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Scritto il 31 ottobre 21 - |
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Il caricamento di questa pagina potrebbe richiedere del tempo. La molla che mi ha spinto ad intraprendere la breve visita in Arabia (ripetuta nel marzo successivo) è stata l'immagine del grande monolito solitario di Qasr el-Farid. La posizione nella spianata di sabbia in un ambiente ampio, costellato da alle altre formazioni di arenaria che non incombono sul visitatore ma sono sparse in un ampio raggio, è completamente differente da Petra racchiusa nelle gole. La sensazione è quella di essere in un luogo fuori dal tempo, una città di jin, una città morta scomparsa da eoni. Non è facile immaginarla viva, con le tende beduine sparse non tanto fra le sabbie ma in un'oasi quale al tempo probabilmente era. La meraviglia del turista è forse uguale se non maggiore di quella del carovaniere che arrivava e sul suo percorso doveva passare davanti a queste imponenti testimonianze della ricchezza di Hegra. Ora è solo una terra desolata rianimata dalla fantasia del visitatore. Dicembre 2021
Gli archeologi hanno numerato ciascuna delle tombe di Madâ'in Sâlih (Meda'in Saleh). Qui di seguito viene usata la numerazione IGN che è anche attualmente riportata con una etichetta gialla apposta vicino ad ogni tomba. Non è stata seguita la prima numerazione per blocchi (A, B, C, D, E, F, G) elaborata dai padri domenicani Raphaël Savignac e Antonin Joseph Jaussen e pubblicata nel loro Mission Arechéologique en Arabie, El-'Ela, D’Hégra a Teima harrah de Terguk (1), resoconto delle loro spedizioni nel 1907 e 1909 e seguita da Cino Boccazzi e compagni nella loro missione archeologica degli anni "70 del secolo scorso. La narrazione fatta in le Città perdute nel deserto è un ottimo catalogo delle tombe e delle epigrafi di Dadan ed Hegra. Ammirare l'imponenza delle facciate lascia libera la fantasia, ma un inquadramento degli stili delle varie tombe fa riferimento allo studio pubblicato agli inizi del secolo scorso da Rudolf-Ernst Brünnow e Alfred von Domaszewski: Die Provincia Arabia, auf Grund zweier in den Jahren 1897 und 1898 ünternommenen Reisen und der berichte früherer Reisender (3). La visita a Hegra, organizzata ed irregimentata dall'Ufficio Turistico è troppo breve per assaporare a pieno la vastità del sito, ma a chi volesse approfondire la conoscenza e la storia della necropoli ed andare oltre questo elenco - peraltro inutile vista la brevità della visita - consiglio quella che attualmente è la migliore guida scritta dall'archeologa libano-francese Laïla Nehmé. Il suo Archéologie au Pays des Nabateens d'Arabie. Guide de Madain Salih: Guide de Hégra (pubblicato da Skira anche in lingua inglese). A Hegra, quasi tutte le rovine visibili sono sotto forma di 135 tombe scavate nella roccia, scolpite principalmente nel I secolo E.c., ma solo 86 hanno una facciata monumentale. Sebbene alcune siano isolate, queste tombe erano tipicamente scolpite in gruppi attorno ai perimetri di grandi affioramenti rocciosi sparsi per il sito. Sono divise in
sette aree (da A a G),
più la montagna
J Alcune delle Immagini di questa pagina sono tratte "ad usum Delphini" dal sito Meda'in Saleh - Tombs in nabatea.org integrata da appunti tratti dalla bibliografia citata. Tomba 1Le tombe dal numero IGN 1 alla IGN 10 si trovano nell'area di Jebel al-Mahjar. Questo gruppo di tombe è suddiviso in due sottogruppi uno di fronte all'altro, tra i quali passa la strada sterrata. I numeri IGN 1 - IGN 6 sono scolpiti attorno allo sperone roccioso occidentale e sono tutti piccoli e gravemente erosi, e solo 1, 2 e 3 hanno una facciata. Vicino alla tomba IGN 1 (dietro l'angolo) c'è uno dei tanti pozzi nabatei di Hegra. La tomba IGN 3 è la più piccola facciata monumentale di Hegra. Le tombe dalla IGN 7 alla IGN 10 sono di medie dimensioni e hanno facciate monumentali. A parte IGN 9 (vedi sotto), tutte queste tombe sono 'silenziose' (anepigrafi), cioè non hanno un'iscrizione. La strada che passa tra i due affioramenti rocciosi si dirige a nord verso i resti della stazione ferroviaria Hijaz di epoca ottomana (nel tour potrebbe essere percorsa in senso inverso).
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Tombe 7 e 8 | Gruppo Jebel al-Mahjar, la tomba IGN 9. | Pianta e sezione Tomba IGN 9 - A3 (1) |
Una delle otto tombe nello stile mezzo merlo, piuttosto semplice con due grandi mezzi merli disposti simmetricamente alla sommità della facciata, poggianti su un cornicione di gusto egizio. Alcuni studiosi ipotizzano che i cinque gradini rappresentino le cinque principali divinità nabatee, incluso Dushara, il Signore della Montagna.
La tomba IGN 11 è la più grandiosa e meglio conservata nell'area di Jebel al-Mahjar. È stato progettato in stile Proto-Hegra 2 e contiene un'edicola riccamente decorata attorno alla porta sormontata da una scultura sul timpano di un'aquila con le ali aperte e due urne. L'uso di doppie lesene su entrambi i lati della porta è una caratteristica meno comune, vista solo una manciata di volte nel sito. Anche la facciata è stata scavata nella roccia molto più in profondità di quanto fosse tipico di Hegra, probabilmente per raggiungere l'altezza desiderata, non possibile altrimenti nella sua esatta posizione.
L'iscrizione della facciata afferma che venne scolpita per Husayk ibn Humayd, le sue sorelle Guzay'at e Salamu e i loro figli. I due muratori, Ruma e Abd'Obodat hanno lavorato alla tomba, che è datata al 40° anno del regno del re Areta IV, equivalente al 31 E.c..
«Husaiku, figlio di Humaydu, (Husayk ibn Humayd) fece questa tomba per sé e i suoi figli, per le sorelle Guzayat e Salamu, figlie di Humaydu, e i loro figli. Non è permesso a nessuno di scrivere epigrafi su questa tomba né di seppellire stranieri se non ne hanno il diritto. E se qualcuno farà ciò non sarà valido, nel mese di lyar, anno 40 di Haretas, re dei Nabatei che ama il suo popolo. Ruma e Abdobodat scultori»
Città perdute nel deserto pag. 69
Tomba IGN 10 Jebel al-Mahjar | Tomba 11 | Tomba 11 |
Lo sperone roccioso orientale di Jebel Khraymat contiene tre tombe. Uno sul lato nord e due adiacenti sul lato ovest, rispettivamente numerati 12, 13 e 14. La tomba IGN 12 (nessuna foto disponibile) è l'unica delle tre che contiene un'iscrizione in lingua nabatea che afferma che la tomba apparteneva a Shubayt ibn Aliyu, l'ebreo, a sua moglie Amira e ai loro figli, e che fu scolpita nel 3° anno del regno del re Malichus II (Malikos), equivalente al 43 E.c.. Questa iscrizione è interessante perché dimostra che Hegra era una società pluralistica con ebrei eminenti, forse insieme a famiglie greche o ellenistiche come hanno indicato alcune altre iscrizioni tombali.
«Questa è la tomba fatta da Subaitu (Shubayt ibn Aliyu), figlio di Elia (Aliyu) Giudeo, per sé e per i suoi figli e Amirat sua sposa, perché vi siano sepolti secondo il loro diritto, né potranno esservi sepolti stranieri. E i figli di Subaitu e gli eredi potranno scrivere dediche ed epigrafi sul sepolcro, anno III di Malikos, re dei Nabatei, Abdobodat (Abd'Obodat) figlio di Wahallabi scultore fece»
CIS, II, 219, riportata e tradotta in Città perdute nel deserto pag. 69 e segg
Come concesso, i figli fecero apporre una epigrafe all'interno che è riportata da Cino Boccazzi nel suo Città perdute nel deserto a pag. 69.
Le
tombe IGN 13 e IGN 14 sono "silenziose" senza iscrizione.
Tomba IGN 13 - Sono entrambe di dimensioni modeste, ma la numero 13 è leggermente più piccola e decorata in modo meno elaborato, progettata nello stile Proto-Hegra 2. | La tomba IGN 14 segue lo stile Hegra con doppia trabeazione. La cornice edicolare intorno alla porta è sormontata da un frontone ad arco, una caratteristica meno comune in Hegra, e fiancheggiata da due statue di grifoni. |
Come Petra, Hegra ha il suo Qasr al-Bint (Palazzo della figlia o fanciulla). Mentre a Petra è un tempio a sé stante, qui c'è una grande facciata di tomba (IGN 17). È la più grande facciata finita del gruppo, alta 16 metri, scolpita sul lato nord-occidentale dello sperone roccioso, ed è stata progettata nel caratteristico stile Hegra, composta da due grandi merli su una cornice di stile egizio, in basso una trabeazione poggiante su due lesene con capitelli di gusto nabateo.
Il portale è rialzato rispetto al livello del suolo ed è incorniciato da un'edicola con frontone triangolare, affiancata da due urne e sormontata da una scultura di aquila, che si pensa rappresenti la divinità primaria nabatea, Dúshara (Thu'sh Shara). All'interno del triangolo del frontone si trova una scultura del volto affiancata da due serpenti di protezione, ritenuta di influenza ellenistica. La targa con l'iscrizione sopra la porta afferma che questa tomba fu scolpita dallo scultore, Hoor ibn Ahi (Huru ibn Uhauyu) , per la famiglia di Hani ibn Tafsy (Haniu ibn Tapsa) e dei suoi discendenti, nel 40° anno del regno del re nabateo Aretas IV Filopater (al-Haritha), si ritiene corrisponda al 31 E.c.. Una descrizione approfondita in Città perdute nel deserto pag. 73.
La tomba IGN 18 è l'unica 'silenziosa', cioè senza iscrizione, tra la serie di grandi tombe del gruppo al-Bint. La facciata abbastanza ampia della tomba è anche la meno decorata della serie. Segue lo stile Hegra con una semplice cornice edicolare attorno alla porta, priva di sculture o decorazioni floreali.
L'interno della tomba non fu mai terminato (vedi foto a destra), motivo forse per cui non fu mai dedicato, ma mostra come i Nabatei lavorassero all'interno, scolpendo grandi blocchi e rimuovendoli uno alla volta. La presenza di un albero all'esterno della tomba è piuttosto suggestiva e rende piuttosto interessante qualsiasi fotografia della facciata.
Una di una serie di grandi tombe nel gruppo al-Bint la Tomba IGN 20 è la seconda più grande in questo affioramento roccioso. Fu progettata in stile Hegra, con doppia trabeazione sotto il gradino coronato a mezzo merlo, e un'edicola con frontone triangolare sormontato da una statua di aquila che incornicia la porta. La facciata è elevata ben fuori terra ed è preceduta da una piattaforma.
L'iscrizione nabatea sopra l'ingresso è piuttosto danneggiata, ma ciò che è leggibile afferma che la tomba è stata realizzata da Sillay (Sullay), il governatore (stratega), figlio di Aydu, l'ipparca (prefetto), durante il regno del re Malichus II, cioè tra il 40 e il 70 E.c..
Sulla facciata sono disseminati alcuni fori di proiettile, probabilmente creati dai Wahhabiti che decapitano la maggior parte delle statue nel tentativo di 'ripulire' l'Arabia dall'eresia e dal paganesimo.
Secondo l'iscrizione nabatea sopra la porta, la tomba IGN 21 fu scolpita da tre muratori, Aftah ibn Abd'Obodat, Wahbu ibn Afsa e Huru, per Arus ibn Farwan e la sua famiglia allargata, molti dei quali sono citati per nome. Afferma anche che Farwan, il padre di Arus, era un prefetto, indicando chiaramente che si trattava di un'altra famiglia militare di Hegra. La data di completamento della tomba è indicata come il 36° anno del regno del re Areta IV Filopatris, equivalente al 28 E.c.. Il disegno della facciata segue la firma stile Hegra con una cornice edicola riccamente decorata attorno al portale il cui frontone è coronato da un'aquila e due urne. È quasi identico per dimensioni e stile all'adiacente Tomba IGN 22.
La più antica facciata datata di Hegra (insieme alla tomba IGN 39), la tomba IGN 22 fu scolpita nel 1 E.c., indicato come il 9° anno del regno del re Areta IV Filopatris. È quasi identica sia nello stile che nelle dimensioni, alla sua vicina tomba IGN 21 (ma di 29 anni più vecchia), progettata nella forma stile Hegra. L'iscrizione afferma anche che è stato scolpito per Aydu ibn Kuhayl e i suoi discendenti, e che le divinità Dùshara, Manàt e Qaysha proteggono questa tomba.
Sotto a sinistra, lo studio ed i rilievi sulla tomba effettuati dai padri domenicani Raphaël Savignac e Antonin Joseph Jaussen e pubblicata nel loro Mission Arechéologique en Arabie El-'Ela, D’Hégra a Teima harrah deTerguk a pag. 81 (1).
La tomba IGN 24 è la più piccola della serie di grandi facciate del gruppo al-Bint. Si differenzia anche nel design, seguendo lo stile Proto-Hegra 2. Il frontone triangolare sopra il portale è riccamente decorato con due serpenti ed un rosone e sormontato da una statua di aquila e due urne.
L'iscrizione è di natura molto legale e afferma che la tomba è stata commissionata da Abd'Obodat ibn Aribos per sé e per sua figlia, Wa'ilat, e per i suoi discendenti. Lascia precise istruzioni, quasi un testamento, da Abd'Obodat a sua figlia e alla sua prole, vietando loro di vendere o trasferire la proprietà della tomba, anche se apparteneva loro in perpetuo. La menzione di sua figlia (cioè bint) è probabilmente ciò che ha dato il nome a questa tomba.
Il cartiglio dichiara inoltre che se il fratello di Abd'Obodat, Huru, fosse morto a Hegra, gli sarebbe stato permesso di essere sepolto in questa tomba. Questa iscrizione è una delle due che menzionano Hegra nel nome, scritta come Hijr, l'equivalente arabo (l'altra è la tomba IGN 100). Aftah ibn Abd'Obodat è il muratore che ha scolpito questa tomba.
Tombe da 25 a 30
La tomba IGN 27 fu scolpita nel 48 E.c.. dal muratore, Hani ibn Obaydat, per Banu Ibn Suayd e i suoi eredi.
La tomba IGN 29 fu scolpita nel 35 E.c.. dal muratore Halafallah per Wusuh bint Bagrat, una donna taymanita, e le sue cinque figlie. L'iscrizione interna specifica la nicchia in cui fu sepolto Wusuh e chiede la protezione del dio Dùshara.
Anche la tomba IGN 30 (B11) è datata al 35 E.c.. e la sua facciata è decorata con una scultura di un volto affiancato da due serpenti. È unico perché l'iscrizione sulla facciata non è in un cartiglio, ma piuttosto sulla parete sopra a sinistra del portale, probabilmente perché è stata incisa molto dopo che la tomba era stata completata.
L'iscrizione afferma che la tomba era di proprietà e divisa da due persone non imparentate, Hagar bint Hafi e Mahmiyyat bint Wa'ilat, e i loro figli. Ogni proprietaria (entrambe le donne) rivendicava un lato dell'interno della tomba. L'iscrizione interna specifica le nicchie dove furono sepolti il fratello e la zia di Agar.
Tomba 30 | Pianta (2) | Tomba 30 |
La IGN 32è una piccola tomba Proto-Hegra, senza iscrizione e senza data. La cornice della porta è incompiuta. All'interno si trovano le fosse scavate nel pavimento come loculi funerari e la battuta su cui erano poste le lastre di pavimentazione a chiusura delle sepolture. Un altro dettaglio interessante è che gli intagliatori di pietre, forse inesperti, non hanno gestito molto bene il processo di scavo della camera funeraria; ciò ha provocato un foro accidentale nella parete anteriore e nella parete destra nel punto più cavo (ma potrebbero essere anche forieseguiti dai tombaroli per guardare l'interno).
IGN
37: una piccola tomba con una fila di gradini, senza iscrizione
e senza data. Da notare i due felini scolpiti di profilo sopra
l'architrave. Ognuno di loro sta mettendo una zampa sulla grande
rosetta che li separa
La tomba IGN 33 è stata scolpita prima della tomba IGN 32, per la quale era rimasto poco spazio. È una piccola tomba Proto-Hegra, senza iscrizione e senza data. I forellini scavati appena sotto l'architrave e sull'architrave del portale servivano probabilmente per appendere ghirlande.
Piccola tomba con due mezzi merli, senza iscrizione e senza
data. Come IGN 18, l'interno è incompiuto. La tomba IGN
34 è l'ultima sul pendio occidentale di Qasr al-Bint.
Le seguenti tombe sono scolpite sul versante meridionale.
La
IGN 35 (Immagine a destra) è una piccola tomba con una fila
di gradini, senza iscrizione (nonostante la presenza di un
cartiglio) e senza data.
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Tomba 37 | Tomba 37 | Tomba 37 |
La tomba IGN 38 è una tomba disadorna, ma è scolpita sotto interessanti formazioni rocciose. All'esterno della tomba ci sono varie iscrizioni che precedono la tomba.
Scolpita nel 1 E.c., la tomba IGN 39 è la più antica tomba datata di Hegra (insieme alla IGN 22). Segue lo stile del doppio ordine di merli, costituito da due ordini di merli scolpiti nella parte superiore della facciata, poggianti su cornici. Due lesene con capitelli semplici 'sorreggono' il cornicione inferiore, mentre la cornice edicolare intorno al portale è coronata da un frontone ad arco (caratteristica meno comune ad Hegra) sormontato da tre urne.
La scultura dell'aquila scolpita all'interno della lunetta del frontone è discretamente conservata ed è riuscita a sfuggire alla decapitazione dei vandali. L'iscrizione sulla facciata afferma che:
«Questa tomba è fatta per Kamkam bint Wa'ilat Tualat), bint Taram, e sua figlia Kholeibat hanno realizzato questa tomba per sé e per i loro discendenti, nel mese di tebet (dicembre) nell'anno 9° di re Haretas (1 E.c.) , re dei Nabatei che ama il suo popolo. Che Dùshara, Martaba, Allat, Manàt, Qaysha e Hùbal maledicano chiunque o venderà questo sepolcro o lo comprerà, o lo darà o ne tirerà fuori il cadavere o delle ossa o vi seppellirà qualcun altro che non sia Kamkam od i sui. E quello che non farà quanto scritto qui sopra sarà debitore verso Dùshara, Manàt e Hùbal guardiani del luogo di una multa di 1000 tetradrammi di re Haretas a meno che non produca uno scritto di Kamkam e Kholeibat sua figlia in cui si dica: " il tale potrà essere sepolto in questa tomba. Wahballah ibn Abd'Obodat scolpì.
Città perdute nel deserto pagg. 76-77
Alcuni archeologi ritengono che queste cinque divinità siano rappresentate dai cinque gradini dei merli che decorano la maggior parte delle facciate di Hegra. L'iscrizione afferma anche che il muratore .
Due facciate di medie dimensioni ben conservate, le tombe IGN 40 e IGN 42 si trovano nell'angolo sud-orientale dello sperone roccioso di al-Bint. Il primo è stato progettato nello stile Proto-Hegra 1, mentre il secondo segue il design Proto-Hegra 2. La differenza principale è il fregio extra sopra le colonne in stile nabateo.
Accanto a queste due tombe ci sono semplici camere sepolcrali, numerate IGN 41 e IGN 43, che non hanno una facciata decorata.
Questa tomba fu fatta da Ka'ab figlio di Haritha per Raqoush figlia di abd menah che morì ad al-hijr nell'anno centosessantadue e nel mese di Tamouz. Possa il Signore del Mondo maledire chiunque disturbi questa tomba o la apra, salvo suo figlio. Ulteriori maledizioni su chiunque abbia cambiato la scrittura sulla sommità della tomba.
La tomba ha una porta decorata in modo più elaborato con un frontone triangolare sormontato da una statua di aquila e due urne. Entrambe le tombe IGN 40 e IGN 42 sono 'silenziose', senza iscrizione, ma il cartiglio vuoto dell'iscrizione su IGN 42 sembra essere stato riempito da un graffito arabo di data molto più tarda.
Tomba 42 | Tomba 42 | Schizzo da "Mission Arechéologique en Arabie" pag. 91 (1) |
Questa piccola tomba non ha iscrizione né facciata.
Tomba 43
Conosciuta come la “Tomba del Dottore” per l'iscrizione sulla sua facciata, fa parte del Gruppo al-Bint (Area “B”), Si afferma che la tomba fu scolpita per Kahlan ibn Wa'lan, il dottore, e i suoi discendenti dai due muratori, Aftah ibn Abd'Obodat e Halafallah ibn Hamlagu (ibn = "figlio di") nel 35° anno del regno di Re Areta IV (27 E.c.)ed indica anche che la tomba è protetta dagli dei, Dùshara e Manat.
La facciata è ben conservata e segue lo stile caratteristico di Hegra, con un'edicola squisitamente decorata intorno alla porta. Il frontone triangolare è coronato da una statua della principale divinità nabatea, Dushara, a forma di aquila, affiancata da due urne, e contiene una scultura del volto affiancata da due serpenti per proteggersi dal male.
Tomba 44 | Tomba 44 | Tomba 44 |
Iscrizione Qasr AlBint sulla tomba 44 | ||
Tomba 44 Interno | Il cartello della Tomba 44 |
Costruita per Aidu, l'ipparca cioè comandante della cavalleria, che nel cartello in arabo diviene Eid bin Ubayd, e per suo figlio Muslimu nel mese di Adhar nell'11° anno di regno di malik, re dei Nabatei.
La tomba incompiuta (Gruppo Al Bint)
Al di sopra del livello del suolo nell'affioramento roccioso di al-Bint c'è un progetto di tomba bruscamente abbandonato nelle sue fasi iniziali. Denotata come Tomba IGN 46, questa facciata incompiuta sarebbe stata la più grande di Hegra, misurando 28 metri. Fu completata solo una parte del motivo dello scalino superiore (due mezzi merli), il che illustra chiaramente che i Nabatei scolpirono le loro tombe dall'alto verso il basso. È impossibile vedere questo lavoro da immediatamente sotto, quindi è meglio osservarlo da Jebel al-Mahjar.
Un'iscrizione vicino al livello del suolo, appena sotto la facciata incompiuta, afferma che questo spazio era stato acquistato da Rabibel, un governatore nabateo, il che dimostra che era necessario un processo di acquisizione prima che fosse creata una tomba per una determinata persona o famiglia.
Forse questa tomba non è posizionata correttamente. Non c'è nessun numero su questa tomba. a a Jebel Khraymat: Tomba recintata
Questa facciata gravemente danneggiata è l'unica tomba in questo piccolo affioramento roccioso. Insieme a un'ampia fascia di terreno circostante, la tomba si trova in un'area recintata ristretta per l'esplorazione archeologica. Si dice che questa sia l'unica tomba di Hegra dove sono stati trovati resti umani, da qui la restrizione. Ma non ho prove di questo.
L'erosione ha trasformato la Tomba IGN 58 in una grotta aperta. Lo stesso è successo a molte delle piccole tombe nella stessa fila nell'area "E" di Jebel Khraymat, ma la tomba IGN 58 è l'unica con un'iscrizione.
Fa datare la tomba all'8 E.c.., indicato come il 16° anno del regno del re Areta IV Filopatris. La tomba apparteneva a un fratello e una sorella, Mun'at e Hagar, figli di Amirat ibn Wahbu, e ai loro discendenti, ma afferma una condizione insolita: se qualcuno dei loro discendenti avesse fatto loro un torto, la loro parte nella tomba sarebbe stata persa.
La tomba del centurione: questa facciata gravemente danneggiata si trova tra il gruppo orientale di tombe a Jebel Khraymat (Area “E”). La posizione, soggetta a venti e inondazioni improvvise, ha causato una grave erosione in molte delle tombe e la IGN 64 non ha fatto eccezione. È stato progettata in stile Proto-Hegra 1, ma gran parte della facciata inferiore è stata completamente distrutta.
L'iscrizione sopra la porta è sopravvissuta con alcuni danni ed è di natura molto legale che specifica la proprietà e la multa per l'uso non autorizzato. Afferma inoltre che questa tomba è stata scolpita dal muratore Aftah per il centurione Sa'dallah ibn Zabda e la sua famiglia allargata e avverte che la tomba è protetta dagli dei Dùshara e Manat.
L'esistenza del titolo “Centurione” mostra una chiara influenza romana sul regime militare di Hegra. Sfortunatamente, la data esatta di completamento della tomba è danneggiata, ma è avvenuta sotto il regno del re nabateo Areta IV Filopatris, che regnò dal 9 a.E.c. al 40 E.c.
Detta Tomba del prefetto, la sua iscrizione è sopravvissuta bene e afferma che è stata scolpita dal muratore, Aftah ibn Abd'Obodat, per Matiyu (Mathiu), stratega e figlio di Eufronio il Prefetto, e la sua famiglia allargata, il cui titolo e nome suggeriscono una professione militare e una possibile origine ellenistica. La tomba è datata al 48° anno del regno di Areta IV Filopatris, che equivale al 40 E.c.
Tomba 66
Le quattro tombe dalla IGN 73 alla IGN 76 hanno facciate di medie dimensioni scolpite su una scogliera a forma di L.
Solo il numero 73 ha un'iscrizione che afferma che la tomba è stata scolpita per Shabbu ibn Muqim, sua moglie Nubaiqa e i loro discendenti, più un'altra donna, Tilm bint Mali. L'iscrizione data la tomba al 48° anno del regno del re Areta IV Filopatris, equivalente al 40 E.c..
Sfortunatamente, la metà inferiore di questa facciata è crollata trasformandola in una grotta aperta (non mostrata nelle fotografie).
A destra: Tombe IGN 74, IGN 75 e IGN 76
Le altre tre tombe sono meglio conservate, ma delle quattro tombe, la IGN 75 è la più singolare; si distingue per la peculiare scultura del volto affiancata da due rosoni scolpiti sulla facciata. Questi elementi decorativi sono stati scolpiti nello spazio tra le due file di merli e potrebbero aver avuto un significato religioso. La porta è gravemente erosa ma non contiene decorazioni e sopra di essa è presente uno spazio per una lapide senza iscrizione. La tomba è il classico esempio architettonico dello stile è costituito da una doppia fila di merli nella parte superiore della facciata. Nel particolare notiamo un volto umano inserito nella facciata.
Tomba 76
Questo gruppo nell'Area “E” di Jebel Khraymat comprende quattro facciate monumentali di medie dimensioni e ben conservate (la quinta è un'opera incompleta). Sono tutte tombe "silenziose" senza iscrizione e tre sono state progettate in stile Proto Hegra 1, mentre una segue lo stile mezzo merlo (IGN 85). La foto principale allegata mostra la tomba IGN 86 con una formazione rocciosa sopra di essa che ricorda un fungo atomico.
Queste tombe sono state scolpite sul lato settentrionale di una baia che si affaccia su altre tre tombe, IGN 87, IGN 88 e IGN 89 (descritte separatamente), e collettivamente danno la sensazione di un piccolo villaggio, avendo le facciate delle tombe su tutti e tre i lati.
Situato a ovest del centro urbano di Hegra, questo gruppo è il più esteso di Hegra. Le sue 53 tombe, numerate 48-101, sono divise in due zone (“E” e “F”) e scavate su diversi affioramenti rocciosi.
Alcune di queste tombe sono decorate in modo molto elaborato con una varietà di stili architettonici rappresentati, ma sfortunatamente molte sono gravemente erose, specialmente quelle presso lo sperone roccioso più orientale nell'area "E". Ciò è dovuto alla suscettibilità dell'area al vento e alle inondazioni che hanno causato l'erosione nel corso dei secoli. A Jebel Khraymat si trovano anche alcune aree rituali religiose nabatee. L'area "F" comprende solo cinque tombe, IGN 97 - IGN 101, ma sono le tombe più grandi, grandiose e meglio conservate di questo gruppo.
Situata a Jebel Khraymat è molto meno grandiose delle tombe sul lato opposto, le facciate IGN 87, IGN 88 e IGN 89 sono state scolpite nel semplice stile mezzo merlo. Nonostante le loro piccole dimensioni e lo stile semplice, IGN 87 e IGN 89 in realtà sono dotate di iscrizioni, le uniche due in quest'area. La tomba IGN 87 ha un'iscrizione legale molto lunga che è incisa sul muro della facciata piuttosto che in una targa. Si afferma che la tomba apparteneva a Hinat bint Abd'obodat e ai suoi discendenti, donata loro da suo padre. L'iscrizione è datata 72 E.c. (2° anno del regno di re Rabbel II), ma la tomba è stata probabilmente scolpita anni prima.
Situate a Jebel Khraymat
La tomba IGN 91 si trova accanto alla tomba IGN 92 è una grande facciata semifinita che è facile non notare, bisogna fare un passo indietro per vederla.
Solo la Tomba IGN 92 ad Hegra segue lo stile ad arco. Si tratta di una piccola facciata costituita da un solo arco sopra il portale poggiante su due lesene e sormontato da tre urne.
Questa facciata di medie dimensioni è una delle meglio conservate nell'Area “E” di Jebel Khraymat. Segue il disegno Proto-Hegra 2 con una cornice edicola ornata attorno al portale, composta da un fregio riccamente intagliato e un frontone triangolare coronato da due urne e una statua di aquila che rappresenta il dio Dùshara. Alla statua manca la testa, ovviamente, poiché fu decapitata forse dai fanatici wahhabiti nel XIX secolo.
La lunga iscrizione sopra la porta è di natura molto legale, vietando il trasferimento o la vendita della tomba a chiunque non sia destinato, altrimenti verrebbe estorta una multa specifica alle divinità Dùshara e Qaysha. La tomba fu scolpita dai muratori, Ruma e Abd'Obodat, per Halaf ibn Qosnatan e la sua famiglia allargata, molti dei quali sono citati per nome. La tomba è datata al mese di aprile (Nisan) nel 40° anno del regno del re Areta IV Filopatris, cioè 32 E.c.
Le tombe, IGN 94 e IGN 95, sono scolpite intorno a un'ansa in uno sperone roccioso a Jebel Khraymat. IGN 94 è stato progettata nel semplice stile mezzo merlo. La sua facciata ha una breve iscrizione che afferma che fu scolpita nel 17° anno del regno del re Malico II, che equivale al 57 E.c.. Apparteneva a tre fratelli Abda, Aliel e Gaddu, e alla loro madre, Ahakli bint Himyan.
Tomba 94
La tomba IGN 95 è silenziosa, senza iscrizione. Segue lo stile doppia fila di merli, senza altri ornamenti a parte una semplice cornice attorno alla porta.
Situata a Jebel Khraymat, la tomba 99 ha un'iscrizione molto più corta, che afferma che la tomba appartiene ad Amat bint Kamulat e ai suoi discendenti. Data anche la tomba al 4° anno del regno di re Rabbel II, cioè 74 E.c.
Una delle decorazioni più elaborate di Hegra, la Tomba IGN 100 ha una facciata davvero unica. Sebbene sia stato scolpita nello stile Hegra, alcune caratteristiche aggiuntive lo distinguono dal resto.
È l'unica facciata con intagli nello spazio sottotetto tra la cornice in stile egiziano e la trabeazione sottostante, costituita da quattro capitelli decorativi nabatei. Anche la cornice dell'edicola intorno al portale è riccamente decorata con una fila di rosette scolpite sotto il frontone e due statue di grifoni che la fiancheggiano. La statua della mano sinistra ha sorprendentemente conservato la testa, evitando la decapitazione che ha colpito tutte le altre statue di Hegra da parte di zeloti wahhabiti del XIX secolo del Nejd (Arabia centrale) che detestavano qualsiasi ricordo del loro passato pagano pre-islamico.
La tomba IGN 100 è il gioiello della corona delle tombe nell'area di Jebel Khraymat ed è la sua più grande facciata finita, misurando circa 12 metri di altezza. L'iscrizione lo data al 24° anno del regno del re Malichus II (64 E.c.) e afferma che appartiene alla famiglia di Tarsu ibn Taym. È anche una delle due iscrizioni che menzionano Hegra nel nome, come "Hijr", la versione arabo/nabatea (l'altra è la IGN 24).
Tomba 100
Una facciata incompiuta, la tomba IGN 101 sarebbe stata la più grande nell'area di Jebel Khraymat. Fu completata solo la parte superiore della facciata, costituita dalle due mezze corone e dal cornicione in stile egizio. Insolitamente, però, l'ingresso e l'interno della tomba erano scolpiti, e probabilmente venne usato per la sepoltura anche prima che l'intera facciata fosse terminata. È un buon esempio di un lavoro in corso e getta più luce su come i Nabatei scolpirono le loro tombe.
Tomba 101
La facciata di Qasr as-Saneh è una delle più grandi di Hegra, scolpita nello stile di Hegra, che consiste in due mezzi merli simmetrici su una cornice in stile egiziano e una trabeazione che poggia su due lesene con capitelli nabatei. L'ingresso è incorniciato da un frontone triangolare su due pilastri, ma privo di statue o figure, e sopra di esso è presente un'iscrizione che data la tomba al 17° anno del regno del re nabateo Areta IV Philopatris, che si pensa corrisponda all'8 E.c.. Si afferma inoltre che fu scolpito dal muratore, Abd'haretat ibn Abd'obodat, per Malkion ibn Efestione e la sua famiglia, il cui nome suggerisce un'origine ellenistica (ibn = figlio di).
Qasr as-Saneh, Tomba IGN 102
Il resto del gruppo di tombe as-Saneh, numerato da IGN 103 a IGN 106, sono tombe semplici senza ornamenti. Sono stati scolpiti attorno a un piccolo affioramento di roccia separato da quello della tomba di Qasr al-Saneh, l'elaborata facciata scolpita sul proprio affioramento di roccia più a ovest (la strada sterrata corre tra le due colline). Queste semplici tombe sarebbero state scolpite per gli abitanti meno abbienti di Hegra che non potevano permettersi tombe più elaborate. L'affioramento di arenaria di queste tombe ha formazioni rocciose incredibilmente belle di un vivido colore giallo.
Situata all'estremità meridionale del sito archeologico, tra Jebel al-Ahmar e il gruppo di tombe as-Saneh, la facciata della Tomba IGN 109 fu terminata solo a metà. La facciata è stata scolpita nel tipico stile Hegra, simile a Qasr as-Saneh, ma non è particolarmente grande. L'interno contiene più camere, chiaramente destinate a una famiglia numerosa, ed è stato probabilmente utilizzato per la sepoltura anche se l'esterno non è stato completato. Una piccola targa con iscrizione leggermente danneggiata afferma che la tomba è stata scolpita dal muratore Aftah per Sullai ibn Radwa e la sua famiglia. La data esatta non è chiara a causa del danno, ma fu durante il lungo regno del re Areta IV. Lo sperone di roccia su cui è stata scolpita questa tomba è facilmente scalabile da dietro e offre una vista straordinaria sul paesaggio circostante. Questa tomba è piuttosto isolata, ma appartiene all'Area “D” che contiene solo tre tombe. È facilmente visibile dalla strada asfaltata.
Conosciuto come Qasr al-Farid, il palazzo "Unico" o "Solo", questa facciata scolpita è la tomba più famosa e più grande (quasi) finita di Hegra. Si tratta di un'unica tomba scolpita nel proprio sperone di roccia, da cui il nome, e misura circa 22 per 14 metri (la tomba incompiuta IGN 46, nello sperone di Qasr al-Bint, sarebbe stata la più grande, misurando 28 metri di altezza, ma solo la parte più alta fu completata prima che il progetto fosse abbandonato). La facciata di Qasr al-Farid è coronata da due mezzi merli simmetrici che sormontano una cornice in stile egizio, al di sotto della quale si trova una trabeazione che poggia su quattro lesene con capitelli in stile nabateo. Un frontone triangolare, poggiante su due lesene e sormontato da un'unica statua di grifone, inquadra l'ingresso, sopra il quale si trova una targa con una breve iscrizione nabatea che indica che questa tomba fu scolpita per i bani Lahin ibn Quza (cioè la famiglia di Lahin, figlio di Quza).
Lo stile di questa tomba è noto agli archeologi come "stile Hegra, ma Qasr al-Farid è unico in quanto è l'unico con quattro grandi pilastri che decorano la facciata. Si noti che la parte inferiore della facciata non fu mai completata. La tomba si trova all'angolo sud-est del sito archeologico di Madâ'in Sâlih.
Situata a sud di Jebel al-Ahmar, la tomba IGN 111 è l'unica scolpita in questo grande affioramento roccioso. È rialzato da terra ed è stato progettato in uno stile chiamato dagli archeologi Proto-Hegra 1, che consiste in mezzi merli simmetrici sopra una cornice di stile egizio che poggia su due lesene laterali con capitelli nabatei. La porta è incorniciata da un frontone riccamente decorato e da piccoli pilastri, sormontati da un'aquila che si pensa rappresenti il dio nabateo Dúshara (o Thu'sh-Shara).
Secondo l'iscrizione sulla sua facciata, fu scolpita per un certo Mugiru e la sua famiglia, e fu l'ultima tomba datata ad essere scolpita a Hegra, completata il 17 del mese di siwan nel quinto anno del regno del re nabateo Rabbel II, ritenuto corrispondere a 75 E.c..
Quasi identiche per dimensioni e stile, le tombe IGN 112 e IGN 113 sono le uniche due scolpite sul lato meridionale di Jebel al-Ahmar. Sono molto ben conservati, ad eccezione della parte inferiore, probabilmente erosa da alluvioni improvvise nel corso dei secoli. Entrambe le tombe seguono lo stile Proto-Hegra 1, ma differiscono leggermente nella decorazione sopra la porta.
La IGN 112 a sinistra ha tre urne sopra il frontone triangolare, mentre la Tomba IGN 113, leggermente più piccola, ha un'aquila affiancata da due urne. Sebbene entrambe le facciate abbiano uno spazio per una targa, non c'è nessuna iscrizione su nessuna delle due. Alcuni archeologi ritengono che una targa di iscrizione in legno potrebbe essere stata inserita nello spazio al termine, ma non ne rimangono tracce.
Queste tre tombe occupano il lato sud-orientale di Jebel al-Ahmar (Area “C”). IGN 116 è una semplice camera funeraria senza una facciata monumentale. Gli altri due hanno facciate di medie dimensioni; la IGN 114 segue lo stile "Doppia fila di merli", mentre il numero 115 è stato scolpito nello stile "Mezzi merli". Nessuno viene fornito con un'iscrizione.
La sepoltura IGN 116 è una camera funeraria non decorata.
L'apertura era originariamente nascosta e protetta dai ladri da
una duna di sabbia, il che spiega perché non è mai stata
saccheggiata. Dai segni degli strumenti visibili sulla sommità
della duna gli archeologi avevano ipotizzato l'esistenza di una
tomba. È stato portata alla luce in una sola stagione nel
2015. Il portale era stato chiuso con pietre e lastricati
uniti con malta. Davanti al portale, all'esterno, numerosi
quasi.
Queste due tombe 117 e 118 adiacenti di diverse dimensioni, sono state scolpite sul lato orientale di Jebel al-Ahmar. Secondo l'iscrizione sulla facciata del IGN 117, fu scolpita nel 61 E.c., cioè il 21° anno del regno del re Malico II. Si tratta di una piccola tomba, alta circa 4,5 metri, decorata da un doppio ordine di merli e da una cornice edicola ad arco intorno al portale. L'iscrizione afferma che è stata scolpita per Hinat, figlia di Wahbu e dei suoi discendenti.
Lo scavo della tomba IGN 117 ha prodotto una grande quantità di ossa, oggetti e materiali (cuoio, tessuto, frutta, legno, sostanze organiche amorfe) del periodo nabateo-romano (all'inizio del IV secolo E.c.). Due pezzi di tessuto e pelle sono di particolare interesse perché contenevano datteri forati (Phoenix dactylifera) legati insieme usando foglietti di palma da datteri. Questi eccezionali ritrovamenti sono scarsamente attestati nei contesti funerari del Vicino Oriente. Studiati assieme ad altri dati provenienti da Madâ'in Sâlih, dal Vicino Oriente meridionale e dall'Egitto, l'analisi interdisciplinare porta alla ricostruzione di parte delle pratiche funerarie legate alla conservazione e preparazione del corpo avvenute nella tomba IGN 117. Infine, l'analisi permette di interrogarsi sul ruolo simbolico dei gioielli vegetali e della palma da dattero in un contesto funerario.
Tomba 118 |
La tomba IGN 118, al contrario, è silenziosa senza alcuna iscrizione. Lo spazio per una targa potrebbe aver contenuto una volta una tavoletta di legno con un'iscrizione, ma non ne rimangono tracce. La facciata è più ampia della vicina, alta circa 10 metri, e segue il “disegno dei mezzi merli”. Questo stile di facciata è costituito da due grandi merli simmetrici, poggianti su un'unica cornice di stile egizio, senza lesene o altra trabeazione utilizzata. Tuttavia, la IGN 118 è reso unico dall'aggiunta di due rosette scolpite a metà della facciata.
Due tombe simili, IGN 120 e IGN 121, sono state scolpite sul lato nord-orientale di Jebel al-Ahmar. Entrambi seguono lo stile semplice costituito da una doppia fila di merli sulla facciata. Il numero 120 (sul lato sinistro) è significativamente più grande e contiene una targa senza scritte. La tomba IGN 121 è distinguibile dall'intaglio a rosetta singola tra le due file di merli e presenta un'iscrizione ben conservata. Dichiara che Taymallah ibn Hamilat fece scolpire la tomba per se stesso, ma in seguito la donò a sua moglie, Amah bint Gulhum, e data la tomba al 25esimo anno del regno del re Areta IV Philopatris (17 E.c.). Questa iscrizione è l'unico esempio di trasferimento completo della proprietà di una tomba da una persona all'altra.
Questo gruppo di tombe è scolpito sul lato nord-occidentale e occidentale di Jebel al-Ahmar. Sono relativamente piccoli e la maggior parte è gravemente erosa. Le tombe IGN 127 e IGN 128 portano iscrizioni nabatee sulle loro facciate.. A destra: IGN 128 e IGN 129.
Città perdute nel deserto pag. 82.
«Abbiamo davanti a noi la pianta della tomba così suddivisa con il suo orientamento. Ha cinque loculi, due dei quali sono vere e proprie stanzette. Tutti questi loculi sono scavati nel muro a mediamente 90cm dal suolo; sono molto irregolari, specie le due del sud; nessuno ha una fossa. La stanza stessa manca di simmetria e le pareti sono state erette male. Nella sezione A B, abbiamo cercato di rendere approssimativamente la forma delle linee. Sul lato della facciata, a destra entrando, a 1 metro da terra, si trova una piccola nicchia lunga 1,95 e profonda 31cm destinata ad accogliere il cadavere di un bambino. Tutto intorno alla nicchia si trova un solco in cui erano incastonati i piedritti che chiudevano la tomba. In fondo alla stanza, quasi a livello del suolo, c'è una seconda nicchia un po' più grande della precedente.
Mission Arechéologique en Arabie pag.93
Situato all'estremità meridionale del sito archeologico, Qasr as-Saneh ha dato il nome al gruppo di sette tombe presenti in quest'area. Il suo nome significa " " ed è una delle prime tombe incontrate entrando in Hegra. È simile al famoso Qasr al-Farid in quanto è l'unica facciata della tomba nel suo affioramento roccioso, sebbene una roccia molto più grande. La facciata è una delle più grandi di Hegra, scolpita nello stile Hegra", che consiste in due mezzi merli simmetrici su una cornice in stile egiziano e una trabeazione che poggia su due lesene con capitelli nabatei.
L'ingresso è inquadrato da un frontone triangolare su due lesene, ma privo di statue o figure, e sopra di esso si trova un'iscrizione che data la tomba al 17° anno del regno del re nabateo Areta IV Philopatris, che si pensa corrisponda all'8 E.c.. Si afferma inoltre che è stato scolpito dal muratore, Abd'haretat ibn Abd'obodat, per Malkion ibn Efestione e la sua famiglia, il cui nome suggerisce un'origine ellenistica. (ibn = “figlio di”)
Nel 2010 sono iniziati gli scavi di quella che è stata registrata come tomba IGN 132. Gli scavi sono tutt'ora incorso perché il monumento consiste in uno dei pochi affioramenti rocciosi all'interno dell'area residenziale dell'antica Hegra. sulla parte superiore dell'affioramento sono stati portati alla luce i basamenti di quattro colonne. Si ritiene quindi che vi fosse un santuario dedicato a qualche divinità nabatea. Il tetrapylon si innalzava su una piattaforma pavimentata. Alla base dell'affioramento è stato trovato un pozzo che può essere, come per altri pozzi, una tomba comune.
Con la sua insolita formazione rocciosa,
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bacino oltre il Siq di
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Si dice che l'ingresso alle tombe dei leoni sia vietato dal 2005, quando vi è stato trovato l'oro. Ma è ancora possibile scattare foto dalla recinzione che protegge l'area. Le tombe dei leoni sono nate a causa della decorazione del leone trovata sopra una delle tombe. Queste tombe sono di natura quadrata e profonde circa 2 metri. Gli archeologi francesi stanno scavando e si dice che abbiano scoperto un tempio sotterraneo.
Questi tipici dispositivi funerari nabatei erano luoghi in cui venivano posti i cadaveri fino a quando gli uccelli o gli animali non si spogliavano di tutta la carne. Quindi le ossa sarebbero state sepolte in una nicchia più piccola in una tomba.
In alcune tombe venivano scolpite delle nicchie in modo da poter seppellire interi corpi. Alcuni ritengono che ciò possa essere avvenuto dopo l'arrivo del cristianesimo nella zona. Nella foto a destra, un uomo che sta in piedi 6'2 "è facilmente sistemato.
Clicca sul triangolino in alto a destra per visualizzare le mappe a pieno schermo.
Accesso ad Hegra (cancelli Nord principale e Sud) | Percorso classico Tour di Hegra |
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[1] Raphaël Savignac e Antonin Joseph Jaussen e pubblicata nel loro Mission Arechéologique en Arabie, El-'Ela, D’Hégra a Teima harrah de Terguk,
[2] Lucy Wadeson - Nabataean Façade Tombs: A New Chronology,
[3] Die Provincia Arabia, auf Grund zweier in den Jahren 1897 und 1898 ünternommenen Reisen und der berichte früherer Reisender Volume 1, Verlag Karl J. Trübner, Rudolf-Ernst Brünnow e Alfred von Domaszewski: Strasburgo 1904.
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