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21 settembre 2002
Addio Lago Turchese? |
Il 19 settembre 2000 l’agenzia di stampa Xinhua annuncia che la Centrale idroelettrica del lago turchese (Yamdrok tSo), uno dei laghi più sacri del Tibet, ha completato le operazioni di verifica ed è entrata in piena funzione. L’impianto è la più grande centrale della Regione Autonoma del Tibet ed ha triplicato la capacità della rete elettrica di Lhasa. A pieno regime l’impianto produrrà 90.000 Kw. Il costo finale di costruzione ha raggiunto i 217 milioni di dollari. Non è ancora trovato attuazione l'accordo fra la Word Conservation Union ed il Governo Cinese per la salvaguardia dell’ecosistema del lago, firmato nel 1996.
Mentre leggi questo articolo, le acque blu turchese dello Yamdrok tSo vengono ingurgitate da condotte poste alla profondità di dieci metri e, dopo essere passate attraverso turbine costruite in Austria, si stanno svuotando nello Tsangpo (Brahamaputra). Lo Yamdrok tSo è uno dei più famosi laghi del Tibet (ve ne sono altri ben più grandi , con alto contenuto salino), si trova a circa 120 chilometri a sud di Lhasa ad una quota di 4440 metri. Il colore delle sue acque affascinano i viaggiatori che percorrono la vecchia Friendship Highway da Lhasa a Kathmandu quando giungono al valico del Kanda La. L’incredibile colore blu è un risultato di un processo oligotropico. Sfortunatamente questo splendore blu non rimarrà lo stesso quando le operazioni di prosciugamento inizieranno ad alterare la qualità dell’acqua del lago.
Nel silenzio dell’alba un vecchio autobus cinese è parcheggiato all’esterno dell'Hotel Kirey. Siamo in sedici, con l’aggiunta di quattro viaggiatori ai quali abbiamo rivenduto solo alcuni dei posti che lasciamo liberi (quella iena di Guido, il cassiere, ha fatto due calcoli e con soli quattro passaggi a 100 dollari paghiamo l’intero noleggio per una settimana…). Lasciamo Lhasa con l’ansia di chi va incontro ad un nuovo amore, dopo quindici giorni di vagabondaggi da Canton a Chengdu ed una settimana nella capitale del Tibet, il nostro viaggio punta a Kathmandu. Da un anno è aperta la frontiera via terra con il Nepal ed ora realizziamo la conclusione di un sogno: un viaggio attraverso l’altopiano tibetano.
Passiamo il ponte sullo Yarlung Tsang-po. La vecchia carretta arranca sulla strada sterrata pomposamente chiamata “autostrada dell’amicizia” perché congiunge il Tibet al Nepal. Sempre più in alto! La pista è stretta, due mezzi difficilmente riescono ad incrociarsi. Fortunatamente i genieri cinesi hanno previsto numerose piazzole od allargato le curve in modo che il transito sia possibile. Lentamente raggiungiamo il Khamba La (km. 84 - m. 4900). Davanti a noi compare uno dei panorami più famosi del Tibet, lo Yamdrok tSo “il lago di turchese”. Lontane, a sud, scintillano le montagne verso il confine buthanese. Una piramide di ghiaccio si staglia sull’orizzonte, incorniciata fra le bandiere di preghiera che garriscono al vento. In realtà è molto vicina e la strada ne costeggerà fra poco le pendici. Il Lago Turchese con il suo intenso colore blu incastonato fra il verde dei pascoli ci offre un momento magico di ampio respiro e di infinita serenità.
Il perimetro dello Yamdrok tSo è di circa 240 chilometri, ma questo non appare a prima vista poiché dal passo ci siamo affacciati solamente sul ramo settentrionale. La disposizione è a ferro di cavallo e le montagne nel mezzo impediscono di vedere complessivamente la superficie. La larghezza è al massimo di tre chilometri e le montagne circostanti non cadono a picco nelle acque limpide, ma i declivi sono abbastanza dolci attorno alle rive per poi alzarsi più ripidi verso le creste che lo circondano. Scorgiamo insediamenti e vallette laterali. Gli abitanti vivono di pastorizia ma anche di pesca poiché questo è uno dei pochi laghi di acqua dolce del Tibet.
All'estremità nord sorgeva Samding la "collina di profonda meditazione". Gli edifici sono stati fatti saltare vent’anni fa (1966) con la dinamite. La leggenda racconta che la superiora del monastero si trasformò, assieme alla sua corte in un branco di maiali, per sfuggire ad una incursione dei Tartari nel 18° secolo. Dorje Phagmo, reincarnazione di Dolma Tara, consorte spirituale di Chenrezig,; fu “riconosciuta” nel "37, anche se la precedente quinta incarnazione era ancora viva! Il sistema del passaggio dei poteri nella casta sacerdotale non funzionava sempre perfettamente... Infatti essa non venne riconosciuta da molti lama fino al 1950 al termine di una lunga battaglia fra tre pretendenti al titolo di “tulku”, cioè di reincarnata. Nel "59 fuggì in India dopo il fallimento della rivolta contro la Cina. Samding ed altri monasteri attorno al lago seguivano la disciplina Bödong-pa, un ordine minore fondato da Bödong, maestro di Tsongkapa, il patriarca Gelugpa.
I Tibetani credono che lo Yamdrok Tso sia la residenza di alcune delle forze vitali (bLa gnas) della nazione Tibetana e che debba essere rispettato per lasciare una protezione divina gli abitanti. Prima della occupazione cinese, funzionari del Governo si recavano al lago per offrire doni propiziatori (mTso-rdZas). Vi erano anche regole tradizionali per la pesca e la caccia agli animali selvatici attorno al lago.
Ovviamente tutto quello che sappiamo lo abbiamo appreso dai libri, quello che non sappiamo è che questo lago è già destinato a scomparire.
Khamba la - 22 luglio 1986
Il nuovo mercato avanza, la CAAC (la grande compagnia cinese) è stata smembrata ed il volo Kathmandu – Lhasa è gestito dalla South China Airlines. L’aeroporto di Gonggar è nuovo, luminoso, cinese… Non ci sono più gli squallidi stanzoni dove anni fa pernottavi se volevi prendere il volo alla mattina presto. Anche Lhasa è cambiata, quasi non la riconosco e faccio fatica ad orientarmi nelle nuove vie sorte fra il vecchio centro ed il fiume Ky Chu. Il mio non è solo un ritorno a Lhasa, ma è anche un ritorno al Khailash con la speranza di andare oltre al Kan Rimpoché, la gemma preziosa, arrivando finalmente al regno di Guge. Il tempo non è clemente. L’ideale sarebbe percorrere la nuova Friendship Highway che raggiunge velocemente Shigatse senza i saliscendi della vecchia pista. Ma lo Yamdrok Tso è un “luogo” del viaggio in Tibet: il camion di appoggio ci aspetterà a Tashilumpo e le nostre 4x4 percorreranno la vecchia autostrada…
Già prima della salita al Kamba-la scorgiamo nuovi elementi nel paesaggio. La valle ha perso il suo tranquillo paesaggio agricolo e sembra un cantiere. In basso, presso il fiume, è in costruzione la centrale ma più in alto nuove piste tagliano i pendii raggiungendo depositi di carburante. Le modifiche sono notate solo da chi nel gruppo ha già percorso questo tratto. Per chi è nuovo sembrano i normali lavori di sbancamento che sconciano l’Himàlaya anche sui versanti meridionali indiani.
I cantieri fanno parte del grande progetto idroelettrico. Scendendo dal Khamba la strada passa sopra le bocche di prelievo dell’acqua e le guide ci invitano a non fotografare.
Ma quello che ci impressiona sono i lavori che troviamo successivamente lungo la strada. Sostiamo al Karo la (5.045m) con i meravigliosi ghiacciai pensili del NojinKang tSang (7.191m) che a tutti noi ricordano la Brenva sotto il Monte Bianco. Più a valle la pista entra in un cantiere di proporzioni immani. Siamo ad un centinaio di chilometri ad ovest dello Yamdrok Tso, sul vecchio percorso per Gyantse nella valle del fiume Nyang: una nuova centrale è in costruzione. La sua energia dovrebbe provvedere esclusivamente al ripompaggio dell’acqua e dovrebbe essere terminata nell’arco di tre anni (2003). E’ un nuovo cantiere, un’altra centrale idroelettrica, ma la sua produzione avrebbe una destinazione che integra il progetto dello Yamdrok tSo.
Shigatse, 11 luglio 1997
Il monsone quest’anno è in ritardo e cieli sereni accompagnano il gruppo Lhasa ed Oltre. Chissà… forse questa volta riuscirò finalmente a vedere l’Everest da Tingri. Lhasa è una città cinese con più di 300mila abitanti, ma la cifra non include le truppe di occupazione. Per un coordinatore è tutto facile: spostamenti solo tramite Agenzia, contatti via cellulare e cerca persone. Fax ed email. Ed una marea di prostitute o forse dovrei dire “Hostess” poiché i clienti non sono solo i turisti ma anche gli uomini d’affari cinesi ed occidentali che incontro.
Ancora una volta valico ilkamba-la ed Karo la. In un anno il cantiere si è ingrandito, ma in verità sembra di dimensioni spropositate rispetto all’obiettivo dichiarato di produrre energia per ripompare l’acqua nel lago.
Il "progetto di sviluppo" cinese rappresentato dalla costruzione della centrale idroelettrica di Yamdrok Tso si sta mostrando più assurdo e catastrofico del previsto, dal punto di vista ambientale, dei cosiddetti. Ormai è chiaro che il lago è destinato a scomparire. Dal 1993, molte sorgenti d’acqua potabile della zona si sono prosciugate e i contadini tibetani sono stati costretti a bere l’acqua del lago dal lieve contenuto di sostanze minerali, proprio quelle che conferiscono il color turchese. Ciò ha causato gravi problemi alla loro salute quali diarrea, perdita di capelli e malattie della pelle. Inoltre, a causa del progetto, i tibetani della zona hanno inoltre perduto, in modo irreversibile, il 16% della terra coltivabile.
Gyantse, 20 luglio 1998
“Lhasa ed oltre” è il titolo di un libro di Giuseppe Tucci, un po’ barboso in verità, specialmente se confrontato alla leggiadria degli scritti di Fosco Maraini. Ed è anche il nome che contraddistingue l’ultimo viaggio in Tibet. Ma quell’ “oltre” si carica di nuovi significati. E’ stato l’amico Jimmy che mi ha costantemente aggiornato negli anni sulla situazione del lago da quando nel 1996 viene avviata una campagna di pressione sul governo cinese per favorire il rispetto dell'ambiente naturale dello Yamdrok Tso. La campagna si inquadra nel più complesso problema mondiale delle grandi dighe che vede in Cina l'opposizione alla enorme diga delle Tre Gole che porterà alla scomparsa di uno degli angoli più suggestivi del pianeta.
L'azione combinata dei Tibet Support Group assieme all'International River Network ha ottenuto un primo risultato al Word Conservation Congress. La Cina, pur di esservi ammessa, ha iniziato una collaborazione con organizzazioni mondiali che operano nel suo territorio per la salvaguardia della fauna selvatica, questo è il primo accordo per la protezione dell'ambiente. L'inizio della attività della centrale sembra rimettere tutto in discussione e sicuramente chiede nuove iniziative per il rispetto della Risoluzione sul Tibet, presa dal WCC nella 1a Sessione in Montreal, Canada, il 14 - 23 ottobre 1996.
La Cina è un gigante, ma abbiamo ancora una speranza di salvare il lago ed anche altre regioni del Tibet dove l’espansione economica ad Ovest distruggerà irrimediabilmente l’ambiente l’altopiano. Nell’ottobre 2000 la campagna di pressione sulla World Bank, svolta in tutto il mondo ed anche in Italia, per bloccare i finanziamenti alla Cina affinché non colonizzasse zone del Tibet, ha avuto successo. E questo è stato ottenuto perché centinaia di persone, di semplici cittadini, di viaggiatori come noi, si sono rimboccate le maniche ed hanno contattato, scritto, espresso il proprio disappunto al governo ed ai rappresentanti italiani presso la Word Bank. Nonostante la sua potenza, la Cina ha bisogno dei finanziamenti e del know how straniero. Anche Golia ha il suo punto debole.
I lavori per l’uso (e la condanna a morte) del lago iniziarono nel 1985, ma vennero subito bloccati nel 1986 dalle proteste di un anziani Tibetani, guidati dal X Panchen Lama.
La protesta bloccò il progetto per poco. Poco dopo il suo trapasso nel 1989, venne annunciata la ripresa dei lavori. Nel 1991, il cantiere lavorava a pieno ritmo e si prevedeva l'entrata in funzione della centrale nel 1995. Tuttavia nel corso dell’anno iniziarono a circolare voci su gravi problemi incontrati in alcuni dei cantieri. Nel 1996, venne ufficialmente confermato che un tunnel era crollato, causando la morte di numerosi operai. Altri 36 milioni di dollari furono stanziati per la ricostruzione del tunnel con speciali condotte di acciaio importate dal Giappone. La responsabile della brigata di costruzione, Generale Fang Changqquan, è stata rimossa dall’incarico e circolarono voci di storni di fondi per la costruzione di una lussuosa villa in Cina.
Il principio di funzionamento della centrale è lo stesso usato anche qui in Italia da centrali come quella ENEL di Edolo dove l’acqua che scende dai ghiacci dell’Adamello viene usata per produrre energia nel momento di massimo picco, cioè nelle ore diurne. L’acqua si accumula in un bacino artificiale e da qui è ripompata verso un bacino superiore nelle ore notturne, quando il fabbisogno delle industrie è bassissimo. Lo stesso principio è in atto allo Yamdrok Tso. Le turbine possono invertire il senso di rotazione per funzionare come pompa premente e rimandare l’acqua verso il lago.
Tutto perfetto? Ma no! La rete di Lhasa non è evoluta come quelle occidentali e la centrale dello Yamdrok Tso diventerà la sua maggior fonte di produzione, se non quasi l'unica. Considerato lo sviluppo urbano e soprattutto industriale attorno a Lhasa, difficilmente la rete supporterà uno storno di energia da dedicare al ripompaggio: il fabbisogno energetico è tale che l'impianto verrà usato al massimo delle sue capacità solo produzione e non per il pompaggio.
Del resto a metà degli anni “80, una ricerca intrapresa da Shi Weiguang del Sichuan Institute for Development Protection che prendeva in esame l’impatto ambientale della centrale Yamdrok Tso non accennava ad una ipotesi di ripompaggio.. Al contrario - egli sosteneva - il sicuro abbassamento del livello delle acque avrebbe avuto un effetto fortemente negativo sulle sue sponde. E Weiguang si basava ancora sulla previsione irrealistica che di un utilizzo limitato dell’impianto e di conseguenza che l’abbassamento del livello sarebbe stato minore di quello che si sta attuando. Weiguang arrivava a proporre in ogni caso una soluzione pure terrificante: l’acqua poteva essere pompata dal lago Bromo, senza considerare che questo avrebbe solo spostato il problema ambientale su una zona vicina.
Ma anche il progetto cinese di ripompare l’acqua dal Brahamaputra – Tsangpo ha conseguenze negative. L’acidità e il grado di mineralizzazione delle due acque sono drasticamente differenti e si avrà la scomparsa dei microorganismi e delle componenti minerali che conferiscono nel lago la sua splendente caratteristica.