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Shalu
Il monastero di Shalu (in breve)
Shalu è l'unico monastero del Tibet che
possieda una importante collezione di dipinti del 14° secolo della scuola Newari.
Questi murali rivelano influenze della sensibilità artistica della dinastia
cinese Yuan. Il monastero di Shalu era famoso in Tibet come un centro di
tradizione yogica esoterica. Le discipline includevano la corsa in stato di
trance detta lungom (resa famosa da un brano da Alessandra David Neel in
"Mistici e maghi del Tibet") e la pratica del thumo, cioè la produzione
di un calore interno al corpo che permetteva di asciugare vestiti bagnati.
L'architettura di Shalu è un'interessante
combinazione di elementi cinesi frammisti alla tradizione tibetana e un esempio
di questo sincretismo lo si riscontra nell'edificio a più piani dove un tetto
dalle brillanti piastrelle turchesi sormonta un tempio dal tradizionale schema
tibetano.
Arniko, un maestro che venne dalla valle
di Kathmandu, sviluppò per primo questa singolare espressione artistica che
trovò successivamente la sua piena fioritura nella capitale cinese. I murali di
Shalu ispirarono le generazioni successive e giocarono un ruolo fondamentale
nello sviluppo di quella che successivamente divenne l'arte tibetana. Sebbene la
fondazione di Shalu risalga all'11° secolo, il monastero acquisì una maggior
importanza solo nel 14° secolo quando il tempio venne amministrato da Drakpa
Gyaltsen e di Buton Rimpoche. La protezione accordata dagli
imperatori Mongoli permise uno sviluppo architettonico dal 1306 quando vennero
fatti giungere importanti artisti dalla corte Yuan. Buton, grande maestro al
quale dobbiamo la compilazione e l'edizione del monumentale Tangyur, portò a
termine l'opera iniziata da Drakpa Gyaltsen. Buton controllò l'esecuzione del
mandala che tuttora possiamo scorgere nelle cappelle superiori.
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Himalayan Art,
collezione Sangster, i cinque buddha
Accanto al complesso principale abbiamo la cappella detta Gyagong,
probabilmente il sito originario di tutto l'insediamento e che risalirebbe al
997. Alcuni studiosi lo considerano quindi il primo tempio edificato al tempo
della seconda diffusione del Buddhismo (10° ed 11° secolo).
Consiglio di dedicare la visita ai murali del grande corridoio
processionale (khor-lam) del Serkang (tempio d'oro), il principale
edificio a tre livelli. Altri affreschi sono nel Kangiur Lhakang e nel
korlam del Yumchenmo Lhakang. Il Gonkhang contiene rarissimi murali
in stile Pala (restaurati nel 14° secolo), uno stile contiguo a quello dell'11°
secolo sviluppatosi nell'India orientale. Nel Dedan Lhakang vi sono due
interessanti reliquie: un'inusuale statua di Chenrezi ed un vaso di acqua
benedetta che si suppone rimanga sempre colmo.
L'eremitaggio di Shalu è a Ri-phuk (lett. caverna sulla collina) posta su
un pendio a circa 1h e 30' di cammino verso sud ovest.
Voce Wikipedia
Shalu
Monastery in lingua inglese.
Nella libreria di Marco:
Vitali, Roberto. 1990. Early
Temples of Central Tibet. Serindia Publications. London. ISBN
0-906026-25-3. Chapter Four: "Shalu Serkhang and the Newar Style of the Yüan
Court." Pages 89–122.
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