caccia, di vita della comunità e talvolta misteriose immagini di divinità. Qui troveremo anche i famosi carri dei Garamanti, primi conquistatori del deserto che vennero dal nord o dalle lontane rive dei grande fiume Nilo. A chi sa guardare e capire, il deserto offre molteplici spunti di interesse e di riflessione per ta ricchezza di un paesaggio tutt'altro che monotono: dalle splendide dune, ai plateau sassosi, dalle montagne strapiombanti ai pinnacoli di roccia in un susseguirsi di colori diversi che hanno dell'incredibile. E quando finalmente la notte avvolge tutto e tutti, si apre in cielo lo spettacolo grandioso dell'universo stellato mai visto così nitidamente, mai osservato con tanta passione. |
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La conferenza - proiezioneLa proiezione mostra alcuni aspetti del Sahara, un ambiente maestoso avvicinato dall'autore nel corso di traversate in 4x4 svoltesi nel sud dell'Algeria ed in Niger e di camminate effettuate nel massiccio montuoso dell'Haggar, scelto da Padre Charles de Foucolt, fondatore dei missionari Padri Bianchi, come luogo di eremitaggio. Nel cuore del Sahara, attraverseremo il grande deserto del Teneré,
tuttora percorso dalle carovane di dromedari cariche di salgemma, mentre fra i
monti dell'Haggar e negli anfratti del fiume fossile del Matendush scopriremo
pitture ed incisioni rupestri, testimonianze artistiche di quando il Sahara
era una enorme savana ricca di vita. |
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