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31 ottobre - 16 Novembre 2019
con AnM e Marco Vasta nel paese degli Sherpa in occasione del Mani Rimdo

"Se non sali la montagna, non potrai ammirare il paesaggio" Paolo Neruda

Cham 2021 - 21 ottobre

Cham - le Danze al Monastero di Ciwang

13 novembre 2019

Ser-Kyem

I danzatori, gli unici che non coprono il viso con una maschera, indossano i paramenti (prosaicamente: costumi) degli Shanang (Zhanak(1) (ཞྭ་ནག་), i cosiddetti cappelli neri, ed il loro rituale consiste nella offerta di nettare spirituale, il gSer-sKyems (ser : oro, kyem : libagione o brindisi), usato in molte cerimonie. Il liquido in genere è la birra locale, un fermentato di orzo o riso, accompagnato da piccole torma. Qui, come a Tengboche vengono offerte le pillole dette Mani Rilwu un impasto prodotto in tanti modi e con diversi ingredienti Può darsi che il monaco mi abbia tradotto le Mani Rilwu come torma per semplificare.

Gli Shanang sono i maghi tantrici, i sacerdoti-sciamani bön della religione originaria del Tibet. Anch'io, come molti occidentali, per semplificare chiamo danza di cappelli neri qualsiasi manifestazione in cui appaiono questi personaggi, ma la danza dei cappelli neri ha altri componenti ed altri significati. Però il vestito, soprattutto il cappello è simile nelle varie versioni degli ordini monastici vajrayana ed in altre località dell'Himalaya. La danza, secondo il codice chams-yig scritto dal Grande Quinto fu eseguita per la prima volta da Guru Rinpoche stesso per consacrare il terreno de primo monastero buddhista a Samye (bSam-yas).

Gli Shanang offrono il Ser-sKyems da calici d'argento e le pillole Mani Rilwu al Lama (la guida spirituale, che potrebbe essere anche il Rinpoche che comparirà fra poco, ma ogni monaco ha la sua guida), agli Yidam (la divinità personale di ogni praticante), alle Khandro (o Khandro-ma o Dakini, le fate o portatrici di saggezza) e agli Shi-Dak (le divinità terrene). Un praticante buddhista si rifugia in queste quattro presenze. Un tema centrale nella pratica buddhista tibetana è fare offerte a questi esseri, in modo che possano aiutare con le azioni virtuose che portano alla Buddhità.

I ballerini indossano una lunga veste di seta chiamata phoego (ཕོད་ གོ་), che è legata intorno all'anca dall'interno usando uno speciale sostegno in modo che la veste vortichi in modo fluido ed elegante quando i ballerini eseguono movimenti vorticosi. Le vesti sono realizzate in diversi colori di broccato di seta e hanno motivi a righe sul corpo principale e sulle maniche che hanno un'estremità molto ampia. È questo vorticare in cerchio, alternato ai movimenti lenti e ieratici, che attrae ed impressiona gli astanti perché - raccomanda il Grande Quinto - "...la parte inferiore della veste dovrebbe muoversi come quando la grande aquila si alza per sollevarsi; le ciocche (capelli) dovrebbero essere come quelle della tigre indiana che si allunga con grazia nella foresta". I ballerini indossano il copri-spalla dorji gong (རྡོ་ རྗེ་ གོང་) e un grembiule scuro con disegnata una faccia adirata e nappe sul fondo.

 

Chhing-pa

La danza successiva raffigura i Quattro Ghing Protettori, difensori della fede buddhista dagli attacchi dei demoni. Il nome suona con la g dura, quasi una k ed al mio orecchio sembra king. Lucenti maschere di carta nascondono i volti dei danzatori, ognuna è di un colore diverso e tutte mostrano un sorriso costante. I passi dei ballerini sono ritmicamente accompagnati dal fragoroso battito dei cimbali.

Senza interrompere il passo, i ballerini caricano incessantemente i bambini nel pubblico. I giovani indietreggiano per l'orrore, con grande divertimento di tutti gli altri nella folla.

Antonella Ardito©2019

I quattro Ghing, sono servi di Guru Rinpoche, collegati alla sua emanazione come Dorje Trollo. Sono venuti dalla sua Terra Pura di Sangdok Palri, dove vivono nel suo mandala. Annunciano l'imminente arrivo di Guru Rinpoche al Mani Rimdu.

I vestiti dei danzatori  a Tengboche, anni fa, rappresentavano abiti nepalesi. Qui sono differenti.

Due dei Ghing sono maschi e portano cimbali, mentre le due femmine portano tamburi. Il maschio rappresenta i mezzi abili e la femmina rappresenta la saggezza; questi due aspetti del percorso verso l'illuminazione sono al centro della pratica Vajrayana (tantrica). L'unione di mezzi abili o compassione e saggezza è spesso raffigurata, e spesso fraintesa, nell'iconografia tantrica.

 

Dorje Drolö - Guru Rinpoche

Preceduto da un monaco riverente con in mano un incenso in fiamme, Guru Rinpoche fa la sua drammatica apparizione nella forma di Dorje Drolö (tib. གུ་རུ་རྡོ་རྗེ་གྲོ་ལོད་, lett. Selvaggio portatore del vajra). Guru Rinpoche ha altre sette emanazioni, sei delle quali pacifiche. Dorje Drolö, è una delle forme irate che il Prezioso Maestro assunse, per sconfiggere i demoni in Tibet. In contrasto con la dramatis personae raffigurata, una traduzione in lingua inglese diventa "saggia pancia cadente di diamante" e mi immagino il prezioso maestro con un grembiulino di ciccia sull'addome.

Dorje Drolö giunge dalla sua casa sulla Montagna di Rame in sella a una tigre volante, seguito dai Ghing. Dopo aver avviato il suo mandala simbolico, Guru Rinpoche è invitato ad accomodarsi sul trono e gli vengono fatte offerte in quanto considerato anche come il "Secondo Buddha".

Nella mano destra impugna il dorje (diamante simbolico o fulmine) che rappresenta l'indistruttibilità, mentre nella mano sinistra brandisce il phurba, il simbolico pugnale che uccide i demoni. Dopo aver vinto i demoni, Guru Rinpoche li converte in buddhismo e gli fa pronunciare voti solenni per proteggere gli insegnamenti e tutti i praticanti.

Il simbolismo può essere interpretato su molti livelli; i demoni interiori di odio, avidità  e ignoranza (i tre elementi raffigurati al centro della sidpa korlo, la ruota della vita) possono essere superati dalla meditazione su compassione e saggezza e trasformati in illuminazione. I tre veleni (tib.: dugsum=cattive bevande) sono la forza motrice della vita. Il gallo rosso della «collera», cioè odio, rabbia e avversione agli altri uomini, il serpente verde del «desiderio», ovvero tutti i sentimenti che esprimono cupidigia e brama di possesso, il grigio maiale dell'«ignoranza». I tre animali si mordono la coda: il ciclo dell'«ego», con le sue forze dinamiche, muove tutta la vita.

 

Nga-Cham (danza dei tamburi)

La danza dei tamburi è eseguita da quattro  Shanang per celebrare il raggiungimento del samādhi  (concentrazione meditativa) ed è descritta per Tengboche in Mani-Rimdu, Sherpa Dance-Drama di Luther G. Jerstad, University of Washington, Seattle 1969. A Chiwong si esegue lo stesso rituale, ma noi ne abbiamo visti solo quattro, anche se il libretto che abbiamo acquistato ne indica sei...

I quattro Shanang vestono anche qui i paramenti dei cappelli neri. Secondo il codice chams-yig scritto dal Grande Quinto, la danza fu eseguita per la prima volta dallo stesso Guru Rinpoche, mago e taumaturgo, per consacrare il terreno del primo monastero buddhista a Samye (bSam-yas) in Tibet. Compito degli Shanang è quello di soggiogare lo spirito malvagio attraverso un largo cappello che rappresenta, a sua volta, tre livelli differenti dell'esistenza: la testa, ornata di pelliccia, raffigura i mondi  elevati spirituali dei reami senza forma (arupadathu), la calotta conica simboleggia il mondo delle dinamiche meditative e delle forme spirituali (rupadubu) e la parte più alta, la punta, mette in relazione il danzatore con il mondo degli esseri umani e con quello celeste divino (kamadathura).

Il cappello nero, che ha una larga falda circolare piatta su cui a volte sono disegnati diagrammi tantrici o mantra. La parte centrale è la cupola che viene calzata sulla testa del ballerino e legata con una cinghia che passa sotto il mento. La cupola ha varie caratteristiche tra cui forme di pile di disco solare e mezzaluna (come i chörten), in alcuni casi teste mozzate e teschi e un apice con uno specchio od un vajra, ed è spesso decorato con piume di pavone. Ai due lati del sostegno centrale ci sono motivi di serpenti, draghi, fogliame, fiamme, sciarpe, ecc. La cupola rappresenta il mandala cosmico dei tre mondi del desiderio, della forma e dei regni informi o il Monte Meru circondato dai continenti e dai sub-continenti. Il cappello illustra come il monaco che lo indossa trasformi il mondo ordinario in un campo di energia illuminata. La miglior descrizione dell'abbigliamento de Nagpa / Shanang è stata studiata e scritta da René De Nebesky-Wojkowitz nel suo Tibetan Religious Dances, pubblicato nel 1976, con riferimento al Mani Rimdu di Tengboche.

 

Mi-Tshe-ring

Mi Tsering - Antonella Ardito ©2019

In questo interludio comico appare un personaggio, Mi-Tsering, (l'uomo dalla lunga vita) il preferito dai bambini presenti al Cham. È un vecchio maldestro e gentile. Intende fare del bene e fa del suo meglio, ma inevitabilmente sbaglia tutto. Tuttavia, è convinto di essere un esperto e cerca di istruire gli altri in alcuni rituali del tempio, come offrire le khatak (sciarpe di seta) o fare prostrazioni.

La sua è una presenza comica che porta allegra, ma porta un messaggio di incoraggiamento alla gente comune: la sincerità e le buone intenzioni contano tanto quanto la competenza.

È Mi-Tsering a guidare la processione di monaci che accolgono l'arrivo di Sang Sang Rinpoche a Chiwong e che lo annuncia nel cortile per presiedere le danze. È un riconoscimento delle buone intenzioni di ogni uomo, per quanto umile.

I momenti comici sono presenti in tutti i cham che ho visto in Ladakh ricordo i monaci giullari che ad Hemis che prendevano di mira gli spettatori, individuandone uno a chiedendo una mancia. In altri cham, al posto di Mi-Tsering compare un anziano, in genere con il volto scuro, accompagnato da quattro assistenti. Nel manuale delle danze scritto da Grande Quinto non compare. Si dice che sia stato introdotto dal 13° Dalai lama che durante l'esilio in Mongolia aveva sognato questo strano personaggio e talvolta viene indicato come l'Anziano che viene dalla Mongolia.

Conclusione anche i canoni non sono immutabili. Come del resto sono cambiate le danze Dogon dove, dopo i viaggi di Griaule, in alcuni villaggi comparve la maschera detta dell'etnologo.

Mi-Tsering, l'uomo dalla lunga vita, insegna come prosternarsi - R.J. Kohn 1979

Ingresso dell'Abate (Rol-Cham)

Ingresso dei monaci e Mi-Tsering con stendardi e strumenti cerimoniali, che annuncia l'arrivo dell'abate. Il Venerabile Sangsang Rinpoche è l'incarnazione di Lang Chokeng Chorongnei, uno dei venticinque discepoli di Guru Rinpoche riconosciuti dal 16° Karmapa e discepolo di Chuxi Rinpoche nella vita precedente. Rinpoche è nato nel 1959, figlio di Passang Gonpo e di  Youdon. In tenera età, avendo risvegliato chiari ricordi delle vite precedenti e soprattutto raccontato chiaramente la sua vita passata mentre era seduto in posizione di meditazione e recitava preghiere, venne riconosciuto come tulku reincarnato. Con anni di pratica meditativa e di studi filosofici è divenuto rinpoche, cioè "prezioso" (sott. maestro) e supremo protettore del Dharma, alla guida di diversi gompa nepalesi, ma per noi, sacrileghi spettatori italiani, rinpoche fa scattare immediatamente la rima "c'è o non c'è?".

L'ombrello, simbolo di regalità, può sorprendere, ma anche nella nostra cultura esiste l'equivalente, come il baldacchino del S.S. Sacramento nelle processioni del Corpus Domini.

 

Thur-Dhag (Rurang)

Thur-Dhag, la Danza della Liberazione, è l'atto centrale del cham. Le due figure scheletriche sono i Signori dei Cimiteri, portano una maschera raffigurante un teschio. Qui a Chiwong hanno un costume bianco ma in altri monasteri indossano uno rappresentante uno scheletro. I Thur.Dhag (ma anche traslati bDurdag, e nell'opuscolo rurang) simboleggiano l'evoluzione della mente verso la piena consapevolezza di se e ricordano la natura transitoria dell'esistenza umana. Due Shanang  compaiono sugli scalini, scendono nel chiostro ed eseguono un'invocazione mistica, attirando tutti i demoni e le energie negative, quindi li intrappolano in una piccola figura di pasta.

Allo stesso tempo, Sang Sang Rinpoche esegue la puja del fuoco - chiamando i demoni mediante lunghi scuotimenti di un dorje a nove punte ed uno stendardo nero. I demoni sono intrappolati e bruciati cerimoniosamente su una piccola pira, come offerta agli dei, a cui viene quindi chiesto di liberare il mondo. Rinpoche ha però compassione dei demoni ormai convertiti e con colpi simbolici del suo phurba, li manda nel regno della saggezza.

I demoni dell'odio, dell'avidità e dell'ignoranza sono morti. I signori dei cimiteri portano i cadaveri agli dei del Mandala. Le ceneri della pira sono sepolte sotto una pietra del lastricato nel cortile.

Kang-Wa

Assiso sul trono, Rinpoche invoca i Grandi Protettori chiedendo loro di svolgere le attività di un Buddha. A Tengboche, i Protettori sono otto, a Chiwong compaio solo quattro maschere: quella di Mahakala (tib ནག་པོ་ཆེན་པོ།, Nak po chen po, il grande nero) è in realtà di colore blu. Mahakala è un'altra manifestazione feroce di Chenrezi. La dea Ekajati, che nella iconografia è cieca da un occhio, porta con sé le raffigurazioni di un corpo umano, di uno scheletro e di una daga rituale. Ekajata è una potente protettrice dell'ordine Nyingma-pa cui appartiene il monastero. Mahadeva (lett. il grande dio, Lha-chen-po), altra manifestazione di Shiva, indossa una maschera di colore rosso e Trudo Lhamo (sic) (Durtrö Lhamo དུར་ཁྲོད་ལྷ་མོ་-, dur-khrod-lha-mo, la divinità del cimitero, da non confondere con i guardiani dei cimiteri) è marrone, ma è anch'essa una manifestazione di Ekajati. Durante questa danza, Ang Babu e la sua famiglia fanno offerte a Rinpoche e al Sangha, la Comunità buddhista.

L'opuscolo stampato dal Trust, riporta le danze come presentate in parte su vari siti (in genere di agenzie di viaggio) del monastero di Tengboche. Non è facile seguire le coreografie e comprendere i personaggi. Ma vi possono sicuramente essere discrepanze e variazioni di anno in anno.

 

Mahakala

Antonella Ardito ©2019

 

Mahadeva

Antonella Ardito ©2019

Trudo Lhamo

Antonella Ardito ©2019

Mi-Nak e Syarlon(Shalung)

Compaiono due uomini con maschera color carne e vestiti di nero sono servitori di Shalung Genyen Chenpo (trascritto anche Syalung) divinità protettrice del monastero nyma-pa di Dza-Rong-Phu, che li segue dopo alcuni minuti di danza. Shalung Genyen Chenpo, era originariamente un feroce assassino, ma in seguito è pentito e diventa un protettore del Dharma.

Il monastero di Rongbuk (རྫ་རོང་ཕུ་དགོན་, rdza rong phu dgon) è trascritto in modi differenti: Rongpu, Rongphu, Rongphuk and Rong sbug (sulle mappe cinesi Róngbù- Sì), e anche Dzarongpu o Dzarong. Distrutto nel 1966, ricostruito nell'86 si raggiunge ora con comoda strada asfaltata.

Questa danza, o coreografia che di si voglia, ricorda lo stretto legame del popolo sherpa con il territorio tibetano e con Rongbuk che, se pur di relativamente recente costruzione, è nell'area da cui sono transitati dorante la migrazione.

La maschera compare dopo i Mi-Mak che lo hanno preannunciato.  Ha color marrone come molte altre raffigurazioni in questo cham, ma riusciamo a differenziarlo sia per la presenza del Mi-Mak, sia per il copricapo di un colore azzurro chiaro.

Khandro

Cinque Dakini della saggezza entrano e fanno offerte di tsog, canzoni e balli a Sang Sang Rinpoche. Queste Dakini (Khandro-ma) sono la parte attiva di Lama, Yidam e Khandro. Nn ho mai visto direttamente la danza delle Dakini, ma le immagini del Cham di Tengboche fanno sorridere, perché vedere sette uomini che danzano impersondo figure femminili fa pensare ad uno spettacolo en-travesti... Ci sono ulteriori cerimonie e processioni da parte dei monaci, mentre Sang Sang Rinpoche lascia il cortile.

Shimjyung Pheppsu

 Un monaco dispone una torma come offerta compassionevole agli esseri e come in una passerella finale ricompaiono i monaci nei loro vari paramenti. Riconosciamo i berretti neri, i protettori del dharma ed i musici con il berretto giallo.

Tok-Den

Questo secondo interludio comico è una sorta di soap-opera spirituale. Uno yogi tantrico e i suoi due discepoli senza speranza cercano di affrontare la vita, la morte, l'amore, la lussuria, l'alcool e un assortimento di altri problemi samsarici. Alla fine della scena, Tok-Den, dimostra la sua abilità spirituale piegando una spada di metallo contro la sua pelle non protetta. L'azione mi ricorda vagamente le lesioni che si infliggono gli oracoli ladakhi nei cham invernali dei monasteri di Stok e Matho, ma probabilmente non vi è alcun collegamento.

Più che una danza, questa è una rappresentazione teatrale che si tiene anche nel Mani Rimdu di Tengboche. Viene descritta come il racconto della sfida fra saggi tibetani ed indiani, tal'altra come la  disfida tenutasi a Samye fra lama tibetani e cinesi. Aldilà di queste spiegazioni, il laico che assiste al 'cham non usa le stesse categorie dei tibetologi e non fa distinzioni fra vajrayana tantra, riti bön, pratiche yoga, che forse non sono conosciute neppure dai monaci. Lo spettatore, sopratutto i più anziani, si immergono, fra una risata e l'altra, fra un sorso di té ed un altro, e sono permeati dai riti, facendone parte.   

Ti-Cham

La Danza del Coltello taglia e distrugge tutti i demoni rimanenti.

Lok-Cham

Questa è la Danza Finale che conclude il secondo giorno del Mani Rimdu del Monastero di Chiwong.

Note

(1) Levando lo "sha" ed aggiungendo il suffisso "pa" (persona), si usa anche il terrmine Nang-pa, come nell'opuscolo venduto al monastero. (torna la testo)

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