Attrezzatura

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Quante serate, prima della partenza, passate a fare e disfare il bagaglio, a scartare e poi a rimettere in lista il materiale da portare con sé. Ai limiti oggettivi del peso concesso dall'aereo si aggiunge la considerazione che veramente pochi sono gli oggetti che sono necessari nel corso dei trekking in Pakistan. La maggior parte di essi si svolge a quote relativamente basse, solo alcuni percorsi valicano passi impegnative o raggiungono zone perennemente innevate.

Abbigliamento

I capi indossati sono in funzione delle proprie abitudini. Per affrontare le camminate proposte in questa guida c'è poco da aggiungere a quanto elencato e consigliato in Metti nel sacco. Come biancheria di ricambio consiglio slip da bagno leggeri e calzettoni misto lana-sintetico che si asciugano rapidamente. Basta sostare una mezz'oretta verso mezzogiorno, nelle ore più calde, e lavare la biancheria prima del pranzo, Quando ripartirete, gli indumenti saranno già asciutti e pronti per essere indossati dopo il bagno serale al campo. I blue-jean assolvono degnamente ogni compito e sostituiscono in modo ottimale i classici calzoni da montagna che sono praticamente inutili tranne nel caso abbiate una vostra vetta da conquistare.

In caso di pioggia o di forte vento possono essere utili: una calzamaglia ed i soprapantaloni del K-way. Come abbigliamento da montagna sono sufficienti una camicia pesante, un maglione ed una giacca di piumino. I modelli in fibra tipo Thinsulate hanno il pregio di asciugare rapidamente. Ideale è indossare una giacca a vento in tipo «gore-tex» abbinata ad un maglione tipo «pile» staccabile ed usabile singolarmente. Un ampio poncho impermeabile è sicuramente utile. Sconsiglio i modelli a mantellina chiusa poiché non permettono di traspirare mentre il classico poncho quadrato può essere anche usato come momentaneo riparo anche da più persone.

Nel curare l'abbigliamento personale per i trekking l'importante è avere uno... stile che rispetti le abitudini dei Pakistani! Quindi niente vestiti scollati o pantaloncini corti (vale sia per gli uomini che per le donne) sia in corso di viaggio che nelle soste nei paesi. Se campeggiate evitate di aggirarvi in costume semiadamitico davanti ai locali ed ai portatori. Infine non regalate i vostri surplus come le magliette con scritte pubblicitarie: è questione di gusto, siete in casa d'altri.

Lista indicativa:

copricapo di lana per la notte%calzamaglia senza piede

una mantellina a ponch%maglia di lana

calze di lana e filo%magliette di cotone

pantaloncini corti (fac.)%slip

calzoni lunghi di cotone (fac.)%slip da bagno

tuta per la notte (fac.)%un paio di camicette

k-way (fac.)%un maglione

calzoni da montagna%un paio di jeans

copri pantaloni (fac.)%cappello da sole

una buona giacca a vento%un piumino

Camice, slip, calzini ecc. sono acquistabili anche in Pakistan.

Metti nel sacco:

occhiali da sole filtranti%occhiali da ghiacciaio

asciugamano piccolo%

sacchetta portadocumenti%ago e filo

torcia frontale%batteria e lampada di ricambio

sacchetto biancheria sporca%busta toeletta

coltellino (da non mettere nel bagaglio a mano)

busta medicinali (salviette intime, sapone ecc.)

guanti (meglio le muffole)%-camping gaz

 

Sul posto possiamo comprare:

posate, gamelle, piatti, cartaigienica al supermercato.

 

Strumenti da ghiaccio:

coppia di bastoncini%ramponi

piccozza%corda

1 chiodo da ghiacci%

6 metri cordino da 8 mm.%imbrago

 

Materiale collettivo:

filtri, pentola a pressione, bandierine traccia percorso, ecc.

Alcuni consigli

Tenda. Premesso che la tenda, anche nei viaggi con automezzi, offre ampia libertà di scegliere i posti tappa, c'è da dire che essa è praticamente indispensabile in tutti gli itinerari a piedi ed in quelli automobilistici che si allontanano dalle maggiori arterie. Spesso si può usufruire dei prati degli alberghi o dei... tetti delle case private o delle rest-house.

In ogni caso è molto più igienico dormire nella propria tenda che pernottare in una accogliente ma non troppo pulita malga condividendo la paglia del giaciglio con un piccolo asino o con sgradevoli... ospiti che rapidamente invadono il sacco a pelo.

Il requisito più importante è la leggerezza. Le tende migliori sono quelle a cupola: autoportanti, con due teli senza tiranti, pratiche da montare su sabbia, roccia, neve, poiché non richiedono picchetti. Chi non vuole ricorrere a questi oggetti costosi può affrontare tutte le camminate sia con la canadese (peraltro pesante) che con una tendina ad un solo telo, leggera ed economica, acquistabile in Italia anche nei supermercati.

Fra le marche migliori posso consigliare la Salewa modello Sierra o la Ferrino modello Geo o Svalbard.

 

Sacco a pelo. Il classico sacco a pelo militare italiano è sufficiente per affrontare viaggio e trekking in Pakistan nei mesi estivi. Purtroppo è pesante e non adatto per campi in in alta quota oltre ai quattromila metri dove il termometro può scendere verso lo 0<198> nelle ore notturne. Per questi pernottamenti è bene procurarsi un buon modello che garantisca di conservare il calore del corpo.

 

Scarpe, pedule o scarponi? Le scarpe sono l'elemento più importante per la buona riuscita di un trekking: devono essere comode e collaudate per evitare vesciche ai piedi e tendiniti. Non compratele alla vigilia della partenza. Quasi tutti i percorsi sono affrontabili con le normali scarpe da ginnastica. In commercio si trovano modelli sofisticati e costosi: la loro leggerezza può avere un riscontro negativo nella libertà lasciata alla caviglia. Quando si affrontano brevi pendii ancora innevati, specie all'inizio della stagione estiva, potreste trovarvi in difficoltà: meglio quindi avere anche un paio di «scarpe da trekking». Nella produzione delle case italiane di calzature sportive si trovano ormai da anni numerosi modelli ottimamente collaudati che alla leggerezza uniscono il pregio di un notevole comfort offerto dal plantare  anatomico,  dalla suola antisdrucciolo, adatta a percorsi accidentati, e da una tomaia in materiale traspirante. Gli scarponi da montagna sono inutili per quasi tutti i trekking mentre può risultare utile avere un paio di sandali da bagno chiusi da calzare quando si guadano i torrenti. Essi proteggono la pianta del piede da eventuali pietre aguzze e riparano le dita dai sassi che la corrente trasporta con sé. E' utile avere più di un paio di scarpe da alternare fra marcia e riposo.

Durante il viaggio aereo suggerisco di indossare gli scarponi per arrivare a Rawalpindi sicuri di averli con sé. Ogni altro capo d'abbigliamento è sostituibile in qualche modo ma le scarpe sono un articolo troppo personale e non ci si può permettere di vederle sparire assieme al bagaglio in qualche aeroporto internazionale. In Pakistan si possono acquistare scarpe da ginnastica ma non pedule.

 

Materassino. Consiglio vivamente la stuoia di poliuretano (detta «brembocell»); personalmente uso il modello pieghevole, meno ingombrate di quello arrotolabile, che è anche un ottimo portacarte. A differenza dei materassini gonfiabili ed autogonfiabili la stuoia è l'ideale per isolare dal terreno ed, inoltre, il suo uso è polivalente: posta sotto il catino della tenda lo protegge quando si campeggia su terreni sassosi, diventa un pratico sedile quando si viaggia su mezzi di trasporto scomodi ed affollati, tenuta nello zaino a portata di mano è un sedile sempre pronto nelle soste.

 

Zaini. Per un trekking è bene organizzare il proprio bagaglio suddividendolo in:

a) uno zaino da montagna per ogni spostamento ma anche per tenere, nel corso del trekking, gli oggetti necessari a portata di mano (ombrello, borraccia, giacca a vento ecc.)

b) un saccone da marinaio lucchettabile (o un saccone con cerniera antiscoppio) per il viaggio aereo e per il trasporto dei materiali a dorso di cavallo o con i portatori. Per non essere d'ingombro la lunghezza non deve essere superiore agli 80 centimetri.

c) uno zainetto od una borsa per il bagaglio a mano e per girare nelle città.

Sconsiglio lo zaino con il basto esterno in alluminio poiché si incastra nei nastri trasportatori degli aeroporti, è ingombrante e difficilmente chiudibile nel saccone antifurto, l'intelaiatura si spacca quando lo chiude nelle bagagliere, quando lo si usa come sedile sui camion. Se comunque ci si orienta verso questo modello, romanticamente legato all'immagine del giramondo, è bene scegliere i bastini con intelaiatura in materiale plastico, indeformabile ed infrangibile.

 

La cucina. Su ogni percorso è necessario essere autosufficienti come combustibile e viveri. Il classico camping-gas funziona egregiamente anche se in alta quota il consumo è maggiore. In aereo non è consentito trasportare le bombolette, alcune compagnie hanno istituito appositi controlli per individuare i contravventori e del resto è impossibile trovare le bombolette in India. Per scaldare le bevande nelle soste, meglio avere con sé un fornellino a méta. Per risolvere ogni vostro problema di trasporto, di pezzi di ricambio e di combustibile, troverete in vendita fornelli a petrolio di ogni dimensione, dotati di una pompa di pressione. Il funzionamento è molto semplice. Caricato il serbatoio si chiude la valvola di sfogo e si comincia a pompare fino a che non esce un po' di petrolio dall'ugello. Avviate quindi la fiamma riscaldando il liquido con un pezzetto di carta infiammato. Quando dal getto inizierà ad uscire una fiamma azzurra (non più gialla) ed udite l'inizio del sibilo, continuate a pompare fino al massimo della potenza di fuoco. L'operazione non è sempre facile ma dopo ripetuti tentativi diverrete degli abili fuochisti.

Al momento dell'acquisto chiedete al fornitore anche l'ago per tenere pulito il getto e le guarnizioni della pompa. Controllate tutti i giorni la manutenzione del fornello. Preventivate un consumo di un litro al giorno pur calcolando che in alcuni posti tappa si riescono a trovare rametti o formelle di combustibile secco (ovvero escrementi...).

Per le stoviglie non vi sono problemi, sono tutte acquistabili in Pakistan evitando di portarle dall'Italia. Nei bazaar si trovano delle ottime pentole a pressione poiché il loro uso è estremamente diffuso nelle cittadine ai piedi dell'Himalaya. Oltre alla pentola a pressione, utilissima per abbreviare i tempi di cottura dei cibi e disinfettare l'acqua, è bene avere con sé un'altra pentola con coperchio, una teiera ed una padella. Il numero delle stoviglie e la loro grandezza varia ovviamente in base al numero di persone che usufruiscono della cucina da campo. A questo pentolame di base vanno aggiunti inoltre il disco per il chapati (tawa) ed ogni altro oggetto che ritenete utile: coltellacci, colini, pentoloni, mescoli.

 

I viveri. Prima di pensare a quanto è opportuno portare con sé sarà bene ricordare che lungo i sentieri himalayani non si trova assolutamente da mangiare. Anche se qualche montanaro può offrire un piatto di riso non bisogna credere che esistono punti di appoggio. Molti, troppi escursionisti partiti da soli hanno dovuto chiedere aiuto ai gruppi organizzati. Inoltre queste valli hanno avuto per secoli un'economia basata sull'autosufficienza.

E' bene sfatare anche l'opinione che i trekking apportino benefici economici ai villaggi che attraversano. Questo non è vero, anzi produce spesso l'effetto contrario. I generi commestibili diminuiscono ed occorre reimportarli dalla pianura, i prezzi quindi lievitano in modo astronomico raggiungendo cifre che un abitante locale non potrebbe pagare. Immaginate quindi lo sconvolgimento economico e culturale che avviene ogni volta che un escursionista compra qualcosa da mangiare ed introduce le leggi di mercato in una economia basata ancora in parte sul baratto. Contro questo irreparabile danno esiste solo la doverosa necessità di affrontare i percorsi nelle valli più isolate portando con sé viveri e combustibili.

Anche se ci si affida ad una agenzia occorre tener presente che i cuochi pakistani, per quanto bravi ed esperti, non possono rivaleggiare con un italiano in vacanza appassionato di cucina. Ben presto si vede che al cuoco locale non rimane che preparare il tea ed il chapati o cuocere verdure e piatti locali, mentre i partecipanti, insofferenti all'inattivitù serale del campo lo sostituiscono nella preparazione dei piatti occidentali.

Vediamo cosa è utile portare dall'Italia e cosa è reperibile sul posto. Nei 20 chili del bagaglio consentito sull'aereo entrano comodamente, oltre alla normale attrezzatura, anche alcune confezioni alimentari. Consiglio di trasportare quei generi che possono variare la monotonia del riso e lenticchie e vegetali. Ben vengano quindi le zuppe in bustina (con l'unica avvertenza di comprare quelle che richiedono poco tempo di cottura e fanno risparmiare combustibile), le confezioni di cibo disidratato o liofilizzato (vanno benissimo anche quelle in vendita nei supermercati senza ricorrere ai cibi precotti e disidratati tipo «survival») ed i prodotti sottovuoto. Prosciutto ed insaccati vari, grana in pezzi e caciotte affumicate, si conservano ottimamente con uno scarto che si aggira sul 10% dopo tre settimane di trekking. Il prosciutto sul chapati è ottimo! Ma lo sono anche la maionese in tubetto, il pomodoro concentrato, i formaggini in scatola. La fantasia gastronomica italiana è inesauribile, le variazioni sono infinite, ma agli appassionati ricordo che un piatto di tortellini al ragù o di tagliatelle lo si può cucinare anche nelle valli più lontane. In Pakistan si acquisterà tutto il resto: zucchero, sale, tea, caffè, lenticchie, farina (atta) in gran quantità, stecche di cioccolata, marmellata, miele, biscotti, riso, un po' di verdure (ma in genere marciscono rapidamente); per il trasporto di questi viveri meglio munirsi di grossi sacchi di iuta o di bidoni di plastica. In Pakistan vi sono ottimi prodotti in scatola come burro, latte in polvere, sardine. Sia per questi prodotti che per quelli portati dall'Italia, controllate scadenza (non sempre presente) e lo stato di conservazione delle confezioni evitando o gettando quelle ammaccate. Il deterioramento del contenuto può avere come conseguenza il botulismo che è un insidioso nemico: contro questa forma di avvelenamento non esistono rimedi!

Filtri per purificare nostra sorella acqua

La tecnologia spaziale ha introdotto nel nostro vivere quotidiano oggetti grandi e piccoli, tutti ugualmente utili. La NASA ha svolto ricerche per riciclare i liquidi sulle navicelle spaziali: da questi studi sono usciti strumenti utilizzabili da chiunque. Sfruttando il brevetto varie case producono strumenti di depurazione di varie dimensioni, peso e... costo. Denominatore comune: il divieto di usarli con l'acqua salmastra che li danneggia irrimediabilmente.

La cannuccia Aquapur della Ferrino si presenta come una grossa penna tascabile, leggerissima (gr. 10) ed è lunga 15 centimetri; ideale per non sovraccaricare lo zaino. Nella cannuccia un filtro per acqua a carbone attivo distrugge ogni batterio e contaminante chimico: l'acqua aspirata è pura e priva di ogni cattivo odore. Succhiare dalla cannuccia non richiede notevoli sforzi, occorre però bere direttamente e subito poiché con la cannuccia non si può filtrare l'acqua per poi conservarla nella borraccia. Ma come riempire la borraccia dell'escursionista, la tanica da spedizione od il grande contenitore di un camper?

L'acqua della fontana o della sorgente sembra pulita ma si teme una contaminazione batterica? Si può ricorrere a sostanze chimiche. La più classica è l'Amuchina (fornita in bottigliette prive di contagocce), sicuramente un ottimo disinfettante per le stoviglie, ma che lascia un tremendo sapore di cloro, lo stesso dicasi per lo Steridrolo venduto in pastiglie. Per evitare dolori di stomaco da troppo cloro il disinfettante ideale è il Micropur. Elimina i batteri dall'acqua potabile e permette una sua sana conservazione nei serbatoi di qualsiasi dimensione, viene infatti fornito in pastiglie, bustine e gocce adatte ad una borraccia da un litro, per una tanica da 25 litri od un serbatoio da 100 litri. Il Micropur agisce in un'ora. E' assolutamente insapore e senza pericolo per le persone, anche se erroneamente venisse aumentata la dose, poiché è senza cloro né iodio. Ma spesso non solo occorre disinfettare, bisogna anche eliminare corpuscoli in sospensione ed il Micropur purtroppo non leva le impurità. E' bene allora ricorre ai filtri frutto delle ricerche NASA.

Nel filtro potabilizzatore H2OK viene usato come materiale filtrante l'Hygene, un carbone oligodinamico che elimina totalmente i diversi agenti contaminanti e lascia tuttavia passare i sali minerali, essenziali per l'organismo. L'H2OK è superiore ai normali filtri a carbone (o carbone attivato) che si limitano ad una semplice azione meccanica e che a lungo usati diventano essi stessi fonte di inquinamento. La sua forma è quella di un comodo bicchierone bianco ed è prodotto in due modelli. Il più piccolo e maneggevole, il Traveller, fornisce oltre 4000 litri, più che sufficienti per un anno di attività. L'efficacia del potabilizzatore può essere aumentata in condizioni di estrema emergenza di fronte ad acqua inquinata e sporca con le pastiglie di Micropur. E' ormai prassi abituale dei più esperti viaggiatori filtrare l'acqua in un contenitore e poi lasciare agire il Micropur. L'operazione può sembrare lunga e monotona poiché si filtra un litro d'acqua in circa otto minuti ma è sicuramente un'operazione necessaria in alcune situazioni.

L'H2OK sta comodamente nella tasca di uno zaino ed il peso è inferiore all'etto. Può quindi essere comodamente trasportato da chi viaggia solo od in piccolo gruppo.

Chi viaggia in macchina o in spedizione fa trasportare i carichi e quindi non ha problemi di peso, può acquistare il non plus ultra dei filtri: la pompa Katadyn. Questo strumento, che non manca mai fra l'attrezzatura delle spedizioni extraeuropee, si presenta come una grossa siringa cilindrica dal peso di 650 grammi lunga circa 25 centimetri. Agendo sullo stantuffo si preleva l'acqua tramite un tubo di gomma flessibile e la si pompa dentro un contenitore da porre sotto il rubinetto incorporato. Il Katadyn è dotato di un comodo astuccio e di uno spazzolino che serve alla pulizia. Fornisce circa 3-4 litri in un minuto ed elimina qualsiasi particella in sospensione. Il potentissimo filtro riesce a purificare anche l'acqua fangosa. Se la terra ostruisce la pompa risulta molto semplice smontarla ed eliminarla grazie allo spazzolino in dotazione. Terminata l'operazione di pompaggio è sempre consigliabile un'ulteriore disinfezione con il Micropur specie in presenza di acqua sospetta. Il costo è abbastanza alto ma il budget di un gruppo deve prevedere questo utilissimo investimento: la salute innanzi tutto...


dal 1° gennaio 2002

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