Scritto il 2 gennaio 2022 2021 - |
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Per saperne di più sull'oasi di Al-Disah, consulta: Wadi al-Disah. Spostandoci da Tabuk verso Al Ula, ci avviciniamo all'oasi di Al-Disah ma non entriamo dal'accesso classico ad est del palmeto, la raggiungiamo percorrendo la statale 80 che corre più ad ovest del percorso classico seguito da Meraviglie d'Arabia e da La via dell'incenso, Il tragitto permette di raggiungere, con breve deviazione, il c.d. Gran Canyon d'Arabia. Tra Jibal Hisma e Wady Ghamra (al-Disah) c'è un luogo meno famoso, ma affascinante, Al-Shaq. Questo nome significa lacerazione (o strappo) perché qui la terra è stata letteralmente squarciata dalle forze tettoniche. Il luogo è anche conosciuto come il Great Canyon dell'Arabia Saudita. Al-Shaq si trova a soli quattro chilometri ad ovest dalla strada tra Dhiba e Tabuk, poco a nord del villaggio di Shiqry. Lungo la strada 80 non c'è nulla di notevole tranne le eleganti formazioni di arenaria che si trovano ovunque in questa zona. Lasciata la statale (nel marzo 2022 in ampliamento) dopo 3 chilometri compaiono sul terreno dei grandi cerchi di pietre che sono probabilmente un altro esempio delle numerose tombe dell'età del bronzo (3 ° millennio a.E.c.) della penisola arabica, difficilmente individuabili. Ma una volta superate quelle tombe, quella che era solo una valle secca e poco profonda diventa una crepa nel terreno che continua ad allargarsi fino a diventare un canyon ampio e profondo. In realtà è possibile trovarsi nel punto esatto in cui appare la breccia e stare con i piedi su entrambi i lati di essa. Una pista consente l'accesso relativamente facile alla parte settentrionale del canyon dove si rivela l'imponente gola di Al-Shaq. Guardando attentamente si può distinguere in una breccia verticale un'auto distrutta che ha tentato il grande salto, monito a chi non vuole prestare attenzione ai pericoli.
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dal 23 gennaio 2022 |