India - Camminate ai piedi dell'Himàlaya

Islam e società musulmana

«La migliore comunità che sia mai stata prodotta fra gli uomini»
Allah  Maometto e l'espansione dell'Islam 
Il Corano
Correnti religiose
Feste
Calendario

Non c'è altro Dio che Dio

La figura di Dio, rivelata da Lui medesimo nel Corano, non corrisponde né a quella di Yahweh ebraico (il puro spirito creatore dell'universo che ha scelto il popolo di Israele ed ad esso ha dettato la sua legge religiosa, la Torah), né al buon Dio dei Cristiani, verbo divenuto carne per la redenzione dell'umanità dal peccato originale. Il Dio dei Musulmani, Allah onnipotente, non è trinità. E’ un essere supremo, onnipotente, unico, creatore e signore di ogni cosa, onnisciente ed onnipresente, infinitamente perfetto. 
Allah giudica gli esseri umani e li ricompensa seguendo criteri imperscrutabili ed indiscutibili. E’ terribile, ma anche giusto e misericordioso. L'uomo, davanti a lui, non è nulla e non può essere nulla. L'uomo è stato creato per adorare il suo creatore, deve semplicemente sottomettersi anima e corpo ai voleri dell'essere supremo. Solo privilegio del Musulmano è di «appartenere alla migliore comunità che sia mai stata prodotta fra gli uomini» (Corano, Surata III, 106-110) e di sentirsi protetto, in tutto e per tutto ed in ogni occasione. L'Islam non conosce miracoli. E’ vissuto in prima persona, senza intermediari (solo gli Sciiti hanno un clero vero e proprio, vedi: Correnti religiose dell'Islam). 

comandamenti

Come stabilito da Maometto, il Musulmano deve credere: 
  • In Dio, trascendente ed unico. Chi attenta all'unità divina è chiamato «mushrik». Lo «shrik» o idolatria è la massima colpa.
  • Nei suoi profeti. Uomini che Dio ha inviato ai vari popoli per promulgare la sua legge. Tra questi Gesù gode particolare stima, ma Muhammad il Profeta degli arabi è l'ultimo ed il suggello dei profeti.
  • Nei suoi libri. I libri sacri sono tutti riassunti nel Corano che è il libro sacro per eccellenza.
  • Nei suoi angeli. Sono le guide dell'umanità. Fra gli angeli primeggia Gibril o Gabriele e fra i demoni Iblis o Lucifero. Vi sono poi i «ginn», spiriti di natura o folletti (come il genio di Aladino...).
  • Nella resurrezione della carne e nella vita eterna. In cui è contemplata l'esistenza dell'inferno e del paradiso.

pilastri della fede islamica

Gli obblighi fondamentali dei credenti musulmani sono cinque: 
  • La professione di fede (Shahada o testimonianza). Consiste nel recitare con ferma convinzione la formula «Professo che non c'è altro Dio che Allah e che Maometto è il suo profeta». Questa recitazione apre tutte le preghiere ed ha valore simile al battesimo. Il nemico della fede è il peccato, il quale può essere cancellato tramite il pentimento, favore questo concesso dalla misericordia di Dio che non abbandona mai coloro che si abbandonano a lui. 
  • La preghiera canonica (Salaat). Consiste per lo più nella recitazione di versetti coranici ed è accompagnata da prostrazioni e da stazionamenti effettuati con il viso rivolto a la Mecca. Si ripete cinque volte al giorno: all'alba (fair o subh), a mezzogiorno (zuhr), nel pomeriggio (asr), al tramonto (nagh-rib) ed alla sera (ishah) ed è annunciata dall'alto del minareto dalla voce del muezzin (l'annunciatore), attraverso una prima chiamata (adhan) ed un secondo appello (iqana). Le preghiere devono essere fatte in uno stato di purità rituale e sono precedute da abluzioni in cui il volto, le mani, i polsi, i piedi e le gambe vengono lavati alla maniera prescritta. In mancanza d'acqua, come dispone anche la legge giudaica, possono essere usate sabbia o polvere. Dopo un contatto sessuale è necessario un bagno generale. 

  • La direzione verso la Mecca è segnata nelle moschee da una nicchia detta mihrab. Si può pregare ovunque, anche al di fuori della moschea, ma il venerdì a mezzogiorno è obbligo recarsi alla moschea principale della città (Jama Masjiid) per recitare la preghiera insieme ai confratelli sotto la guida di un imam. In tali occasioni vi è anche un sermone a cui si può non assistere. Il venerdì non obbliga ad astenersi dal lavoro ed in casi particolari, come ad esempio in viaggio, le cinque preghiere sono sostituite da una sola. All'interno delle moschee gli uomini e le donne pregano separati. 
  • Elemosina legale (Zakat) - donazione dei beni superflui, destinata alla cassa della comunità per aiutare i poveri e coprire le spese della collettività. 
  • Digiuno (Saum) - astinenza da cibi, bevande, fumo e rapporti sessuali, dall'alba al tramonto nel mese sacro del Ramadan. La funzione del digiuno, come in altre religioni, è quella di creare equilibrio tra il corpo e l'anima (oppure la mente) e di ricordare il mese in cui il Profeta (il suo nome sia benedetto) ebbe la sua prima rivelazione. Al tramonto la vita riprende. Di colpo strade, piazze e vicoli si animano con illuminazioni, con bancarelle che vendono cibi, bibite, leccornie e con un via vai di gente chiassosa ed allegra. Il digiuno si conclude alla fine del mese di Ramadan con il Fitr, la festa più popolare dell'anno. 
  • Pellegrinaggio (Haj) - Ogni Musulmano sano, libero ed adulto, almeno una volta nella vita deve potersi recare a la Mecca per rendere omaggio alla casa di Allah. I pellegrini che giungono alla città santa (il cui ingresso è proibito agli infedeli nei mesi sacri cioè primo, penultimo ed ultimo dell'anno islamico) si considerano membri di una grande famiglia. Tutti indossano l'abito rituale che è un sudario bianco di cotone senza cuciture, simbolo di umiltà ed uguaglianza. In questo periodo non possono radersi, tagliarsi le unghie ed i capelli, avere rapporti sessuali, litigare, fare del male ad alcun essere vivente. Il centro del rituale è la Kaaba, un edificio di forma cubica. 

Le forme di culto

Non esistono sacramenti, non ci sono tabù, dogmi e sacerdoti, ognuno è sacerdote di se stesso. Vi sono dei capi religiosi, delle guide spirituali chiamati imam (coloro che sono davanti). Nelle moschee essi pregano davanti ai fedeli i quali ripetono le loro parole ed i loro gesti. Gli ulemà sono esperti conoscitori del Corano e della legge islamica. Molti ulemà ed imam hanno frequentato delle università teologiche (mederse) tra le quali la più famosa è quella di Al-Azhar al Cairo. Essi esercitano grande influenza e possono sposarsi come i rabbini ebraici. 
Quando un bambino nasce, il padre recita dei versetti del Corano (azan) nell'orecchio destro del neonato e l'eqamah, poche frasi nell'orecchio sinistro. La circoncisione si fa di regola sette giorni dopo la nascita del fanciullo, alcune famiglie trascurano questo rituale. Chi vuole essere in regola con la tradizione può circoncidersi anche da ragazzo e da adulto. Da tempi remoti questa pratica è considerata l'offerta parziale alla divinità di ciò che di più sacro possiede un essere umano (le donne non hanno anima). Fu praticata da egiziani, fenici, abissini, arabi ed ebrei. 
Il matrimonio può essere celebrato in casa senza recarsi alla moschea. I genitori dello sposo chiedono il consenso alla prescelta e, se lei accetta, gli sposi, presentati da due testimoni maschi considerati giusti davanti ad Allah, vengono uniti in matrimonio da un'esponente dell'autorità locale. 
Nell'Islam non c'è l'estrema unzione. Per morire in pace al Musulmano è sufficiente che qualcuno reciti un versetto del Corano e gli faccia mormorare «Non c'è altro Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta». La salma dovrà essere sepolta con la testa rivolta verso la Mecca. 

Poligamia

Il Corano permette di avere quattro mogli se si possiedono i mezzi necessari per mantenerle decorosamente, quindi la maggior parte dei Musulmani è monogama di fatto. Maometto permise ciò a causa del sovrannumero di donne molte delle quali vedove a causa delle numerose guerre e guerriglie. La donna musulmana ha da sempre avuto il diritto alla scelta del marito e al consenso nel matrimonio anche se in realtà ella poi sottostà sempre alle decisioni della sua famiglia. Può ottenere il divorzio. Se la ragione è dalla sua parte, il giudice la libera senza indugio alcuno dal vincolo matrimoniale. Il divorzio è concesso inoltre nei casi in cui il marito finisce in galera per troppi anni o se rimane troppo assente per ragioni di lavoro. Il marito renderà la dote ricevuta, ma non passerà alimenti. Il tribunale indiano applica ai Musulmani il codice islamico.  

Le punizioni del Corano

Quando un Musulmano commette un peccato non è sufficiente per lui dichiararsi pentito. Egli deve confessare il suo peccato ad Allah e riparare i danni che ha arrecato. Se ha rubato deve restituire la refurtiva al derubato altrimenti la confessione non è valida. In alcuni stati arabi si applica fedelmente la legge coranica (charia o shariah) ed i ladri vengono puniti con il taglio della mano e l'adulterio con la lapidazione ed il taglio della testa (le donne non possono essere impiccate). 

Le regole dietetiche

Il credente nell'Islam può mangiare carne solo di animali uccisi secondo le regole della tadhkiya, la quale prescrive che l'animale deve essere sgozzato quando è ancora vivo e che il sangue coli completamente dal suo corpo. Nutrirsi di sangue è considerato un peccato mortale, inoltre il macellaio deve appartenere ad una delle tre religioni monoteiste, deve essere cioè Musulmano, o Ebreo o Cristiano.  
Gli animali la cui carne è vietata sono: il maiale, considerato impuro, le bestie feroci, i rapaci, i cani, gli asini domestici, i muli, i rettili, il topo, la rana, la formica, ed i pesci senza squame. Si possono invece mangiare le carni della lucertola, della iena, della volpe, dello struzzo, del cavallo, dei pesci con squame, delle cavallette. L'alcool è strettamente proibito. 

Maometto e l'espansione dell'Islam

Maometto visse tra il 6° ed il 7°secolo d.C.. La sua vita è nota nei dettagli, sia per gli accenni contenuti nel Corano, sia attraverso biografie. Nato a La Mecca, in Arabia, pervaso da profondo spirito religioso, conoscendo il giudaismo degli ebrei ed il cristianesimo, si convinse della necessità di rinnovare l'insegnamento della vera fede monoteistica (nell'unico Dio, Allah); fu colto da visioni che gli portarono le prime rivelazioni sul giudizio finale, sull'inferno e sul paradiso. Predicando al santuario della Kaaba, a la Mecca, egli minacciava terribili castighi a coloro che non abbandonassero il politeismo e l'idolatria. Il suo messaggio non fu accettato facilmente: si allontanò nel 622 (d.C.) da la Mecca, recandosi a Medina con alcuni fedeli e qui organizzò la comunità musulmana, instaurando semplici forme di culto. Il 622 segna così l'inizia della era musulmana, i cui anni sono computati d.E. cioè dall'Egira (fuga). 
Le ostilità con gli abitanti della Mecca si conclusero con una guerra tra questa città e Medina, stretta d'assedio. Maometto difese Medina, costrinse i nemici a ritirarsi. Più tardi, raggiunta grande autorità e popolarità, conquistò la città natale e distrusse gli idoli degli infedeli nel 630. Due anni dopo tutta l'Arabia era convertita all'Islam (il termine indicante la nuova religione deriva da Salam= pace). Dopo la morte di Maometto l'Islam si propagò oltre i confini della penisola arabica, al seguito di una forte espansione politico-militare, verso Egitto, Siria, Armenia e Mesopotamia. Nell'8° secolo i Musulmani passarono dall'Africa settentrionale, che avevano lentamente conquistata, alla Spagna che conobbe secoli di incomparabile civiltà fino alla «reconquista», terminata nel 15° secolo con la loro cacciata dalla penisola iberica. 
Ad oriente le armate della mezzaluna, innalzando il verde vessillo del Profeta Maometto, raggiunsero l'Indo fin dall'8° secolo. L'espansione dell'Islam fu dunque grandissima ed ad un certo punto minacciò di colpire al cuore la civiltà europea: il conflitto fra i due mondi fu evidente nel periodo delle crociate manifestandosi all'inizio come guerra di religione ed assumendo poi connotati di scontro economico per il predominio del medio oriente ed il controllo delle vie marittime. 
Come risultato della diffusione della religione musulmana tra il 7° ed il 19° secolo si ha attualmente una distribuzione di musulmani dall'Arabia all'Africa settentrionale e centrale, e nell'Asia, fino oltre il corso dell'Indo, in Kashmir, in Turchestan, in Mongolia, in numerosi stati indiani e più oltre fino in Indonesia. 

Allah si rivela nel Corano

Il Corano, libro sacro rivelato da Dio al Profeta Maometto tramite l'arcangelo Gabriele, non è un'opera letteraria in senso stretto ma è la comunicazione di una «verità» alla quale milioni di fedeli credono a tutt'oggi. 
Il verbo divino contenuto nel Corano oltrepassa ed include tutte le rivelazioni precedenti, deformate dalla tradizione ebraica e cristiana. Per questo il Corano guida l'uomo nella vita temporale e materiale, individuale e collettiva, e si rivolge a tutte le categorie umane, in ogni paese e per sempre. L'Islam elabora una concezione della vita, della società e del mondo, suggerisce i giusti modi di agire nei confronti dei kuffar (o kafiri cioè infedeli, idolatri), degli ahl al-dhimma (Ebrei e Cristiani), dei confratelli musulmani. Queste norme «sono state rivelate dal Signore del mondo al Profeta affinché questi le comunichi al suo popolo». 
Il Corano non è stato scritto direttamente da Maometto che lo trasmise a voce. I discepoli scrissero occasionalmente su vario materiale (ossa piatte, foglie di palma) e l'intera rivelazione fu raccolta solo dopo la morte. Successivamente fu curata un'unica raccolta ed i brani ritenuti apocrifi vennero distrutti per non generare future confusioni. 
Nella forma riconosciuta ufficialmente nel mondo islamico esso si compone di 114 capitoli in prosa rimata, chiamati sure (surata), ordinati secondo un criterio inverso alla lunghezza, dal più lungo al più breve con l'aggiunta iniziale di un prologo (Fatiha). Ogni sura è composta da un numero di versetti numerati ed ha un suo nome particolare, in forma di titolo, tratto da qualche vocabolo od episodio in essa contenuto. Gli argomenti sono molto vari: sentenze di carattere giuridico e normativo (alla base del diritto musulmano) storie leggendarie, esortazioni. 
Nella parte storica vengono richiamati episodi biblici (talvolta modificati): Maometto riconosce infatti l'autenticità e la verità della Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) e si considera, dopo Cristo, l'ultimo e conclusivo Profeta destinato a portare la parola di Dio. Nella parte esortativa vi sono inviti al monoteismo, alla penitenza, alla vigilanza per la fine del mondo ed al giudizio universale.

Le correnti religiose dell'Islam

Nel mondo islamico ci sono due fondamentali correnti religiose: quella dei Sunniti (od ortodossi) cui appartiene il 90% circa della popolazione musulmana e quella degli Sciiti. La differenza fra le due correnti è solo formale, non dottrinale.
I Sunniti, «la gente della sunna e della comunità» (ahl al-sunna wa'l-giama'a) , costituiscono la componente largamente maggioritaria (700 milioni di fedeli) del mondo musulmano: Maometto è il «suggello» dei profeti che ha concluso il ciclo delle rivelazioni e che con il suo comportamento (sunna) ha indicato la Via ai credenti. Sono Sunniti anche i Wahabiti che oggi si riconoscono nella monarchia dell'Arabia Saudita.
La seconda comunità musulmana (90 milioni di praticanti diffusi soprattutto in Iran, Iraq, Siria, Libano e Bahrein) è quella dei seguaci della shi'a (partito) di Ali, gli Sciiti. Alla morte di Maometto avvenuta nel 632, Alì, cugino e genero del profeta, venne scartato dalla successione politica ed al suo posto venne nominato califfo il predicatore Abù Bakr a cui seguirono Omar e Othman appartenenti alla famiglia degli Omayyadi. Alì viene nominato califfo solo nel 656, ma per breve tempo, in quanto gli Omayyadi lo rifiutarono e lo spodestarono. Da allora la fazione di Alì non riconosce i nuovi capi, difende il califfato hasemita e considera i discendenti del Profeta come unici legittimi continuatori della Sua opera. Essi si staccano definitivamente dalla fazione ortodossa. Gli Sciiti obbediscono fedelmente ai loro capi (il più importante degli anni "80 fu l'ayatollah iraniano Ruhollah Khomeini) e si distinguono per la vocazione al martirio e per una fede vissuta con ostentazione e grande zelo che li ha portati più volte a scontrarsi con i Sunniti ortodossi.
Di origine sciita è un'altra importante comunità musulmana, quella degli Ismaeliti, i seguaci del settimo imam Ismail. I fedeli sono circa 15 milioni e si dividono in due rami principali, gli Aga-khani ed i Nizari. La guida spirituale della maggioranza ismaelita è l'Aga Khan, riconosciuto nel 19° secolo dal governo persiano con il titolo di altezza reale. Attuale leader della comunità è Karim Aga Khan, discendente diretto di Maometto e 49° imam, uno degli uomini d'affari più ricchi del mondo. Gli ismaeliti sono molto attivi nel commercio, obbediscono ciecamente al loro imam e, pur divisi in piccoli nuclei in almeno 25 paesi, hanno il loro centro politico, economico e religioso a Karimabad, nella valle del fiume Hunza.
Gli Ismaeliti prendono nome da Ismael, il settimo imam. L'originalità di questa corrente è la pratica dell'esoterismo: le parole e gli scritti dai profeti riconosciuti, come Adamo, Noé, Abramo, Mosé, Gesù, Maometto, Madhi, sono coperti da veli simbolici. Spetta ai saggi svelare questi arcani. Lo stesso Corano è un testo allegorico e simbolico. Gli Ismaeliti spesso si discostano dai dogmi musulmani e cercano contatti con altre religioni rivelate e, per lo stesso motivo, molti Ismaeliti sono «sufi».
Il Sufismo è una pratica religiosa volta al realizzazione della propria personalità ed alla interiorizzazione del divino. Spesso il sufi respinge le cinque regole fondamentali dell'Islam condiderando importante solo la ricerca della verità (al-Haq). Chiamati anche malang, i sufi praticano una ricerca che ricorda quella dei saddhu e dei rishi induisti. Spesso si associano in comunità erranti sotto la guida di un maestro. Numerose le correnti di pensiero sufi, ognuna legata alle parole di un antico maestro, le principali sono gli chhisti, i qalandari, i nasqshbandi.
 

Feste religiose mussulmane

Seguono il calendario lunare musulmano. Gli anni vengono contati dall'Egira, cioè dalla fuga di Maometto da la Mecca.
Ramadan Il digiuno dall'alba al tramonto (finché non distinguerai un pelo bianco da uno nero) è la festa musulmana più famosa presso gli occidentali.
Eid ul Fitr, primo giorno del mese di Swawwal, celebra la fine del Ramadan.
Eid ul Zuhara preghiere e banchetti celebranoAbramo che, obbediente al Signore, tentò di sacrificare Ismaele. 
Eid ul Azha 18° giorno del mese di Zil Haj.
Muharram dal 10° al 20° giorno del mese di Muharram si commemora il martirio dell'Imam Hussain, nipote di Maometto. Gli Sciiti formano processioni con flagellanti e penitenti.
Eid e Milad un Nabi, 12° giorno del mese di Rabi Awal.

Calendario musulmano

Il calendario lunare musulmano è estremamente mobile. Nel corso degli anni i mesi scivolano in avanti.
Muharram, Safar, Rabi Awal,  Rabi Shani, Jamadi Awal, Jamadi Shan, Rajab,  Shahban, Ramadan, Shawwal, Ziquad, Zil Haj.