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Dolma Lakhang (Nyethang Drolma)

Questo piccolo santuario Nyethang Drolma (snye thang sgrol ma lha khang) è dedicato a Tara. una bodhisattva femminile. ed   è legato alla visita di Atisha nell'11° secolo. Si trova sulla G138, al vecchia strada dell'aeroporto Qüshü-Nepal, a circa una trentina di chilometri da Lhasa.

Oggi è poco visitato dai turisti perché i pullman passano sulla Airport Expressway. Fino al 1988 i monaci chiedevano il permesso scritto del PSO o del CTS ma dal 1997 è sufficiente una piccola donazione per poter entrare. Nel 1997, quando lo visitammo, rimanemmo sorpresi dalla saracinesca che chiudeva l'ingresso del lhakang.

Il santuario ospita quattro monaci che fungono anche da guardiani ed è dedicato ad Atiśa e Tara, sua divinità protettrice. Il piccolo edificio consiste in un vestibolo con alcuni affreschi restaurati ed un bianco chorten, una galleria perimetrale con numerose ruote di preghiera ed un Dukhang sul quale si aprono tre cappelle.

Le prime due racchiudono statue di dee riccamente vestite con paramenti ed alcuni chorten di rame. Sarebbe stato proprio Atisha ad introdurre in Tibet questo cenotafio che ha poi rivestito tanta importanza nell'architettura lamaista. Nella terza cappella alcune statue gigantesche sorvegliano il trono di pietra da cui Atiśa predicava ai fedeli. La leggenda vuole che al momento della sua partenza il santo abbia staccato una scheggia dal trono scagliandola poi nella polvere e da essa presero forma le grandi statue. Le tre figure maggiori sono dei Bodhisattva, le altre sono divinità femminili.

Atiśa (980–1054) insegnò i Quattro Tantra ai medici del monastero e in seguito morì lì. Alcune fonti dicono che Atiśa costruì il monastero, che fu ampliato dopo la sua morte dal suo allievo Dromtön. Un'altra versione dice che Dromtön raccolse fondi per costruire il tempio per commemorare il suo vecchio amico. Nel 1057 Dromtön portò il corpo di Atiśa da Nyethang al monastero di Reting e pose i suoi resti in uno stupa costruito da un artista indiano.

Il monastero è sopravvissuto alla Rivoluzione Culturale senza troppi danni ed è stato in grado di preservare la maggior parte dei suoi preziosi manufatti, grazie all'intervento del Premier Zhou Enlai su richiesta del governo di quello che oggi è il Bangladesh. La sala principale è stata ricostruita negli anni '90. Nel marzo 2010 è iniziato il restauro della sala sud, che negli anni '80 si era deteriorata a causa della scarsa manutenzione. Per il lavoro furono stanziati 900.000 yuan.

 

Hugh Edward Richardson fotografò una figura di Atiśa in abito cerimoniale in trono in un santuario in uno dei templi. Alcuni gradini conducevano al trono e su quella più alta c'erano cinque ciotole piene di acqua per le offerte. C'era un tetto dorato immediatamente sopra la testa della figura sopra il quale c'era un ombrello cerimoniale. Altri manufatti conservati includono due statue di argilla dei Quattro Re Celesti, una mola di pietra che Yuthog Yontan Gonpo usava per produrre medicinali e pile di antichi manoscritti che compongono la sezione Kangyur del canone buddista tibetano.

 

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Ultima modifica: 08/06/2024 07:27:55

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