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Tina Imbriano
Chi c'è stato dice...
La
sconosciuta necropoli reale di Meroe con oltre 80 piramidi, il
tempio nella roccia del dio Ammone nel Jebel Barkal, il mistero
della storia dimenticata del regno di Kush nell’alta valle del Nilo.
La varietà e la grandezza del Sudan sono difficili da sintetizzare, le sue tante anime non si possono conoscere in un viaggio di sole due settimane. Nubia Sudan (NS) è dedicato alla visita del nord del paese, dalla capitale Khartoum si segue un percorso ad anello che si snoda tra la necropoli di Meroe, le piramidi, i siti della civiltà meroitica. Prosegue lungo le piste nel deserto del Bayuda sino a raggiungere il Nilo, dove già 5.000 anni fa fiorirono civiltà che ci hanno lasciato testimonianze misteriose e controverse, e poi antiche tombe islamiche, rovine di basiliche cristiane e castelli ottomani.
A tutte queste meraviglie fanno da sfondo le verdissime sponde del Nilo e soprattutto gli splendidi villaggi nubiani con case bianche dalle facciate dipinte, dove i pochissimi turisti sono accolti con genuina ospitalità dalla popolazione. Oggi il percorso è quasi tutto su strade asfaltate al posto delle piste che, sino a pochi anni fa, erano l'unica via. Pertanto, nell'ottica della gestione degli spostamenti, è possibile alternare strada e sterrato.
Roberta Zennaro 2012
Questo, è anche un viaggio
che richiede una certa capacità di adattamento (circa 12 giorni di tenda e cassa
cucina, quasi nessuna possibilità di una doccia intera per tutto il periodo,
temperature di giorno che possono arrivare a 40° e quasi allo zero di notte,
possibilità di vento e tempeste di sabbia, polvere, polvere e ancora polvere).
Insomma, la bellezza della Nubia bisogna conquistarsela!
Da un punto di vista turistico, la Nubia è ancora relativamente poco
frequentata, anche se nei periodi di alta stagione (festività di fine d’anno) si
sta riscontrando un costante aumento dei flussi in arrivo. Le attrattive
principali sono rappresentate dai siti archeologici e dall’incontro con la
popolazione dei villaggi (quasi) sempre estremamente ospitale. L’aspetto
paesaggistico rappresenta un complemento, con alcune belle viste sul Nilo (in
particolare alla 3^ cateratta) e in talune regioni desertiche (quali alcuni
tratti del deserto del Bayuda e di Atmur), pur senza divenire elemento di spicco
del viaggio stesso. La grandiosità dei siti archeologici non può certo essere
paragonabile a quella delle più celebri località dell’Egitto, ma la scarsa
presenza di visitatori, lo stato talvolta di quasi abbandono, la possibilità
(almeno per ora) di accamparsi nelle vicinanze dei siti e di compiere
visitazioni notturne in totale libertà, rendono pressoché irripetibili altrove
certe esperienze e offrono un fascino tutto particolare. Questo soprattutto nei
siti più settentrionali, pressoché trascurati dalle tradizionali agenzie
turistiche e quindi deserti. E’ però indispensabile un preventivo studio (se non
approfondito, almeno a grandi linee) su libri e guide per poter pienamente
apprezzare siti archeologici e aspetti della cultura nubiana e sudanese
altrimenti poco intelligibili.
Giancola Stefano 2010
Il deserto non è
nella sua massima estensione e fantasia morfologica, ma è comunque
molto bello, con colori caldi che hanno scatenato la passione dei
raccoglitori di sabbia. Cambia in continuazione, sempre simile e
sempre diverso.
Il Nilo è
superbo e lento, imponente perché non tumultuoso, calmo, pacifico e
tranquillo, grandioso. Ogni tanto si divide creando enormi isole di
limo, verdi e coltivate, con le sponde orlate di sabbia argentata.
Lungo il fiume,
portatore di civiltà, sono disseminati resti archeologici di tutto
rispetto, templi e piramidi magici per le forme architettoniche, per
quello che rappresentano, per il silenzio e la sabbia che li
avvolgono. Molti di questi siti sono fin troppo solitari e
consentono ai tombaroli di fare furti su commissione di bassorilievi
e incisioni.
La vera sorpresa
però è la gente, ospitale e generosa che di più non si può. In una
giornata attraverso i villaggi nubiani non so quanti tè ti vengono
offerti. Ti fermi per caso per fare una foto o per comprare il pane,
e subito si familiarizza donne e bambini che si affacciano
sull’uscio di casa. I ragazzi che gironzolano a cavalcioni di un
asinello (è come il motorino da noi …) posano per le foto, come
piace fare ai loro padri, intenti a lavorare o al bar con gli amici
fumando il narghilé. Dalle case escono ampi vassoi con i bicchierini
colmi del tipico tè dolce e caldo. Se poi è ora di pranzo, in pochi
minuti si predispone una stuoia con i piatti del Ful (zuppa di fave)
e della Fasolija (zuppa di fagioli). Il tutto avviene talvolta
all’interno della casa, sotto freschi porticati, ma spesso anche
sulla pubblica via, dove magari le macchine si sono fermate
casualmente per riparare una ruota.
Nonostante sia
mussulmana, la popolazione nubiana è molto aperta e non disdegna il
contatto con gli europei. Nelle case si sta mescolati, uomini e
donne, stranieri e locali. Gli abiti femminili, coloratissimi,
riportano più in Africa che nei paesi islamici.
Indimenticabili
le notti nel deserto, sotto l’immensa calotta di stelle traversata
dalla Via Lattea, dove l’unico rumore è quello dei granelli di
sabbia addosso alla tenda.
Viviana G. 2007
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